CRESCENT: ma sono tutti agli ordini di De Luca ?

Da Gaetano troisi

SALERNO – La querelle tra la signora Mazzitelli e l’ex soprintendente Mario De Cunzo è nota : la signora lamenta l’abbattimento dell’albergo passato alla storia come il mostro di Fuenti; il secondo ne rivendica la demolizione, decretata, fra l’altro, per “falsa rappresentazione del progetto”. D’altra parte, benché sollecitato a esprimersi sulla legittimità del Crescent, De Cunzo preferisce tacere essendo la materia sub judice (allo stato, con sequestro del cantiere). Per di più, nel contesto generale si inserisce la richiesta di risarcimento  avanzata dalla società di costruzione al Comune per la somma astronomica di 44 milioni di euro.

L’inizio della vicenda è invero segnato da due giudicati del Consiglio di  Stato : sospensione dei lavori (Quarta Sezione, ordinanza del 5/6/2012); via libera poi alla loro ripresa (Sesta Sezione, ordinanza del 18 luglio 2012). Contraddizione insanabile, da un mese all’altro, grazie alla quale i lavori continuarono, di giorno e di notte, come se ci fosse un nemico alle costole. E ora, dinanzi al fatto compiuto, il Pubblico Potere sembra in ginocchio, anche se la ragione induce a sperare nell’intervento della Magistratura Penale.

Su queste premesse appare incontestabile che la qualità dell’uomo alla testa delle istituzioni ha la sua rilevanza. E la differenza si vede: con De Cunzo il Bene Comune si affermò sulla costiera amalfitana (seppure in maniera dolorosa, anche per le maestranze occupate nell’esercizio alberghiero); con altra pasta umana al vertice della Soprintendenza al tempo della prima pietra del Crescent, il mostro si è installato nel cuore antico della Città (notissima la  vicenda dell’omesso parere per scadenza del termine, oggetto di indagine penale).

La qualità umana non è meno rilevante ai due vertici della Magistratura Amministrativa: atto primo, sospensione dei lavori; atto secondo, ripresa. Risultato: sfregio all’Ambiente, per l’eternità.

È il caso poi di ricordare che le Istituzioni, nei loro interventi, raggiungono il culmine dell’efficacia quando marciano all’unisono con il sentimento comune. E sia di parametro la sollevazione della Val Pusteria quando fu progettata l’autostrada per il collegamento con l’Austria: dappertutto compariva la scritta “no all’autostrada”; e alla fine il dissennato progetto fu accantonato per sempre.

Da noi una parte dei salernitani è rimasta ferma al mugugno sul marciapiede. Ho tentato, con il mio libro, La Grande Muraglia nel porto di Salerno, di svegliare la gente ignara. La sonnolenza civica agevola infatti la propaganda su progetti mirabolanti. Mentre la Città si spopola (tutti sanno che i giovani emigrano in cerca di lavoro), il cemento dilaga con nuove abitazioni per creare “sviluppo”. Non si guarda in altre direzioni. La crisi economica in atto imporrà forse il punto di svolta, anche nel “riuso” del metodo di governo; e allora sarà chiaro che alla vigilanza dell’opinione pubblica può essere di aiuto l’istituto referendario previsto nello statuto del Comune da oltre venti anni, ma non esercitabile per mancanza del regolamento di esecuzione. Una lezione imprevista, ma prevedibile.

 

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