Coronavirus: nella Chiesa che vorrei … il Vescovo di Teggiano – Policastro, Mons. padre Antonio De Luca fa un passo indietro ?

Aldo Bianchini

Nella foto, da sinistra Sua Eminenza il cardinale Crescenzio Sepe e il Vescovo di teggiano-Policastro Mons. Antonio Maria De Luca

SALERNO – Proprio mentre l’eminentissimo cardinale Bassetti, presidente del Vescovi italiani, esprime soddisfazione per il piano concordato con il Governo sulla riapertura delle celebrazioni liturgiche ai fedeli; proprio mentre la Chiesa esulta e spalanca i suoi portoni  ai fedeli; proprio mentre le varie associazioni fidelizzate (tra le quali ovviamente i neocatecumenali !!) festeggiano una indubbia vittoria sia sul Governo che sulla massiccia ed obsoleta organizzazione interna della stessa Chiesa, ma anche direttamente sullo stesso Papa Francesco che qualche giorno fa aveva invitato tutti alla prudenza contraddicendo i Vescovi e la CEI; proprio mentre stiamo viaggiando a gonfie vele verso la riapertura anche se con tutte le norme di sicurezza, ecco arrivare improvviso come un fulmine a ciel sereno l’atteggiamento del Vescovo della diocesi di Teggiano – Policastro il più classico degli “abrupt braking” (brusca frenata):

  • Le disposizioni ministeriali pubblicate oggi sulla possibilità delle celebrazioni con il popolo meritano un ulteriore approfondimento in rapporto all’attuazione delle misure precauzionali. Abbiamo stabilito di attendere la riunione della Conferenza Episcopale Campana convocata dal presidente, il Cardinale Crescenzio Sepe per il giorno 19 maggio e a seguire le decisioni del Consiglio Presbiterale della Diocesi di Teggiano Policastro. Al momento ogni soluzione va pensata in armonia con gli altri Vescovi della regione. Le chiese sono aperte solo per la preghiera personale privata senza assembramento e con le dovute cautele ossia utilizzando guanti, mascherine ed igienizzante. Non sono consentite le celebrazioni con la presenza del popolo ma solo a porte chiuse e trasmesse in streaming”.
Nella foto, da sinistra il dr. Pietro Cusati, il Vescovo Antonio de Luca e il sottoscritto; nel teatro di Sala Consilina il 22 marzo 2019 per un convegno su "Giorgio Ambrosoli"

Accidenti mi sono detto, non appena ho letto la dichiarazione del Vescovo De Luca sul solito “Ondanews.it” come suggerito dal mio unico amico del Vallo di Diano, ma che cosa ha voluto dimostrare Mons. De Luca con questa frenata sull’apertura delle chiese nel suo comprensorio ?

Non sono un pazzo e neppure un produttore di fake-news o di vere e proprie balle (come va dicendo un sacerdote valdianese in contesti pubblici ben definiti), e proprio per questo mi sono oltremodo meravigliato di questo atteggiamento del prelato che a prima vista può apparire anche come un improvviso “ravvedimento sulla via di Damasco”, cioè di ritorno nei canali istituzionali della Chiesa, dopo aver lasciato (anche involontariamente !!) libertà di aggregazione e di celebrazione liturgica in un momento assai drammatico come quello a cavallo dei mesi di febbraio e marzo.

Passo indietro o in avanti da parte di un Vescovo chiamato a reggere una diocesi difficile sotto diversi punti di vista ? Lascio a Voi lettori ogni possibile interpretazione.

avv. Salvatore Memoli

Mi è venuto in soccorso il mio amico salernitano di sempre, avv. Salvatore Memoli, che con poche e significative parole mi ha invitato a leggere con attenzione gli scritti del compianto arcivescovo di Catania, Mons. Luigi Bommarito, che ha studiato a fondo il fenomeno del “Cammino dei neocatecumenali”, e di rileggere le parole che lo stesso Papa Francesco ha pronunciato nel maggio del 2018 in occasione del cinquantenario per ribadire “tutti quei rimproveri che fece al Cammino il 1° febbraio 2014” tra lo stupore e l’incredulità della Chiesa cattolica legata al suo dogma. Insomma un Papa, per la prima volta nella storia, si era schierato apertamente contro le “aggregazioni ecclesiali” che all’interno della Chiesa gestiscono da duemila anni un potere assoluto dal quale la stessa Chiesa, tanto per dirla tutta, si abbevera in continuazione per rimanere a galla nei secoli e nei millenni.

Dai predetti importanti scritti si evince tutta la potenza che queste aggregazioni (ivi compresa quella del Cammino neocatecumenale) riescono ad esprimere e ad esercitare anche al di fuori delle stesse linee guida che i Vescovi cercano di imporre.

Insomma, come dire, il Vescovo di Teggiano tra l’inferno e il paradiso ha scelto decisamente il purgatorio, almeno per il momento. Anche perché combattere contro i poteri forti della Chiesa è compito davvero ingrato.

 

 

 

 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *