SHOAH: la soluzione finale … cosa è ?

Aldo Bianchini

SALERNO – Ogni anno, mano a mano che si avvicina “la giornata della memoria”, si sente parlare o riparlare della cosiddetta famigerata “soluzione finale”, cioè lo sterminio degli ebrei d’Europa, messo terribilmente in atto da quel potentissimo apparato politico-mediatico-militare che è passato alla storia come il “terzo reich” capeggiato da Adolf Hitler. Come sempre, preferendo andare alla scoperta delle radici del problema più che fermarmi alle notizie riciclate ed alla sterile (seppure efficace) cronaca dei fatti che passeranno sotto gli occhi di tutti noi (oggi 27 gennaio, settant’anni dopo quel 27 gennaio del 1945 in cui le truppe sovietiche, dirette verso Berlino, entrarono nella cittadina di Auschwitz ed aprirono i cancelli del campo di concentramento più conosciuto di tutti i tempi) sono andato alla ricerca delle radici di quel fenomeno. Ho cercato di capire come nacque, nei lontani anni ’30, il sentimento di odio fanatico dei tedeschi contro gli ebrei e come si sviluppò negli anni successivi e, inoltre, quale peso ebbe la famosa “propaganda nazista” (che oggi definiremmo “propaganda mediatica” !!) e l’azione cinematografica della famosissima regista e fotografa tedesca Leni Riefenstahl (morta qualche anno fa all’età di 101 anni) che affascinata dalla potenza oratoria di Hitler aderì al nazismo fino a divenire la documentarista ufficiale dei film propagandistici del terzo Reich, come quello sulle Olimpiadi del ’36 a Berlino. Nelle mie ricerche ho ritrovato un vecchio e impolverato libro del 1962 “Martin Bormann – Hitlers Schatten”, scritto da Joseph Wulf, edito da Sigbert Mohn Verlag Gutersloh nel 1962 e pubblicato in Italia nel 1965 dalla Garzanti. Ho così scoperto, rileggendo quel libro a distanza di moltissimi anni dalla prima lettura, che il personaggio più importante in assoluto (al di là dei nomi roboanti triti e ritriti che le cronache di oggi ci ripropongono, anche al di là dello stesso Joseph Paul Goebbels che gestì la propaganda internazionale dal 1939 in poi) ) nella propaganda nazista fu WILHELM FRICK, ministro dell’interno del Reich e succube predestinato di Martin Bormann l’uomo più potente del terzo reich. Frick nel 1933 tenne una conferenza al Consiglio degli Esperti per la politica razziale e demografica; parlò dell’esistenza in Germania di più di 500mila casi di malattie ereditarie gravi, fisiche e mentali, e di un numero ancora più rilevante di malattie meno gravi. Secondo Frick il 20% della popolazione tedesca era biologicamente affetto da tare ereditarie e dichiarò che nella società tedesca non c’era posto per i discendenti di questi individui malati. La scoperta di Frick può apparire una banalità, ma all’epoca  non fu così. Il ministro dell’interno riuscì abilmente ad insinuare nell’immaginario collettivo tedesco che la razza ariana non poteva pagare un prezzo così alto per chi essendo malato non poteva adeguarsi alle necessità sociali-politico-militari del Reich. Ma l’astuzia di Frick non finì qui; avvalendosi dell’opera di tutti (compresa l’arte documentaristica della Riefenstahl), ed avendo avuto carta assolutamente bianca da Bormann, con grande e perversa abilità mediatica riuscì a far passare nella mente dei tedeschi che anche la razza degli ebrei europei poteva e doveva essere assimilata con quel 20% dello stesso popolo tedesco e che quindi andava eliminata in un’assurda e fanatica “soluzione finale”. Ma Frick continuò con la sua propaganda incredibile: passò ad elencare con scrupolosa esattezza le spese che causavano allo Stato gli ammalati di mente, i deficienti, gli storpi e i delinquenti stabilendo che ognuno di loro costava ben quattro marchi e mezzo al giorno, mentre un valido lavoratore ne guadagnava soltanto due marchi e mezzo.  