AVVOCATI: ridateci l’Aula Parrilli e gli storici spazi

Aldo Bianchini

Aula presso l'ex tribunale di Corso Garibaldi dedicata al compianto avv. Mario Parrilli

SALERNO – Era nell’aria da tempo, l’unica mia meraviglia è che la contestazione sia arrivata con largo ritardo rispetto agli eventi ed anche alle insostituibili esigenze organizzative e gestionali di un Ordine, come quello degli Avvocati, che in provincia di Salerno è una delle istituzioni più nobili mai progettate e costruite da una categoria professionale.

Che le dimensioni della cittadella giudiziaria fossero palesemente ridicole era sotto gli occhi di tutti, che l’assegnazione degli spazi fosse altrettanto ridicola se non proprio allarmante era già un fatto dibattuto e discusso; ma la cittadella si doveva fare e il trasferimento si doveva fare, ad ogni costo. Punto.

Per non parlare del decadimento strutturale  dei locali della “nuova” cittadella giudiziaria che è evidente a tutti quelli che non chiudono gli occhi per scelta di convenienza, anche se non comprensibile.

Durante la scorsa estate una giovane praticante-avvocato entra in una stanzetta di un magistrato, sbriga le sue incombenze e poi esce tirandosi dietro la porta. Si accorge subito che la maniglia della porta le è rimasta in mano e la porta non si è chiusa. Mentre cerca di rimettere la maniglia al suo posto volge lo sguardo verso il magistrato il quale, comprendendo l’imbarazzo della giovane professionista, dice: Avvocato stia tranquilla, non si preoccupi, qui già sta cadendo tutto”.

Bella consolazione assistere ad uno degli scempi più inquietanti della storia di questa città; e pensare che i magistrati, tutti, hanno accettato tutto, silenziosamente, ogni difficoltà pur di andare via da Corso Garibaldi (non si sa perché !!) pensando che la nuova struttura fosse all’altezza delle loro esigenze e dei tempi moderni.

Un sogno costato una marea di denaro pubblico, sicuramente sperperato. Nessuno di loro forse ha mai preso coscienza di un vecchio detto: “non credere ai sogni !!

La nuova (si fa per dire !!) cittadella giudiziaria di Salerno

Adesso, molto giustamente, l’Ordine degli Avvocati di Salerno, grazie anche allo specifico interessamento del vice presidente avv. Cecchino Cacciatore, reclama la restituzione degli antichi spazi che, per molti versi, avevano fatto dell’Avvocatura di Salerno una grande avvocatura.

L’Aula Parrilli, la biblioteca De Felice, l’aula Gassani sono alcuni degli spazi che l’Avvocatura reclama in restituzione d’uso, anche alla luce del fatto che tutte queste storiche ed imponenti strutture a breve risentiranno della chiusura forzata e dell’incuria manutentiva.

Su relazione e proposta del vicepresidente avv. Cecchino Cacciatore (come dicevo) il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, con delibera a firma del presidente avv. Silverio Sica e del consigliere segretario avv. Valerio Iorio,  ha deliberato all’unanimità:

  • di costituire un “comitato promotore” per la salvaguardia, il recupero e la rassegnazione agli avvocati del foro di Salerno dell’Aula Parrilli, della biblioteca De Felice, degli uffici e della sala Gassani siti nel palazzo di Giustizia di Corso Garibaldi di Salerno;
  • di delegare all’uopo la segreteria perché la delibera venga pubblicata sul sito istituzionale, mandata alla deputazione parlamentare, al sig. Sindaco di Salerno, al sig. Presidente della Provincia di Salerno, al sig. Rettore dell’UNISA, al sig. Presidente della Regione Campania, alla Soprintendenza dei Beni Architettonici, alla stampa locale, al Ministro della Giustizia, al C.N.F., al presidente emerito avv. Americo Montera.

 

Riflessione: Comunque la si legge, la delibera del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno apre forzatamente una spaccatura tra la vecchia e la nuova gestione dell’avvocatura ed anche tra la nuova avvocatura e le massime istituzioni giudiziarie alle quali la delibera, forte e coraggiosa, non è stata inviata. Si apre, dunque, una nuova fase dell’avvocatura salernitana non più ingessata all’ombra di una sola figura, quella di Americo Montera che, per quanto illustre, è stata comunque ingombrante.

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