Cemento/24: la battaglia delle piazze (Libertà/Crescent, Cavour e Concordia) e la farsa dei sindacati … fino alla Salernitana Calcio !!

 

Aldo Bianchini

SALERNO – In questi giorni, o meglio in queste ore, mentre imperversa la perfida e pericolosa inchiesta sul fallimento forzato della Salernitana Calcio, assistiamo anche  all’ennesima sceneggiata tutta italianeggiante nel nome sacro del “cemento”  finalizzato alla conquista di Salerno. La “guerra del cemento” è senza esclusione di colpi ed è, forse, giunta alla sua ultima battaglia per l’accaparramento delle posizioni più redditizie possibile, sia sul piano del reddito economico che su quello del reddito psicologico; ovvero la guerra del cemento invade e travolge tutto e tutti: istituzioni, politica, imprenditoria e sindacati. Un fatto nuovo e mai verificatosi in provincia di Salerno, neanche ai tempi del cosiddetto “laboratorio laico e di sinistra” che vide il Partito Socialista di Carmelo Conte protagonista di una stagione irripetibile di progettualità ed anche di affari, è rappresentato dal fatto che i sindacati della famosa cosiddetta “triplice” sono scesi direttamente in campo con uno schieramento che, francamente, lascia adito a qualche sospetto. Ma andiamo con ordine per meglio capire il problema. La prima istituzione che si sta spaccando (nonostante i “consigli pagati” del giornalista economico Ernesto Pappalardo !!) è l’ANCE di Antonio Lombardi. Difatti l’Associazione dei costruttori edili in tempi abbastanza recenti aveva cercato, forse spingendo un po’ troppo sull’acceleratore della fiducia, di accaparrarsi il consenso dei sindacati (la UIL di Luigi Ciancio in primis), ma il maldestro tentativo è subito naufragato. La mossa di Lombardi ha, però, ottenuto l’effetto contrario in quanto i sindacati (la UIL di Luigi Ciancio, la CGIL di Luigi Adinolfi e la CISL di Fernando De Blasio) sembrano d’improvviso essersi schierati con la controparte di Lombardi, quella U.C.S. (Unione Costruttori Salernitani) che ha come presidente l’imprenditore del cemento Pietro Andreozzi. Quest’ultimo è anche proprietario della Italian Auto (concessionaria Lancia) presso la cui sede è stata allocata anche la UCS in cui sono confluiti pochi ma ben motivati imprenditori del mattone e nel cui c.d.a. risulta esserci anche Vittorio Forte, uno dei costruttori salernitani più vicini al potere politico del momento e molto interessato alla costruzione dei box in Piazza Cavour. In città c’è uno scontro in atto, non è una mia invenzione, tra l’ANCE (con circa tremila iscritti)  e la UCS (con poche decine di iscritti); insomma tra Ance e Ucs c’è stata una frattura dovuta essenzialmente alla stretta vicinanza di Andreozzi con il potere politico cittadino che tende ad emarginare Antonio Lombardi e di conseguenza anche l’ANCE ritenuto “troppo autonomo” da Palazzo di Città. Adesso anche i sindacati sembrano convergere nuovamente verso le posizioni del Comune, schierarsi apertamente con l’Ance di Lombardi è innanzitutto poco produttivo sul piano della credibilità sindacale e negativo sotto il profilo dell’implementazione dei posti di lavoro; addirittura la Feneal-Uil di Ciancio con queste scelte ritornerebbe all’ovile del sindaco Vincenzo De Luca dove era già stata e da dove si era allontanata per scelte che non sono mai state capite e neppure spiegate fino in fondo. Le recenti dichiarazioni di Ciancio, di Adinolfi e di De Blasio fanno evidentemente pensare che quanto ho prefigurato in questo articolo possa essere lo specchio reale di quello che sta accadendo in Città. Un colpo d’ala, o forse di coda, di Vincenzo De Luca che tenta di salvare in extremis tutto quello che è ancora salvabile sotto il profilo dell’appoggio incondizionato dei sindacati e, per essi, anche dei lavoratori, messo che i sindacati, oggi come oggi, rappresentino tutti i lavoratori del variegato comparto edilizio. Difatti se per i sindacati c’è comunque l’attenuante, se non proprio la scusante, della promessa di nuovi posti di lavoro a giustifica della scelta che altrimenti apparirebbe strumentale ed opportunistica, per la politica di Palazzo di Città c’è una doppia ragione di convenienza: il consenso dei sindacati per le scelte in atto (che sono tutte di carattere speculativo privatistico !!) e l’illusione per la gente e  per i disoccupati di tempi certamente migliori sul piano economico e lavorativo. Ma queste sono tutte cose che in questa Città abbiamo visto e rivisto ripetersi nel tempo in quanto qui, da noi, il potere imprenditoriale non agisce e non si muove autonomamente  ma sa andare soltanto a ruota del più forte potere politico. Mai, in passato abbiamo sentito esternazioni sindacali del tipo <<… ma siamo altrettanto chiari nel ribadire che siamo contro l’abbattimento o il sequestro del Crescent e siamo per la costruzione dei parcheggi a Piazza Cavour…>> tenendo ben presente che anche in passato c’è sempre stata la disperata esigenza di posti di lavoro soprattutto nel comparto edilizio. E non finisce qui. Anche pezzi dello Stato, come Zampino e Miccio, che in passato dovevano rappresentare e rappresentavano l’intransigenza in materia ambientale e paesaggistica, oggi sembrano sciogliersi come neve al sole sotto l’incalzare del citato potere politico che tutto piega al suo volere, fino al punto di esercitare il “silenzio-assenso” come un’arma legale e necessaria e di esprimere pareri favorevoli anche per l’imbrigliamento e la copertura del Fusandola (l’asta torrentizia che tanti lutti causò ai salernitani nel ’54) con una certa semplicità e con manovre occulte e non pubbliche come il caso imporrebbe a chiunque. Su tutto questo, però, ritorna la macchia nera dei giochetti societari; una miriade di società che, come scatole cinesi, si intersecano tra loro per accaparrarsi i lavori di Piazza della Libertà, del Crescent, di Piazza Cavour e di Piazza della Concordia sulla quale dovrebbe spuntare addirittura un grattacielo di almeno trenta piani al posto delle sgonfie vele di Bofil. Le società come scatole cinesi sono, beninteso, il vezzo storico dell’imprenditoria del mattone di Salerno; un vezzo che Antonio Lombardi ha portato, pari pari, anche nel mondo dello sport (Salernitana Calcio, ndr !!) pensando e sperando che potesse gestire la squadra di calcio amata dai salernitani come l’edificazione di un muro di mattoni; un progetto miseramente caduto sotto l’incalzare del pm Francesco Rotondo e del curatore fallimentare Walter Ivone che ora vogliono vederci chiaro in un buco di circa 4milioni di euro. Con il sequestro cautelativo di parte dei beni di Lombardi anche la Salernitana Calcio entra di diritto nella cosiddetta “guerra del cemento” per la conquista di Salerno. Ma di questo avremo tempo e modo di parlarne. Alla prossima.

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