E parti la famosissima “Lebensauslese” (l’igiene razziale) per la pulizia etnica radicale.  Ma ci fu anche dell’altro; prima di partire con le leggi razziali Frick si preoccupò di far passare anche il pensiero scientifico tra la gente; nel 1934 indusse Gustav Franke ed anche il professor Fetscher di Dresda (noti scrittori e psichiatri dell’epoca) a scrivere pubblicazioni e trattati medici fino al punto di dimostrare che un ragazzo minorato costava tre volte in più di uno normale e che gli individui biologicamente tarati (tra i quali moltissimi ebrei europei) costavano ben 350milioni di marchi all’anno. Ma Frick, naturalmente, non si accontentò delle chiacchiere, dei trattati e delle pubblicazioni e partì lancia in resta alla conquista di una sentenza da parte di un tribunale che potesse comprendere ed avvalorare le sue tesi sulle deficienze della razza ariana e, soprattutto, sulle problematiche create da tutta la razza ebrea verosimilmente assimilabile ad una popolazione inferiore, malata e costosa che andava eliminata. Nel 1937 indusse un contadino di Weidau presso Buttstadt, un certo Weber, ad uccidere il figlio malato di mente e presumibilmente inguaribile.  In sede processuale passò addirittura il concetto di “legittima difesa” del padre nei confronti del figlio, un concetto teorizzato dal famoso Karl Astel (professore di genetica e politica razziale all’università di Jena) nella perizia giudiziaria in qualità di consulente tecnico della Corte di Assise di Weimar. Il pubblico ministero chiese la pena di morte, la Corte lo condannò a soli tre anni di carcere con numerose attenuanti generiche e specifiche prevalenti sulle aggravanti, non fece neppure un giorno di carcere. Il 17 agosto 1938 l’apice del progetto: una sorta di marchio per gli ebrei che furono costretti da una legge dello stato (partorita dalle menti di Frick e di Bormann) ad aggiungere i nomi di Israel e Sara a quelli naturali; per individuarli meglio e subito, quasi come ai tempi della strage degli innocenti all’epoca di Gesù; la storia si ripete. Qualche mese dopo, nella notte tra il 9 e il 10 novembre 1938, puntuale arriva la “Kristallnacht” (la notte dei cristalli).  Dagli atti del “processo di Norimberga” per lo stralcio inerente 23 medici risulta che sotto la guida del famoso prof. Karl Brandt furono avviate, già dal 1938, “le stazioni dell’eutanasia nelle quali ad insindacabile giudizio del medico incaricato venivano uccisi i soggetti a rischio con un colpo alla nuca nell’ambito del progetto generale che prevedeva lo sterminio di un milione di tedeschi; tutto sotto il controllo metodico e scrupoloso di Martin Bormann che spingeva Brandt ad una maggiore e più severa osservazione delle esecuzioni. Ecco il principio della legittima difesa era bello e confezionato ed anche consacrato e legalizzato; e la Germania si accingeva allo “sterminio” per mera legittima difesa nei confronti di tutti, con tanto di pubblicazioni, trattati e sentenze. L’opera di  WILHELM FRICK era compiuta, la grande “Endlosung” meglio nota come “soluzione finale” poteva iniziare: per rendere il Reich “judenrein”, ripulito dagli Ebrei.

One thought on “SHOAH: la soluzione finale … cosa è ?

  1. Nella “giornata della memoria” non si può che ringraziare il Direttore per la sensibilità dimostrata e gli approfondimenti offerti, come sempre precisi e documentati.
    Lungi dal passare per il solito”saccente”, colgo l’occassione offerta solo per offrire ulteriore materiale di riflessione con uno sguardo anche al mondo dell’oggi.
    Non sono un giornalista è resto un semplice “commentatore”……..no sono e non mi pertmetto di inquadrarmi come “il professore”……..sono e preferisco essere un semplice commentatore, stimolato all’approfondimento dagli argomenti proposti dal Direttore….niente di più e certamente con tutti i limiti dovuti.
