BANCHE: sulla storia della Bcc Sassano interviene Antonio Calandriello

Aldo Bianchini

SASSANO – Non si è fatta attendere la risposta dell’ex presidente della Bcc Sassano, Antonio Calandriello, in merito alla ricostruzione storica che avevo abbozzato nel contesto dell’ultimo articolo in ordine di tempo di questa lunga inchiesta giornalistica improntata soltanto alla ricerca delle motivazioni che determinarono la nascita della banca sassanese e sulle cause che ne hanno praticamente determinato la sua fusione con la Bcc Cilento Vallo della Lucania e Lucania Sud. Ecco cosa ha scritto il dottore Calandriello: “”Gentile Direttore, sempre per onore di verità al mio commento sul Suo articolo del 21 agosto 2016, reputo doveroso aggiungere alcune considerazioni. In relazione al merito della costituzione delle tre BCC menzionate nel suo articolo reputo vada ascritto parimenti a figure che, anche se non ci sono più, hanno iniziato e per alcuni versi tracciato il percorso della BCC.

Iniziando dalla più longeva, più di 50 anni, ovverosia la MPRL non si può dimenticare il suo fondatore che ho avuto il privilegio di conoscere: Michele Albanese, zio dell’attuale Direttore e papà del Dott. Virgilio, dipendente della MPRL. E giustamente come Lei ha detto, l’attuale Direttore Albanese è cresciuto a pane e banca e ha avuto il merito di consolidarla. Per la BCC di Buonabitacolo non si può omettere di ricordare il Presidente che ne promosse la costituzione ovverosia il Dott. Raffaele Rosciano, nata anche questa su impulso politico – partitico che era la DC di Gerardo Bianco.

Poi è arrivato l’attuale Direttore Angelo De Luca, forte della Sua formazione culturale che ha saputo coniugare l’aspetto politico con quello tecnico. Aspetto politico che vede nell’attuale figura di Presidente della BCC, l’Avvocato Pasquale Gentile, genero di quel Dott. Rosciano primo Presidente e fondatore della BCC di Buonabitacolo. Infine la Sassano, l’ultima in ordine di costituzione, trent’anni fa, ma con una lunga storia di tentativi di costituzione  alle spalle prima della autorizzazione da parte di B.I. il 1985. Avevano iniziato molti anni prima due figure storiche della Coltivatori Diretti di Sassano: Clemente Ricciardone e Antonio Calandriello, quest’ultimo mio zio diretto, coadiuvato da Mario Calandriello, figlio di Antonio, che avevano come padrino l’On. De Mita. Tant’è che Mario Calandriello aveva anche frequentato un corso con tanto di attestato di idoneità. Una seconda iniziativa era stata proseguita dal sacerdote Don Giovanni De Luca  al quale chiesi, come comitato promotore, di cui Le ho fatto menzione, di unire le due iniziative insieme nell’intento di costituire la Cassa Rurale ed Artigiana di Sassano, insieme a tanti altri amici che si prodigarono nell’iniziativa, la maggior parte targati DC, ma non solo, come vedremo. Sostanzialmente non feci altro che continuare un percorso già iniziato e di cui è giusto e doveroso attribuirne i meriti a chi ci aveva pensato prima di noi! F.to: Antonio Calandriello””. Fin qui la lettera del dottor Calandriello che consente di allargare la visione storica sulla nascita della Bcc Sassano, nascita avvenuta concretamente nel 1985 su decreto della Banca d’Italia. Nel precedente articolo avevo indicato, per nomi e cognomi, il gruppo fondatore della banca sassanese scrivendo che esso era composto da Nicola Femminella, Antonio Di Novella, Antonio Calandriello e Vincenzo Cammarano (un professore, un avvocato e due medici); non è così ed in proposito va fatta una doverosa precisazione che trova sicuro radicamento in un documento dell’epoca ben preciso.

Difatti in occasione del 25° anniversario della fondazione della Banca l’allora direttore generale, Antonello Stefano Aumenta, regalò all’allora presidente Calandriello un documento, debitamente incorniciato, dal quale viene fuori che i soci fondatori erano tre e non quattro; in calce al documento, raffigurante una ricevuta di quote associative sottoscritte da suo padre Antonio, manca la firma del dottor Vincenzo Cammarano che deve, quindi, essere escluso dal novero dei pochissimi soci fondatori. Il dr. Cammarano è, senza dubbio, subentrato immediatamente nella gestione della banca sassanese ma non ha mai fatto parte del nucleo fondante; alla stregua di tutti quei soci che sottoscrissero le quote fino alla concorrenza dei necessari 200milioni di lire. La raccolta, come ha giustamente ricordato Calandriello, fu il momento conclusivo dello sforzo organizzativo promosso senza dubbio dal prof. Nicola Femminella e sostenuto sia da Antonio Di Novella che da Antonio Calandriello. A quest’ultimo si erano rivolti i primi due perché da soli non sarebbero riusciti a centrare l’obiettivo dei 200milioni di lire e perché Calandriello garantiva quel salto di qualità sulla base delle sterminate sue conoscenze familiari, politiche e professionali (era già medico da diverso tempo !!). L’ex presidente capì che quella era l’occasione per ricucire lo sfaldamento della Democrazia Cristiana, per rivendicare un giusto ruolo per quella classe dirigente dello scudo crociato e per ristabilire un equilibrio nel contrasto tra l’imperante strapotere del Partito Socialista e la DC che era andata in frantumi anche per colpa di alcune operazioni poco accorte messe in essere da alcuni responsabili della locale sezione. Ma questo lo vedremo in una successiva puntata; per oggi è importante capire che la triade (Di Novella, Calandriello, Femminella) riuscì con grande sforzo a raggiungere la famigerata quota dei 200milioni di lire inducendo alcuni personaggi (primo fra i tanti l’ingegnere Donato Benvenga –detto Natino) ad acquistare e sottoscrivere più quote associative. Anche questo fa parte della storia della Bcc Sassano.

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