Trav. Romano: ma quanto ci costa ?

Aldo Bianchini 

SALERNO – In nessuna città italiana, ma anche europea e del mondo, una piccola traversa stradale (trav. Romano) riesce come a Salerno a tagliare letteralmente in due la città. Accade, purtroppo da anni, nella zona di Via Torrione che con l’ex Via Irno e con il nuovo sottopasso ferroviario consente il deflusso stradale di tutto il notevole traffico proveniente dalla tangenziale (uscita Sala Abbagnano) e da Pastena e Mercatello; un traffico intenso che nelle ore di punta raggiunge limiti insostenibili sia per l’ambiente che per i cittadini. A complicare le cose ci si è messa di traverso (è il caso di dire !!) l’amministrazione comunale di Salerno e qualche suo scienziato capace di studiare l flussi stradali al contrario.

Che cosa ha combinato questo misterioso signore in giacca e cravatta ?

Ha consentito che si potesse chiudere al traffico la famigerata “Trav. Romano”, una piccola stradina che per lunghi decenni è stata utilizzata dagli automobilisti che così evitavano il “taglio del traffico” a causa dei flussi provenienti dalla zona dell’ex mercato ortofrutticolo ed ora sede del “terminal bus”. Il predetto taglio del traffico produce una ricaduta a cascata che blocca il traffico, a volte, fino a Mercatello creando un imbuto infernale. Ogni giorno, nelle ore di punta, il traffico comunque si blocca almeno fino alla Caserma Angelucci con un’immensa catena di gomme e lamiere. La situazione sembrava essere migliorata quando in concomitanza con l’apertura del nuovo sottopasso ferroviario (di fronte al Grand Hotel) e la chiusura dell’accesso all’ex Via Irno; difatti il traffico verso via Irno e verso la Tangenziale non veniva più tagliato dal traffico proveniente dall’altro ponte ferroviario; ma all’improvviso è stato deciso di riaprire l’antico tratto sotto il vecchio ponte ferroviario ed il caos, come d’incanto, è ritornato.

Il problema, dunque, è la Trav. Romano che, stando ai bene informati, sembrerebbe essere di proprietà privata, anche se il cartello stradale che ne indica il nome sembra poter significare che quella traversa è almeno di interesse pubblico; difatti la segnaletica stradale è quella del Comune.       Ed allora perché tenerla chiusa ? Possibile che per garantire gli eventuali diritti di sedici famiglie si penalizzi un’intera città.

E non solo; chi organizza la viabilità dovrebbe anche guardare ai problemi di inquinamento che la puntuale colonna stradale provoca, per non dire dei ritardi e delle pressioni psicologiche che migliaia di automobilisti sono costretti a subire ogni giorno. Ma la cosa che dovrebbe, più di tutte, far riflettere è il “costo sociale” che una siffatta organizzazione del traffico produce ogni giorno tra carburanti, manutenzioni meccaniche e rabbia dei cittadini.

Qualche specialista del Comune ci ascolterà … speriamo di si.

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