    Alle cose precise riportate dal Direttore, e tenuto conto della premessa fatta ,mi permetto di aggiungere, solo come ulteriore stimolo alla eventuale discussione, che la letteratura razzista, suffragata da teorie pseudoscientifiche (F. Galton, K. Pearson), ebbe generalmente carattere antiliberale, imperialistico e antisemita. Fu soprattutto con questi contenuti che l’idea razziale entrò a far parte integrante dell’ideologia del nazionalsocialismo e quindi nella politica razziale del governo hitleriano. I principi fondamentali della dottrina nazionalsocialista della razza, già enunciati nel Mein Kampf di Hitler, vennero elaborati in teoria sistematica da A. Rosenberg nel Mito del XX secolo (1930), dove, sulla base di un’interpretazione eminentemente razziale della storia, intesa come lotta tra la razza ariana, creatrice di cultura, e le razze inferiori dell’umanità e in particolare quella ebraica, distruttrici di cultura, venivano propugnati il primato esclusivo della razza ariana sulle altre e la preservazione della sua purezza. Secondo la mentalità nazista l’ebreo era considerato il male assoluto, si lottava dunque contro classi inferiori anche come missione voluta da Dio. Una lotta giusta, per il Signore contro il nemico, una missione condensata nell’ “io credo oggi di agire nel senso del Creatore del mondo, in quanto io mi difendo dagli ebrei, lotto per le opere del Signore” (Il concetto di Dio dopo Auschwitz). …….vi ricordano qualche cosa queste enunciazioni………il fanatismo estremo di alcuni gruppi Islamici? Parigi? Sembra che la Storia cambi solo attori ma,purtroppo, si ripeta…..Gianbattista Vico?
    Questi principi nazisti “deliranti”, assai fragili dal punto di vista teorico, ebbero però gravi effetti pratici nella severa legislazione eugenetica e antisemita adottata dal governo tedesco tra il 1933 e il 1938 in difesa del “tipo biologico ideale di razza ariana”; tale legislazione negli anni immediatamente precedenti la seconda guerra mondiale e soprattutto durante il conflitto portò con i campi di concentramento, le deportazioni in massa e i massacri al quasi totale genocidio degli Ebrei dell’Europa centro – orientale e a massacri di zingari, dei Testimoni di Geova, degli omossessuali e degli oppositori politici ( di cui però non si parla……non si parla dei Rom……circa 500.000 furono “infornati”,una stima per difetto, ma non esiste una giornata per la memoria dei Rom e degli altri)
    Ploetz affermava la superiorità dei popoli nordici.
    Schallmeyer propugnava il dovere dello stato nell’assicurare l’idoneità biologica dei propri cittadini per migliorarne i caratteri razziali, mentre i non idonei andavano obbligatoriamente isolati e sterilizzati.
    Nel 1933 venne emanata la legge sotto il dissimulato titolo di “legge per la prevenzione di nuove generazioni affette da malattie ereditarie”.
    Con il programma di sterilizzazione delle vite considerate “indegne di vita” il nazismo iniziò il percorso che approderà ad Auschwitz.
    Uccisione di bambini ( tedeschi):
    Con la soppressione dei bambini soprattutto se neonati, si viene spolverò il principio etico.
    Furono registrati tutti i bambini di età inferiore ai tre anni nei quali si sospettasse la presenza delle seguenti malattie ereditarie: idiotismo, mongolismo, microcefalia, microcefalia, microcefalia. ( Germania come novella Sparta?).
    Tutti morti in nome di astratti e presunti principi della preservazione della “superiorità e purezza della razza Ariana”. Se uccidevano i loro figli figuriamoci che clemenza o pietà potevano avere con i bambini di “razze ritenute inferiori”. Nessuna.
