Contursi/2: cosa accade nell’istituto scolastico “E. Corbino” … i fatti


Aldo Bianchini

SALERNO – Prima di scrivere la seconda puntata di questa storia è necessario ripetere che la mia è soltanto “una inchiesta giornalistica” che muove i suoi passi sulla base delle notizie raccolte e confrontate con documenti inoppugnabili; ragion per cui non ho necessità di sentire né la presunta parte lesa e né la parte presuntivamente colpevole (ovvero l’indagato o gli indagati). Un fatto è assolutamente certo: la Procura della Repubblica di Salerno sta indagando sulla scorta del fascicolo aperto il 2 dicembre 2014 al n. 14195/2014/N.R. e affidato al PM/Principale dott. Maurizio Cardea; i fatti criminosi sui quali il PM svolgerà le indagini sono quelli p. e p. dagli artt. 323 – 478 e 490 C.P. Ma veniamo ai fatti. Il fascicolo si apre con una rivelazione del prof. Alfredo Vissicchio che, se vera, lascia sicuramente perplessi: “”Fin dal primo contatto con la sopra citata Istituzione Scolastica (istituto E. Corbino !!), ho avvertito subito palese ostilità nei miei confronti da parte del ….. e del ……., dovuta ai miei trascorsi quale gestore di scuola privata paritaria (istituto Nervi di Agropoli). In più occasioni, infatti, il … –che era solito accompagnare ad iscriversi presso il citato istituto suoi conoscenti per ottenere il diploma– mi aveva chiesto certificazioni di servizio per favorire suoi parenti o amici che, in realtà, non avevano avuto rapporti con la scuola da me gestita e, al mio legittimo diniego, aveva minacciato di farmela pagare in qualche modo””. Al giorno d’oggi siamo davvero abituati a tutto e ad assistere anche alle cose più vergognose, ma questa a carico del Vissicchio appare di una gravità inaudita; ripeto, sempre che la dichiarazione venga accertata come veritiera dalla Procura della Repubblica. Ma a questo punto, prima di andare avanti, viene naturale la domanda: “Quali erano i trascorsi quale gestore della scuola paritaria “Nervi” di Agropoli del prof. Vissicchio ?”. Secondo l’istituto scolastico E. Corbino il prof. Vissicchio “… era sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari perché indagato per il reato di associazione per delinquere … come da comunicazione dell’avv. Ennio Bonadies, difensore dello stesso Vissicchio …” (lettera dell’istituto del 14.09.13 prot. 8229/C/1). Secondo il prof. Vissicchio, invece, in quella missiva era stato aggiunto arbitrariamente il reato di “associazione per delinquere” che non risultava nella comunicazione dell’avv. Bonadies e che, inoltre, pur permanendo in regime di “arresti domiciliari” era stato autorizzato dal giudice a recarsi nella scuola di Contursi per la presa di servizio del 12.09.13 e per tutti i giorni successivi in cui doveva tenere le sue lezioni. Provvedimento, questo, che lascerebbe intravedere una posizione giudiziaria a carico del Vissicchio più leggera di quella evidenziata dall’istituto scolastico E. Corbino, e tale da non impedire allo stesso l’esercizio della sua professione di docente. Un contrasto palese e non soltanto formale ma sicuramente sostanziale quello scatenatosi tra il docente e l’istituto scolastico in cui doveva esercitare il suo ruolo dopo molti anni di precariato. Si apre, ovviamente, una battaglia i cui esiti finali potevano e dovevano essere stabiliti soltanto dall’Ufficio Scolastico Provinciale di Salerno (contattato dall’istituto Corbino inutilmente !!) o da quello Regionale di Napoli. A questo punto la sorpresa da parte dell’istituto E. Corbino che, con due missive successive –la prima del 18.09.13 e la seconda del 23.09.13– prima annunciava la sospensione cautelare provvisoria dal servizio e poi invitava gli Uffici Scolastici Provinciale e Regionale “ad adottare provvedimenti di natura cautelare e/o disciplinari nei confronti del Vissicchio. Insomma una sorta di provvedimento in “autotutela” che l’istituto scolastico “E. Corbino” riteneva assolutamente necessario nei confronti del prof. Alfredo Vissicchio quasi come se “”… per l’immagine di quella scuola non era opportuno avere tra gli insegnanti una persona come Vissicchio e che, forse, era meglio prendersi un anno di aspettativa per poi riparlarne …””. La storia, ovviamente, continua. Alla prossima.

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