Enzo Biagi: cento anni dopo … il cronista che ha rivoluzionato il linguaggio televisivo

 

Dr. Pietro Cusati

(Giurista – Gionalista)

Pianaccio, frazione di Lizzano in Belvedere (Bologna) – Enzo Biagi, di umili origini, il padre lavorava come aiuto magazziniere di uno zuccherificio, mentre la madre era una casalinga, il giornalismo che si fa storia, ha girato il mondo ma è rimasto sempre legato al paese che gli ha dato i natali. Dotato di un talento innato per la scrittura, un suo tema particolarmente riuscito venne addirittura segnalato al Papa. Diventato maggiorenne si dà al giornalismo senza per questo abbandonare gli studi. Intraprende i primi passi della carriera lavorando in particolare come cronista al Resto del Carlino e, a soli ventuno anni, diventa professionista. Il Comune di Lizzano in Belvedere, un paesino dell’Appennino tosco-emiliano in provincia di Bologna, ha dato vita all’evento a “100 anni di Enzo Biagi 1920-2020″ per ricordare l’illustre concittadino, uno dei più grandi giornalisti del novecento, nato nella frazione Pianaccio. L’iniziativa celebrativa è in programma domenica 9 agosto 2020, giorno esatto del compleanno del giornalista, proprio a Pianaccio,  dove è nato cento anni fa  e dove ora riposano le sue spoglie. Per festeggiare il centenario, l’Amministrazione Comunale di Lizzano (BO) inaugura il ristrutturato Museo Enzo Biagi con l’apertura di una mostra fotografica, ad accogliere i visitatori nel cortile di ingresso la statua a grandezza naturale di Biagi, opera dello scultore Giapponese Yasuyuky Morymoto. Seguirà la presentazione del francobollo commemorativo emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico, a cura di Poste Italiane e sarà inaugurata la Via Enzo Biagi con lo svelamento della targa. Prendendo spunto da una frase dello stesso Biagi: “Ho girato il mondo da cronista, ma in fondo non sono mai andato via da Pianaccio”. ”Ho sempre sognato di fare il giornalista, lo scrissi anche in un tema alle medie: lo immaginavo come un ‘vendicatore’ capace di riparare torti e ingiustizie. Ero convinto che quel mestiere mi avrebbe portato a scoprire il mondo”. Una delle sue   frasi divenuta celebre di Enzo Biagi per  ricordare uno dei giornalisti italiani più popolari del XX secolo a 100 anni dalla nascita,il 9 agosto 1920 a Lizzano in Belvedere,Pianaccio,in provincia di Bologna, morto a Milano il 6 novembre 2007. “Credo che la libertà sia uno dei beni che gli uomini dovrebbero apprezzare di più. La libertà è come la poesia: non deve avere aggettivi, è libertà.” Testimone del tempo, autore di oltre ottanta libri  che hanno scritto la storia del ‘900,conduttore televisivo, inventore del primo rotocalco televisivo, il cronista che ha rivoluzionato il linguaggio televisivo.Enzo Biagi un primo incarico  prestigioso lo ottiene negli anni che vanno dal 1952 al 1960 dove, trasferitosi a Milano, dirige il settimanale “Epoca”.Il suo ingresso in Rai è datato 1961 . Sono anni di intenso lavoro e di soddisfazioni non da poco. Biagi è richiestissimo e la sua firma, poco a poco, compare su La Stampa ,di cui è inviato per una decina d’anni, la Repubblica, il Corriere della Sera e Panorama. Non contento, dà avvio ad un’attività di scrittore mai più interrotta e che lo ha visto immancabilmente in testa alle classifiche di vendita. Anche la presenza televisiva  è costante. Le principali trasmissioni televisive condotte e ideate da Biagi sono “Proibito”, inchiesta di attualità sui fatti della settimana e due grandi cicli di inchieste internazionali, “Douce France” (1978) e “Made in England” (1980). A queste si aggiungano una quantità notevole di servizi sul traffico d’armi, la mafia ed altri temi di stretta attualità della società italiana. Ideatore e conduttore del primo ciclo di “Film dossier” (datato 1982), e di “Questo secolo: 1943 e dintorni”, nel 1983, ha conquistando il pubblico anche con numerose altre trasmissioni: “1935 e dintorni”, “Terza B”, “Facciamo l’appello (1971)”, “Linea diretta (1985, settantasei puntate)”; nel 1986 presenta le quindici puntate del settimanale giornalistico “Spot” e, negli anni ’87 e ’88, “Il caso” rispettivamente undici e diciotto puntate), nell’89 è ancora alle prese con “Linea diretta”, seguita in autunno da “Terre lontane ,sette film e sette realtà e “Terre vicine”, incentrate sui mutamenti dei paesi ex comunisti dell’Est.Dal 1991 in poi Biagi ha realizzato con la Rai un programma televisivo all’anno. Di questi si possono enumerare “I dieci comandamenti all’italiana” (1991), “Una storia” (1992), “Tocca a noi”, “La lunga marcia di Mao” ,sei puntate sulla Cina, “Processo al processo su tangentopoli”, e “Le inchieste di Enzo Biagi”.Nel 1995 dà vita a “Il Fatto”, programma giornaliero di cinque minuti su avvenimenti e personaggi italiani, che viene ripreso in tutte le stagioni successive, sempre con altissime percentuali di ascolto. Nel 1998 presenta due nuovi programmi, “Fratelli d’Italia” e “Cara Italia”, mentre nel luglio 2000 è la volta di “Signore e Signore”. Del 2001 è invece “Giro del mondo”, un viaggio tra arte e letteratura: otto puntate con alcuni tra i grandi scrittori del Novecento.

 

 

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