    Il Nazismo , ancora oggi non è ben conosciuto nelle sue caratteristiche di inaudita crudeltà, e quello che più preoccupa e che c’è in giro ancora oggi che ne auspica il ritorno, ne canta non so quale merito….lo indica come una strada da riprendere ( Jean Marie Le Pen in Francia, anche se, ha avuto l’illuminazione di prendere le distanze da Alba Dorata…….ma i messaggi di basso populismo di sfrenato e dissennato nazionalismo e razzismo sono pericolosi e ci sono tutti).
    Quando si parla dell’Olocausto e della Shoah si perdono spesso le coordinate razionali del pensiero, che rimane ferito nella sua sensibilità e umanità dai crimini di cui viene a conoscenza. Non tutti comunque e nella stessa misura se no non ci sarebbero in giro “negazionisti”, “Alba Dorata” (avete visto le bandiere che usano?), Casapound (per fare un esempio di casa nostra) ed altro che fa solo orrore.( per evitare fraintendimenti, preciso che per me comunismo,nazismo, fascismo, sono la stessa cosa….negazione assoluta della democrazia……i fanatici di sinistra o destra che sia accettano solo la loro “sedicente verità pseudofilosofica”, negano “all’altro di esistere”.Sono come quelli di Parigi…….con un loro “credo assoluto” o “pseudoDio”, indiscutibile…perfetto…..superiore. Sono veramente pericolosi.Per loro le idee (sempre che c’è ne siano), vanno imposte con la violenza.
    Sia pure in Italia le dottrine razziste sono arrivate con relativo ritardo rispetto ad altri paesi: una politica della razza (preminentemente anti – ebraica) , non siamo stati immuni da fenomeni devastanti (le fosse Ardeatine).Un Tedesco valeva dieci Italiani (bontà loro).
    Infatti nel nostro Bel Paese , queste scellerate politiche “razziali”,si tradussero in vere e proprie disposizioni legislative vergognose ( ma noi abbiamo la memoria corta ).
    La cosa più vergognosa …… la pubblicazione del Manifesto della razza (14 luglio 1938), redatto, in seguito agli accordi di Berlino, da un gruppo di studiosi fascisti sotto l’egida del ministero della cultura popolare, nel settembre 1938 vennero emanati contro gli Ebrei due provvedimenti legislativi che li escludevano dall’insegnamento e dalla frequenza in scuole italiane e ponevano loro gravi limitazioni in materia di cittadinanza. Seguì il 6 ottobre 1938 una “dichiarazione del Gran consiglio” contenente precise direttive sull’applicazione di numerosi divieti (in tema di matrimoni fra Italiani e appartenenti a razze non ariane; in tema di diritti civili e politici degli Ebrei, ecc.)
    Sulla scorta di tali esperienze ci dovremmo meravigliare delle “butade Leghiste”….i Leghisti sono solo degli apprendisti stregoni, e dopo averci trattati a pesci in faccia per una vita intiera ,pretendono anche i nostri voti…….aprono sezioni…..sono ospiti delle Istituzioni Salernitane ( che vergogna).
    Dal mio punto di vista,se davvero si voleva dimostrare che il Nazional-socialismo,fosse stato un nuovo modello di vita migliore di quelli odierni,non si sarebbe dovuta iniziare una guerra e una dittatura tra le più crudeli che il genere umano ricordi (ma la ricorda?).Ma purtroppo oramai ciò che stato è stato:noi oggi possiamo solo fare mille congetture, su che cosa avessero in mente questi “mostri” non “matti”, e quali ideali occulti animasse la gerarchia di quel mostruoso sistema partito;la verità rimarrà sepolta assieme alle macerie di quel regime totalitario.
    Oggi, fortunatamente, la Germania non è più la Germania nazista (esistono rigurgiti ma sono francamente minoritari), ma comunque la Germania è rimasta autoritaria, e pur avendo distrutto l’ordine Europeo con due guerre mondiali, ora lo sta distruggendo con la Merkel, con le sue ottuse politiche monetarie ( il lupo cambia il pelo ma non il vizio) e sotto… sotto coltiva ancora il mito della razza superiore ( per il momento solo economicamente), nei riguardi di “razze inferiori” ……economicamente : Italiani,Irlandesi, Portoghesi,Spagnoli, Greci (ridotti alla fame e stretti saldamente al cappio, inclemente e senza pietà, della Troika (mai nome fu più preciso ).
