Gambino/105: da Dante a Ivana !!

Aldo Bianchini

PAGANI – “Da Dante Alighieri a Ivana Perongini”, la storia è sempre quella. Se è vero che esiste un “sistema” è anche vero che esistono i “beneficiati”, e se è vero come è vero che esistono il sistema e i beneficiati è altrettanto vero che esistono i “traditori dei benefattori”. Senza la necessità di evocare Bruto e Cassio è facile capire che Dante nella sua “Divina Commedia” scaraventa i traditori dei benefattori nell’ultimo girone dell’inferno (IX cerchio – Zona 4) e direttamente nella bocca di Lucifero.  “””«Quell’ anima là sù c’ha maggior pena», disse ‘l maestro, «è Giuda Scarïotto, che ‘l capo ha dentro e fuor le gambe mena.”””. Ecco io immagino proprio così la scena conclusiva e punitiva per quanto è accaduto a Pagani, nell’ambito del processo “Linea d’Ombra” incardinato sul presunto “Sistema Pagani” che voleva gli amministratori collusi con la camorra insieme ad alcuni funzionari. Nella fase creativa di quel presunto “sistema” si sono divertiti un po’ tutti, dentro e fuori il Comune, a buttare fango (ed anche altro !!) non solo sugli amministratori ma anche su specifici funzionari considerati contigui con quel sistema e, quindi, da travolgere e punire. E tra gli accusatori più pervicaci, come sempre accade e come la storia ci insegna, ci sono anche “i beneficiati”. E’ accaduto anche all’ex segretaria generale del Comune, Ivana Perongini, che alla fine è stata assolta con formula piena ed il suo caso “archiviato”, cioè vale a dire che è stato letteralmente cancellato dagli annali giudiziari perché la sua impostazione, con  la teoria della “subornazione”, era talmente assurda da rasentare quasi l’incredibile. Quello che non ha capito nessuno è che nella fattispecie l’archiviazione è stata richiesta dallo stesso PM (Montemurro, ndr !!) che aveva sponsorizzato, ma solo in un primo momento, le farneticanti accuse dei “traditori dei benefattori”; un PM che ha saputo fare un passo indietro di fronte alla “certezza dell’innocenza dell’indagato”. Io al posto del Pm avrei sì indagato la Perongini ma “per eccesso di bontà” nei confronti di chi l’ha poi tradita. Ma la dottoressa Ivana Perongini prima di essere una preparatissima professionista è, soprattutto, una donna di classe come se ne trovano pochissime essendo una “razza in via di estinzione”; difatti invece di gioire nel vedere i suoi accusatori con il capo dentro la bocca di Lucifero, alterando il verso dantesco <<non ragioniam di lor, ma guarda e passa>> non si è curata di loro, li ha semplicemente guardati ed è andata oltre. Ed ha fatto una cosa normalissima, ha trasmesso cioè il cumulo delle parcelle professionali (previste dalla tabelle dell’ordine) dei suoi avvocati affinchè il Comune le inviasse alla compagnia assicuratrice (Roland srl) nell’ambito di un rapporto-convenzione che Lei stessa aveva attivato, anni fa, a copertura dei rischi connessi all’attività professionale che ogni dirigente svolge nell’ Ente di competenza. Qualcuno ha addirittura scritto che i commissari o un commissario avrebbe annunciato la sua opposizione a tale procedura;  niente di più falso, i commissari non hanno alcun competenza in materia; a meno di non pensare ad un “recupero coattivo” della somma che l’assicurazione dovrebbe pagare (e non il Comune !!) dalle tasche dei “traditori dei benefattori”. Niente di scandaloso, dunque, anzi tutt’altro. La Perongini ha  creato per il Comune di Pagani una specie di “mantello protettivo” che neppure Salerno aveva saputo fare in passato; difatti per la presunta tangentopoli nostrana il Comune capoluogo di provincia ha dovuto sborsare circa due milioni e mezzo di euro per onorare le parcelle professionali dei difensori dei vari amministratori e dirigenti scaraventati ingiustamente nel tritacarne della giustizia. Insomma Ivana Perongini a Pagani dovrebbe essere ricordata e rispettata come “una benefattrice”, al di là ed al di sopra di quelli che l’hanno tradita e ingiustamente offesa. Ma Lei anche in questo si è comportata da “donna di classe” (e la classe non è acqua !!) rintuzzando in maniera secca e lapidaria i suoi detrattori con chiara illusione alle notizie artatamente fatte filtrare dal “segreto professionale”: “… alcuni dipendenti non hanno perso l’abitudine di mistificare la realtà. Le persone stupide diffamano gli altri nel puerile tentativo di veder accrescere -anche a livello sociale- la propria autostima. Ma rimangono stupide”.

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