PORTO: nuovi sviluppi … oltre la Grimaldi Lines

 

 

Aldo Bianchini

 

SALERNO – Alcune settimane fa una dichiarazione pubblica di Costantino Baldissara (direttore del settore logistico e commerciale della Grimaldi Lines) aveva mandato in fibrillazione la “governance” del nostro porto commerciale. Per la precisione la dichiarazione di Baldissara era apparsa sul quotidiano “Il Mattino” del 23 gennaio 2015 (articolo firmato da Sabino Russo) in cui il manager diceva pressappoco che: “la rapidità messa in campo da parte di Civitavecchia nel decidere e nel mettere a disposizione in soli sei mesi un piazzale di 60mila metri quadrati dotato di tutti i sistemi di sicurezza e ben undici binari per accogliere i convogli di Trenitalia che da Melfi trasporteranno le autovetture”. In pratica sembrava come se fosse giunto dalla Grimaldi Lines il de-profundis per il porto di Salerno. In realtà, ma questo è stato chiarito con un attento passaggio successivo grazie alla diplomazia innata del presidente Annunziata, si trattava e si tratta soltanto del trasporto delle famose “Jeep Reenegade” costruite dalla FCA (Fiat Chrysler Automobiles) nello stabilimento di Melfi ed avviate attraverso il porto di Civitavecchia come “unico hub” (e non più quello di Salerno come era nei patti) verso gli USA e più precisamente verso gli scali marittimi di Baltimora ed Alifax, proprio  mentre John Elkann e Sergio Marchionne avevano annunciato che in America stava per arrivare il primo carico di “Jeep Reenegade” e “500 X” partito l’8 gennaio da Salerno. Difatti il primo carico è partito da Salerno ma  più per un’esigenza commerciale immediata, in quanto Civitavecchia non era e forse non è ancora pronta al 100 x 100, che per una strategia pianificata in favore di Salerno e poi stranamente ripiegata su Civitavecchia. A questo punto sarebbe giusto parlare di strategie vincenti da parte del Presidente della nostra Autorità Portuale, Andrea Annunziata, il quale ben sapendo della poca disponibilità di spazi portuali per poter accogliere le voluminose Jeep Reenegade ha preferito fare in un primo momento da cuscinetto tra le esigenze della FCA e della Grimaldi ed anche del porto di Civitavecchia per poi posizionarsi ancora meglio nella ricezione, deposito e successivo carico in partenza di un flusso ancora maggiore di autovetture costruite dagli stabilimenti della FCA di Melfi, Pomigliano, Cassino e Melfi con la previsione di un incremento movimentazionale di alcune decine di migliaia di autovetture anche con gli spazi limitati di Salerno. Per la Jeep Reenegade servivano almeno 60mila metri quadrati in più di spazio che nei limitati 200mila mq del porto di Salerno era impossibile trovare. Ecco, allora, che la strategia vincente di Annunziata, quella di scegliere vetture più piccole che potevano e possono garantire uno sviluppo maggiore, è risultata vincente. A tal fine è giusto riportare, anche se a stralcio, un’ulteriore precisazione di Costantino Baldissara in merito al fatto che: ““… gli incrementi dei volumi di traffico auto e RORO di Grimaldi confermano la volontà dell’armatore a gestire gli stessi traffici nel porto di Salerno con l’acquisizione di un nuovo volume di traffico auto di circa 40-50mila auto in più rispetto al recente passato … in quanto il porto di Salerno è un porto efficiente dal punto di vista della managerialità imposta dal presidente Annunziata …””. Alla luce di questi fatti nuovi mi sembra davvero di poter dire che la strategia scelta da Andrea Annunziata sia risultata ancora una volta vincente pur in presenza di carenze storiche di spazi che il presidente cerca continuamente di conquistare cercando di far sistemare da qualche altra parte anche alcuni residui della tumultuosa e disorganizzata “attività diportistica” che ancora occupa spazi importanti per le attività commerciali e crocieristiche. Purtroppo nella nostra città, per quanto attiene il porto, si è parlato troppo ed anche a vuoto negli ultimi quarant’anni in merito all’eventuale delocalizzazione del porto commerciale; tutti ne hanno discusso ma nessuno ha mosso un dito e la situazione è rimasta bloccata a quei pochi spazi stretti tra il mare e le montagne. Se andiamo indietro nel tempo dobbiamo ricordare a tutti che il primo e vero grido d’allarme lo lanciò il mitico sindaco Alfonso Menna già sul finire degli anni ’60 prima che venisse defenestrato da Gaspare Russo alla guida sia della città che della Camera di Commercio. Se le scelte fossero state fatte fin da quel momento oggi ci troveremmo nella condizione di avere un porto commerciale enormemente più grande ed all’avanguardia in termini di ammodernamento e sicurezza ed avremmo avuto sicuramente il più grande e più bello “porto per le attività diportistiche” di tutto il Mar Mediterraneo senza avere bisogno di agganciare questa o quell’altra realtà portuale e ci saremmo trovati anche nelle condizioni di dettare noi le scelte e le strategie agli altri. Ma aprire queste antiche polemiche ovviamente non serve a niente; oggi abbiamo una realtà ridotta e su questa bisogna lavorare per evitare una implosione di tutte le attività portuali. Il presidente Andrea Annunziata lo sta facendo al meglio fin dal suo primo insediamento del 2008.

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