    La ricetta dell’austerity, che la Germania ha imposto agli Stati più deboli dell’area Euro, non solo è antitetica a quella che dovrebbe fornire la ragione dei fatti,soto gli occhi di tutti, disoccupazione giovanile al 43% ( e poi ci meravigliamo se in Grecia vince la sinistra estrema anche se poi alleandosi con la destra solo perchè daccordo nella politica anti-euro non fa capire più niente, almeno a me),rigorosa signora austerità che ha già dimostrato di non funzionare e affamare cancellando quanto di buono si era messo su sotto il profile sociale e previdenziale con lotte di anni.
    Oggi in tutta Europa il dibattito sulla crescita è il sale quotidiano con cui si alimenta la dialettica politica interna all’Unione. Non è un mistero, tanto per fare un esempio, che l’abbandono dell’austerity per una nuova formula finalizzata alla crescita è una cosa anelata da tutti….tranne che dai Tedeschi.
    Nel 1963 la filosofa e scrittrice tedesca Hannah Arendt scrisse un libro e coniò un’espressione che descrive bene uno degli aspetti più ambigui e perversi del male: la sua banalità. Spesso chi fa del male non ha nemmeno la capacità di pensare e riflettere, la facoltà di distinguere tra ciò che è giusto e ciò che è sbagliato, un metro di giudizio affidabile per valutare le proprie azioni e ponderare le implicazioni morali e conseguenze pratiche del proprio operato. Nello specifico, la Arendt rimase impressionata dalla superficialità e dall’indifferenza con cui il criminale nazista Eichmann presenziò al processo che lo avrebbe portato alla condanna a morte per impiccagione: si trattava di un omuncolo normale, mediocre, né demoniaco né mostruoso, che per tutta la vita non aveva fatto altro che eseguire ordini e istruzioni che venivano dall’alto senza mai eccepire o chiedersi intimamente qualcosa sulla loro giustezza, moralità, razionalità. In una visione totalmente burocratica e alienante della vita, Eichmann eseguiva ed applicava incondizionatamente delle regole, pensando di essere un cittadino modello, un uomo onesto che rispettava le leggi e l’autorità costituita. Disquisire sulla bontà delle leggi e sull’assennatezza dei propri superiori era qualcosa che esulava dai propri compiti e principi, perché per Eichmann la cieca obbedienza e la fedeltà erano gli unici valori che riecheggiavano all’interno della sua misera coscienza.
    Tenuto conto di come stanno le cose e chiaramente con le dovute proporzioni, si può affermare senza correre il rischio di essere smentito che da questo punto di vista tutti coloro che oggi stanno condannando alla miseria, alla disperazione, all’emarginazione milioni di persone in Europa, dagli altolocati tecnocrati di Bruxelles fino all’ultimo scribacchino di un qualsiasi giornale di regime, non sono tanto diversi dai gerarchi nazisti che massacrarono milioni di ebrei nei campi di concentramento (i metodo sono sicuramente diversi ma il fine e lo stesso). Sono “banali” e stupidi allo stesso modo: o perché non conoscono le conseguenze delle proprie azioni o perché non hanno la capacità di ragionare su possibili alternative alle proprie regole e leggi evidentemente sbagliate. E’ indubbio che in mezzo a questa massa indistinta di idioti e mediocri ci sia qualcuno più furbo e più in malafede rispetto agli altri, che volontariamente persegue il male per tutelare il bene di una minoranza, ma diventa sempre più difficile e complicato distinguerlo e isolarlo dal resto della sgangherata e gioiosa armata di imbecillità collettiva…….l’Unione Europea sotto il ricatto della Grande Germania.Scusatemi per la lunga riflessione, ma mi sembrava dovuta.

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