BCC Monte Pruno e Sassano: prove d’intesa ?

 

Aldo Bianchini

VALLO di DIANO – Qualche settimana fa una semplice nota stampa diffusa da Antonio Mastrandrea (responsabile comunicazione Bcc Monte Pruno) avrebbe dovuto, a mio sommesso avviso, calamitare l’attenzione di tutta  la stampa locale per andare oltre la semplice notizia ed entrare decisamente nella notizia che lascia prefigurare scenari inimmaginabili soltanto fino a qualche mese fa. Dunque partiamo dalla notizia: “”Presso la Sala Consiglio della sede amministrativa della Banca Monte Pruno a Sant’Arsenio è stata ratificata un’importante operazione finalizzata al completamento dei lavori del progetto di costruzione a Sala Consilina del Centro Residenziale Una Speranza destinato a centro diurno e residenza assistenziale per persone diversamente abili. L’iniziativa nata dalla sinergia tra l’Associazione Una Speranza Onlus e la Fondazione della Comunità Salernitana Onlus si pone il grande obiettivo di assicurare una forte vicinanza alle persone disabili. L’operazione è stata sviluppata d’intesa tra la Banca Monte Pruno e la BCC di Sassano le quali, fin da subito, hanno creduto nella valenza sociale insita nel progetto. Presenti alla sottoscrizione, per la Banca Monte Pruno, il Direttore Generale Michele Albanese e il Responsabile dell’Area Crediti Antonio Pandolfo, la BCC di Sassano era rappresentata, invece, dal Responsabile Rete di Vendita Giuseppe Luzzi e dall’addetta Ufficio Fidi Giovanna Di Bella. Sono intervenuti, inoltre, il Presidente della Fondazione della Comunità Salernitana Onlus Giovanni Vietri, il Presidente dell’Associazione Una Speranza Onlus Don Vincenzo Federico, oltre a consiglieri e soci dell’Associazione medesima””. L’occasione è stata data, come scritto nel comunicato, dall’obiettiva opera di solidarietà per il Centro residenziale Una Speranza, sta di fatto, però, che dopo decenni di quasi totale incomprensione le due Bcc non solo organizzano insieme un fatto molto importante ma incominciano a dialogare tra loro in maniera molto compiuta. Difatti dopo questo incontro per Sala (e pensare che soltanto l’anno scorso per una simile operazione salese le tre banche si erano spaccate !!) ne sono seguiti altri e sicuramente di pari interesse. Insomma vedere seduti allo stesso tavolo di discussione il direttore generale Michele Albanese e il presidente Antonio Calandriello non è cosa da poco, se poi questi sit-in si ripetono, beh !! allora vuol dire che sotto c’è qualcosa di molto importante. Qualcuno soffia sul fuoco sperando di riaccendere vecchie polemiche, qualche altro cerca di driblare il discorso, ma a conti fatti sembra proprio che siano in atto strategie “parallele  e convergenti” (termine coniato dal grande Aldo Moro !!) che potrebbero portare, con ulteriori prove d’intesa, ad una clamorosa ed inaspettata unificazione tra le banche di credito cooperativo. Per il territorio valdianese, e non solo, sarebbe una grande dimostrazione di buon senso e di logica bancaria che dovrebbe rapidamente portare un immenso beneficio per tutti, dagli operatori commerciali e imprenditoriali ai semplici cittadini. In questo modo le due Bcc non soltanto otterrebbero l’effetto di allargare a dismisura il loro raggio di azione occupando altri territori di grande interesse ma anche quello di evitare qualsiasi problema di natura spiccatamente bancaria dovendo entrambe rispondere alla Banca d’ Italia sulla normativa molto rigorosa che prevede per ogni Bcc (sul territorio nazionale ce ne sono tantissime) una sedimentazione patrimoniale immobiliare (che la BCE ha definito come “solidità patrimoniale”  per lo screening europeo <<stress test>> con la bocciatura di tredici banche europee (nessuna in Lussemburgo !!) e di quattro banche italiane tra cui il Monte Paschi Siena e la Carige di Genova) che sia almeno del 20% rispetto alle movimentazioni commerciali che dette Bcc espongono nei loro bilanci. In pratica se una Bcc manovra 300milioni di euro all’anno dovrà dimostrare di poter contare su un patrimonio immobiliare valutabile almeno in 60milioni di euro; questa in parole povere è la norma capestro che la Banca centrale ha adottato per disciplinare la nascita, la crescita, lo sviluppo e la stessa sopravvivenza delle singole banche di credito cooperativo. In pratica dopo l’annessione della Bcc di Aquara, la Bcc Monte Pruno Roscigno-Laurino sarebbe sul filo di lana per l’annessione anche della Bcc di Sassano. Cadrebbero così, in un sol colpo, le antiche e presunte rivalità che nello scorso mese di maggio sul palco del Montpellier stavano per esplodere e che grazie alla prontezza di riflessi di Antonello Aumenta (direttore generale della Bcc Sassano) ed alla grande apertura mentale di Michele Albanese (direttore generale della Bcc Monte Pruno) furono rapidamente riposte sotto la cenere. Credo che proprio da lì, da quella sera, siano partite le manovre e le prove d’intesa per una annessione indolore che garantisca e preservi le rispettive autonomie (organizzative e dirigenziali) in un mercato che mentre sembra offrire nuovi spazi per raccogliere e investire diventa sempre più difficile ed aggressivo. Unire le forze per diventare più grandi, sembra essere questo il filo conduttore delle prove d’intesa; proprio mentre la Bcc Monte Pruno si prepara ad un altro clamoroso successo organizzativo con l’apertura di una nuova sede operativa nella città di Potenza, sede che sarà inaugurata il 3 novembre prossimo. L’evento, ovviamente, sarà presentato questa mattina, alla grande, presso la direzione generale della Bcc Monte Pruno di Sant’Arsenio.

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