CERTOSA/3: la disabile, i custodi, l’assessora e la direttrice

Aldo Bianchini

PADULA – Sto continuando a seguire la vicenda inerente la portatrice di disabilità che gattona giù per le scale della monumentale Certosa di Padula; più leggo i vari report giornalistici (non ho interpellato nessuno dei diretti interessati !!) e più mi convinco di assistere ad una sceneggiata alla napoletana di dubbio gusto. Dato per scontato, o quasi, che il video diffuso dai pentastellati sembra artificiosamente preparato alla bisogna e che sullo stesso il senatore salernitano Andrea Cioffi si accinge a depositare a Palazzo Madama un’apposita interpellanza (forse avrebbe fatto meglio ad impegnarsi un po’ di più a cercare di sanare le fratture del Movimento per presentare una lista di candidati a Salerno, che perdere tempo con queste sciocchezze !!), non è molto più edificante ciò che sta accadendo intorno all’avvenimento a livello di rete, anche se, bisogna segnalarlo, incomincia un po’ a battere la fiacca; quasi come se la gente dopo aver letto e riletto avesse capito l’evidente macroscopica patacca e avesse giustamente spostata la sua attenzione su altre notizie (anche in questo è sfortunata la Certosa !!). E’ intervenuta, a sorpresa, la direttrice del sito monumentale dott.ssa Emilia Alfinito con una dichiarazione che, se letta attentamente, ingarbuglia ancor di più la matassa invece di renderla più sfilabile. In particolare una parte della dichiarazione della Alfinito mi ha colpito: “Siamo molto dispiaciuti. La Certosa è stata sempre attenta a questi aspetti. Può capitare, però, che delle cose, per un breve periodo, non funzionino. E proprio nelle more del ripristino dell’ascensore, è accaduto questo spiacevole fatto. Ci tengo a dire che i custodi sono persone ineccepibili. Avevano offerto il loro aiuto alla signora, proponendole anche un accesso alternativo che avrebbe consentito di superare le barriere architettoniche. Ora l’ascensore è stato ripristinato. Ho anche inoltrato una comunicazione per far entrare i pullman dalla porta carraia che permette l’ingresso diretto al Chiostro Grande”. Da un lato la Alfinito dice una cosa banale ma fortemente esaustiva “Può capitare, però, che delle cose per un breve periodo non funzionino” e dall’altro lato avanza un dubbio fortissimo, che avvalora l’ipotesi della preparazione a tavolino della sceneggiata; difatti dice “Ci tengo a dire che i custodi sono persone ineccepibili. Avevano offerto il loro aiuto alla signora, proponendole anche un accesso alternativo che avrebbe consentito di superare le barriere architettoniche”. Dunque, se leggo bene l’espressione italiana, capisco che al momento del fattaccio erano presenti anche alcuni custodi che avevano offerto un accesso alternativo (quale accesso alternativo ? chi sono i custodi e dove sono finiti ?) alla gentile signora diversamente abile che, debbo presumere, ha insistito caparbiamente per gattonare facendo allontanare i custodi (che sarebbero venuti meno al loro dovere) e tenendo a bada i suoi accompagnatori; letta così la dichiarazione della Alfinito mostra la diversamente abile sotto un’altra luce che è inutile ripetere e ribadire. Rimane un interrogativo: ma qualcuno poteva impedire alla disabile di gattonare o è stata lasciata a se stessa e senza alcun controllo ? In buona sostanza la dichiarazione della Alfinito lascia pensare che dopo qualche piccolo tentativo bonario la disabile sia stata lasciata libera di gattonare: e se le accadeva un infortunio ? Peccato, però che l’assessora Filomena Chiappardo, invece di incentrare la sua attenzione su queste tematiche, nella sua dichiarazione ufficiale abbia pensato soltanto a svelare che esiste  “un ascensore che non funziona da tempo” e che quindi non siamo di fronte ad un guasto occasionale come afferma la direttrice. Insomma l’assessora e la direttrice parlano due lingue diverse o si riferiscono a fatti diversi ? Non è dato sapere e, credo, neppure loro ci terranno a chiarire. Ma la Chiappardo va anche oltre: “Come Amministrazione siamo disponibili al dialogo e al confronto con la Direttrice Alfinito, episodi simili non dovranno accadere mai più” che, badate bene, se non è proprio una dichiarazione di guerra ci manca molto poco; tanto che potrebbe essere stata proprio questa affermazione dell’assessora a convincere la direttrice a rilasciare una dichiarazione pubblica dal tono difensivo e palesemente tesa ad erigere una sorta di muro di gomma nei confronti non solo dei presunti organizzatori del video ma anche della stessa amministrazione rappresentata, nella fattispecie da una persona che in Certosa ha lavorato diversi anni (e forse lavora ancora !!) e che avrebbe dovuto conoscere, forzatamente, tutte le criticità della medesima e per il cui superamento avrebbe dovuto lavorare alacremente; sicuramente non avrebbe dovuto aspettare di diventare assessora per attaccare a testa bassa. Questo, secondo me, emerge dalle due dichiarazioni messe a confronto; per questo l’assessora Chiappardo ben conoscendo le criticità esistenti da secoli non sarebbe dovuta cadere nella trappola delle dichiarazioni polemiche proprio nei confronti della direttrice Alfinito alla quale, in passato, poteva benissimo riferire eventuali anomalie per cercare, dal suo ruolo di accompagnatrice turistica, di collaborare per la loro soluzione. Altrimenti, verrebbe da chiedere, qual è il ruolo degli “accompagnatori”, delle “guide” o dei “custodi” se non quello di segnalare anche eventuali difficoltà in modo da garantire ai visitatori (abili e disabili) ciò che la stessa Chiappardo incautamente afferma quando dice che “un bene è di tutti quando può essere davvero fruito da tutti”. Gli accompagnatori (seppure appartenenti a specifiche cooperative non dipendenti dal ministero), le guide e i custodi devono farsene una ragione e capire una volta per tutte che il definitivo rilancio della Certosa dipende dal modo in cui riescono a svolgere il loro ruolo al servizio dell’utenza; in caso contrario è perfettamente inutile che la Chiappardo, dopo essere stata a lungo un’accompagnatrice, attacca frettolosamente la direttrice Alfinito. E c’è comunque il precedente del cosiddetto “montascale”, ma di questo e del ruolo specifico degli operatori (controlli compresi)  mi riservo di parlarne nella prossima puntata.

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