Liceo Artistico “Pomponio Leto”: un esempio da seguire

Aldo Bianchini

SALERNO – Qualche giorno fa, esattamente l’8 dicembre scorso, ho avuto modo di leggere sul giornale online “Ondanews.it” una notizia importante che mi da la possibilità di questo approfondimento sulla scuola. Una notizia di poche righe e senza alcun approfondimento: “Polla: l’Università popolare affida al Liceo Artistico di Teggiano il recupero della statua della Vittoria mutilata dai vandali –  Saranno gli studenti del Liceo Artistico di Teggiano a restaurare la statua della Vittoria, ubicata nel Parco della Rimembranza di Polla. Mutilata dai vandali otto anni fa, la statua della Vittoria è un monumento molto caro alla comunità di Polla fin da quando, dal lontano 1925, fu realizzata in onore dei caduti della prima guerra mondiale. Adottata dall’Università popolare unitamente all’intero Parco della Rimembranza, la statua, ora, è affidata alle cure dei giovanissimi allievi del Liceo Artistico di Teggiano per riportarla agli antichi splendori”. Questa la notizia secca apparsa, ripeto su Ondanews.it, che merita a mio giudizio un sereno ed esaustivo approfondimento. Non so quanti esempi come questo del Liceo Artistico di Teggiano ci siano in Italia; un esempio che andrebbe assolutamente seguito. In pratica a Teggiano, grazie anche all’azione innovatrice impressa dal dirigente scolastico Rocco Colombo, sarà messa in pratica la tanto decantata “autonomia scolastica” che prevedeva e prevede innanzitutto una formazione interna molto precisa e poi la proposizione all’esterno di dette specificità al fine di promuovere le capacità tecnico-didattiche della scuola ed anche per proporre e vendere il “prodotto interno” altamente qualificato. Autonomia, difatti, non è una parola astratta con cui riempirci la bocca (come ad esempio con la parola manager tanto abusata, anche nel mondo della scuola) ma se la si esamina nella sua etimologia si capisce che “autonomia” sta anche a significare che la scuola italiana deve cominciare ad autofinanziarsi e non rimanere nell’attesa di chissà quali e quanti contributi statali per avviare e promuovere le varie attività. Nello spirito del legislatore, parlando di autonomia, c’era e c’è proprio questo; oltretutto l’apertura verso il mondo economico-imprenditoriale esterno può e deve valere anche per l’avvio degli studenti nel complicatissimo “mondo del lavoro”, cioè verso il posto di lavoro che è e resta la grande incognita della scuola di questi ultimi decenni. Ovviamente occorre che la scuola si svegli dal trentennale torpore e si dedichi alla scelta oculata dei dirigenti che dovranno muoversi come veri e propri manager in un mondo globale; in proposito il caso di Teggiano è altamente significativo. La scuola non può chiudersi su se stessa nell’attesa della manna che cade dal cielo, la scuola deve aprirsi, deve muoversi con grande abilità sul mercato interno e su quello esterno nell’individuare docenti e amministrativi di spicco e nel coinvolgimento di Enti e di Aziende in grado anche di dare alla scuola e non soltanto di prendere i migliori talenti che la stessa scuola riesce ad esprimere. Il discorso si farebbe molto lungo ma è bene accennare a quanto avviene da decenni nella scuola statunitense; in quel Paese l’autonomia (cos’ come la mobilità !!) ha raggiunto livelli altissimi e, forse, per noi inimmaginabili, fino al punto di non aver quasi più necessità dei contributi pubblici, e parlo della scuola pubblica statunitense perché quella privata già si autofinanzia da almeno cinquant’anni. Basta pensare ai più grandi e noti istituti scolastici americani, ed anche ai college più rinomati, che prelevano dal mondo esterno le migliori qualità professionali (a livello economico, politico, sociale, sportivo) per rilanciare il prestigio della scuola ed attirare investimenti esterni. Ma qui siamo, ovviamente, in Italia, il “bel paese”, e dobbiamo accontentarci di vecchi e paludati dirigenti scolastici che si rinchiudono sempre di più nelle anguste strutture della loro scuole, organizzano diversi avvenimenti, si danno un gran da fare senza, però, allargare il proprio orizzonte verso la globalità del mondo esterno. E si finisce con una marea di diplomati e laureati che entrano, un minuto dopo aver conseguito il titolo di studio, nelle liste dei disoccupati. Ecco perché, senza alcun falso infingimento o vana piaggeria, dico e ribadisco che l’esempio attento ed oculato del Liceo Artistico di Teggiano è un esempio innovativo e da prendere a modello operativo. Nel caso di Teggiano, vi invito a riflettere, abbiamo un istituto scolastico all’avanguardia già da tempo a cui si è aggiunto un dirigente giovane e decisionista che si è preso la briga di uscire dalla scuola per entrare nel mondo delle istituzioni (Università Popolare) per spiegare che la “sua scuola” è all’altezza di un compito certamente difficile. La palla adesso passa nelle mani degli studenti che sotto la sapiente guida dei docenti dovranno impegnarsi a fondo per vincere la sfida che il loro dirigente ha intrepidamente lanciato.

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