Caimangate/42: il caimano colpisce ancora !! dai danni di Zampino ai timori di Miccio fino alla resistenza di Criscuolo, la storia è sempre la stessa.

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche giorno fa (giovedì 24 aprile), passando sotto il Crescent e diretto verso l’EPT per una conferenza stampa con l’assessore regionale al turismo Pasquale Sommese, ho pensato a quanto danno l’ex soprintendente Giuseppe Zampino ha prodotto nella nostra città. Era ritornato a Salerno dopo una tumultuosa vicenda giudiziaria (a lieto fine !!) che nel giugno del 2000 lo vide ammanettato per ordine del gip Francesco Todisco su richiesta del mitico pm Arcibaldo Miller (Procura di Napoli): corruzione e ricettazione, questi erano i reati contestati inizialmente; si parlò di due anfore trovate nella sua casa di Via Manzoni; ma tutto finì bene per Zampino che comunque fece parlare di nuovo di se per via di quell’attico ristrutturato, probabilmente senza le necessarie autorizzazioni, proprio in testa al palazzo della soprintendenza salernitana e in cui amava passare le sue giornate di studio e di meditazione. Anche da questo caso (che non fu assolutamente clamoroso come quello di Napoli) ne uscì indenne. Un personaggio certamente discusso sul piano prettamente professionale più per le sue eccellenti qualità e per il suo decisionismo che per la sua affidabilità organizzativa. A Salerno, in verità c’era già stato due volte negli anni ’80 ed ha completato il poker negli anni 2000; insomma quattro volte a Salerno come Soprintendente, un record che difficilmente sarà eguagliato, quasi come se fosse nato e cresciuto per fare il soprintendente, insomma <<unto dal Signore>>. Nel settembre 2010 è andato in pensione per raggiunti limiti d’età e, come spesso accade a questi personaggi, una volta uscito dal portone è rientrato dalla finestra come responsabile del Museo dell’Archivio dell’Architettura Contemporanea in sinergia con l’Università, il comune di Salerno e la Soprintendenza BAP. Non so se tuttora detiene tale incarico. Parlavo di decisionismo di Zampino; macchè, anche il suo tanto  millantato decisionismo si fermò dinanzi al Caimano Rosso. Appena ritornato a Salerno, nel settembre 2008, si ritrovò alle prese con la pratica del Crescent per la quale doveva esprimere il suo parere paesaggistico; non mosse un dito e si avvalse del cosiddetto silenzio assenso demolendo la storia stessa della Soprintendenza che, invece, si distingue da sempre per la capacità di dire quasi sempre no e di bloccare la messa a dimora finanche di un paletto in un terreno sperduto in alta montagna. Mi fermo, sono ancora sotto il cono d’ombra del Crescent, alzo la testa e quasi mi prende un capogiro nel fissare la sommità della costruzione; altro che paletto in un  terreno, qui siamo di fronte ad una montagna costruita in uno spazio angusto e quel signore di soprintendente si avvalse del silenzio assenso. Cose dell’altro mondo !! e nessuno che gli dice niente. Mi incammino verso l’EPT e in Via Velia incontro vari personaggi che stanno affluendo verso l’importante conferenza. Mentre dialogo con alcuni amici arriva l’ing. Gennaro Miccio, attuale soprintendente; colgo l’occasione al volo, mi presento e gli chiedo se ha letto la puntata n. 40 di Caimangate (pubblicata su questo giornale il 23 aprile scorso) incentrata sulle “minacce e intimidazioni” denunciate pubblicamente dal sindaco De Luca come subite dal soprintendente Miccio, aggiungo anche che nel contesto dell’articolo mi ero chiesto come mai una presunta intimidazione o minaccia dovesse essere denunciata da un soggetto terzo che per quella vicenda non c’entrava proprio nulla. Mi accorgo che Miccio non accetta il colloquio, franco e correttissimo (anche a detta dei presenti), e cerca di buttarla sul faceto dicendo che si trattava soltanto di “fantasie giornalistiche”. Gli rispondo che una volta tanto la stampa non ha torto e che se un sindaco in tv denuncia un fatto così grave, subito da un rappresentante di una importante istituzione, tutti dovremmo chiederci perché il soggetto interessato non parla. Noto l’evidente alterazione somatica del suo volto, non insisto e mi fermo, lui preferisce lasciare tutti con un frettoloso saluto e va via verso l’ingresso del palazzo dove ha sede l’EPT. Ho riflettuto a lungo su questo scostante atteggiamento del Soprintendente che, proprio perché rappresenta un’alta istituzione, dovrebbe in un momento così delicato dedicare e dedicarsi maggiormente al rapporto corretto e costruttivo che l’istituzione che rappresenta e lui stesso devono intrattenere con la stampa; non fosse altro perché “”in presenza di un interesse pubblico alla conoscenza dei fatti denunciati dal sindaco”” andrebbe rispettato in assoluto il “diritto di cronaca e di critica giornalistica” al di là dei “toni utilizzati” ai fini di una “efficace comunicazione”. E dire che nel mio precedente articolo ho cercato almeno di salvare la faccia di Gennaro Miccio che, comunque, è chiamato ad una decisione veramente importante sia per la Soprintendenza che per l’intera Città. Purtroppo c’è un qualcosa che grava su questa Città in cui anche i suoi figli migliori (e certamente Miccio non è uno qualsiasi !!) appena sentono il nome di De Luca si impauriscono fino al punto di zittire o di mettere in atto tutte quelle squallide strategie per tenerselo buono. Sotto il sole primaverile mi ritrovo a pensare fino a che punto un rappresentante delle istituzioni possa sentirsi costretto a reprimere le proprie idee e la propria dignità pur di non mettersi contro il Caimano e/o conservare il proprio “posto al sole” che a quel punto non vale più di un fico secco. Ma c’è anche qualcuno (pochissimi in verità !!) che non soccombe ai diktat del Caimano , grazie a Dio. E mi torna in mente la grande dignità dimostrata da Lorenzo Criscuolo, già ingegnere capo del Comune e autore/ideatore/progettista di tante opere cosiddette deluchiane, il quale pur di non portare il suo cervello all’ammasso non ha firmato quello che non doveva firmare ed ha preferito transitare alla Provincia, non per passare sull’altra sponda ma sicuramente per riconfermare a se stesso ed agli altri la sua autonomia e la sua indipendenza intellettuale e professionale. Ma la conferenza stampa incombe. Alla prossima con molte novità sul clamoroso litigio tra Roberto Celano e Elio Rainone ed anche  sulla querelle tra il Comune e l’architetto Fausto Martino, sempre a causa del Crescent e, soprattutto, del Caimano Rosso.

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