ENZO MATTINA:nasce il Movimento Mezzogiorno Federato; è vitale per tutte le istituzioni rappresentative delle regioni meridionali

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

On. Sen. Dr. Enzo Mattina - già sottosegretario di Stato

VALLO di DIANO – Enzo  Mattina è di Buonabitacolo (SA),giornalista ,sindacalista,è stato parlamentare europeo, deputato al parlamento italiano e Sindaco di Buonabitacolo.Ha ricoperto il ruolo di vicepresidente del gruppo parlamentare “Gruppo Socialista”, membro della Commissione per i problemi economici e monetari e la politica industriale, della Commissione per la politica regionale e l’assetto territoriale, della Commissione per la protezione dell’ambiente, la sanità pubblica e la tutela dei consumatori. Enzo Mattina,la settimana scorsa  ha partecipato a una buona iniziativa a favore del Mezzogiorno ,l’assemblea virtuale per la costituzione del Movimento Mezzogiorno Federato, con un interressante e lucido intervento scritto ,manifestando consensi e in linea con la sua onestà intellettuale e il suo stile una puntuale riflessione su un sottofondo di scetticismo e non poteva mancare anche qualche dubbio sempre a favore del mezzogiorno. Il dubbio è sempre un fatto positivo. Secondo l’opinione di Enzo Mattina  il Movimento Mezzogiorno Federato si deve costruire  su ‘’obiettivi di breve/medio termine, puntuali e comprensibili, intorno ai quali crescano ricerca, competenze, reti d’imprese, modelli organizzativi efficienti e mobilitazione sociale consapevole e diffusa; il tutto guidato dalla volontà di tracciare da oggi il percorso per lo sviluppo sostenibile e per il taglio drastico dei divari economici e sociali cresciuti a dismisura negli ultimi 30/40 anni.” Pubblichiamo l’intero intervento dell’On. Enzo Mattina :

“Assemblea costituente di “Movimento Mezzogiorno Federato” 9 maggio 2021.

“Partecipo a questo evento con fiducia, appoggiata, però, su un sottofondo di scetticismo.Ammetto di portarmi dentro quest’ossimoro, ma sono pronto a provarci ancora a partecipare a una buona iniziativa a favore del Mezzogiorno, confidando che sia votata a costruire partecipazione intorno ad obiettivi politico/economici all’altezza dei mutamenti epocali in atto, che vengono dalla svolta della IV rivoluzione industriale, ma sono resi ancor più turbolenti dalla sindemia. E’ fuor di dubbio che dobbiamo esigere investimenti pubblici, fondamentali per una prospettiva di crescita dell’area geografica più debole del Paese.A questo fine federare le Istituzioni rappresentative delle Regioni meridionali è vitale e dovremo costruire eventi e attivare mobilitazioni che vadano in questa direzione. Partiamo dai programmi di velocizzazione dei trasporti ferroviari meridionali. A quel che ne so, esistono progetti esecutivi solo per la Napoli-Bari; mi risulta, invece, che per la Salerno-Reggio Calabria la stessa fase progettuale sia in alto mare. La progettazione del ponte sullo Stretto di Messina dovrebbe essere in fase molto avanzata. Concentriamoci, nell’immediato, su questi 3 obiettivi, costituendo un nostro osservatorio per il monitoraggio dei tempi e dei modi di attivazione e gestione della progettazione, degli stati di avanzamento dei lavori, dell’organizzazione del lavoro nei cantieri.

Di carne a cuocere ce n’è tanta: dal nodo degli appalti e dei subappalti alla distribuzione delle turnazioni di lavoro, all’implementazione della formazione continua, all’adozione di procedure sulla sicurezza che non si riducano alla stesura di banali documenti da conservare in archivio.Nell’avviarci per il percorso che cominciamo a battere oggi, ritengo, tuttavia, che il l’obiettivo federativo debba rivolgersi innanzi tutto ai cittadini e alle cittadine meridionali, non nascondendo, come spesso facciamo, che la debolezza più forte del Mezzogiorno è quella della sua società civile. La propensione alla dipendenza dall’intervento pubblico è ancora elevatissima, come lo sono il familismo, il localismo provincialistico, A mio avviso, nel Mezzogiorno il capitale sociale (somma di fiducia, responsabilità, consapevolezza dei diritti, consapevolezza ancora maggiore dei doveri, cooperazione tra individui e tra loro e le Istituzioni) è tutto da costruire e da accumulare.Due riferimenti a mo’ d’esempio:1. come si è riaperto il capitolo dell’alta velocità fino a Reggio Calabria è iniziata la disputa tra il Cilento e il Vallo di Diano per dove debba passare la nuova linea. Ognuno vuole la sua alta velocità, non importa se un tracciato possa essere più efficiente di un altro.2. Anche nei nostri primi documenti abbiamo cominciato ad affrontare il problema del rilancio di Gioia Tauro, ma come e chi può immaginare un futuro glorioso per uno snodo portuale per molti versi straordinario, se “il 47% dei dipendenti è assente dai turni per malattia, congedi parentali o ferie e su 1200 portuali in servizio ben 293 sono inabili ad alcune mansioni? Se in un’ora di lavoro a Gioia Tauro si movimentano 22 container, mentre a Valencia se ne movimentano 36”???? (dichiarazioni del commissario straordinario Andrea Agostinelli sulla Gazzetta del Sud del 31 luglio 2019).La mia seconda riflessione riguarda il richiamo costante alle risorse culturali e ambientali del Mezzogiorno. Sottoscrivo tutto, ma sono convinto come non mai che queste risorse possano e debbano convivere con una rete manifatturiera all’altezza dei tempi. Forse mi sbaglio, ma non riesco a considerare credibile che un progetto per il Sud, fondato prevalentemente sulla logistica, la valorizzazione del terziario culturale, la modernizzazione dell’agricoltura, possa evitare la costante decrescita demografica e l’emigrazione delle sue menti migliori.

Mi chiedo, come si possa immaginare che la nascita di nuove imprese possa essere miracolosamente promossa dal DL n. 91 del 20 giugno 2017 che prevede due misure (Resto al Sud, Banca delle terre abbandonate a favore di giovani da 18 a 35 anni) e le Zes che non sono mai decollate.Nel giugno 2017, l’allora Ministro per la coesione territoriale, Claudio De Vincenti, in un’intervista al Sole24ore pronosticò che “l’impegno di spesa di 1 miliardo e 300 milioni di Euro da qui (2017) al 2020 darà vita a 100.000 iniziative imprenditoriali”. Bene, qualcuno è informato sul grado di effettiva realizzazione di questa ottimistica previsione? C’è da qualche parte un rapporto che ci dica numero d’imprese create, occupati, settori di appartenenza, previsioni di sviluppo?Il PNRR, in materia di svolte imprenditoriali per il Sud, indica genericamente come campi di investimento l’area delle cosiddette discipline STIM (Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Matematica), ma lascia tutto nelle mani di Invitalia.

Non c’è, invece, una parola sulle emergenze all’orizzonte: una per tutte quella degli stabilimenti aerospaziali della Campania e della Puglia, che si annuncia con la messa in discussione di circa 2000 posti di lavoro diretti, senza contare gli effetti sull’indotto.Mettendo da parte ogni giudizio sulle scelte che sono all’origine del disastro, pressoché tutte addebitabili all’inadeguatezza del penultimo amministratore delegato e direttore generale di Finmeccanica, poi ribattezzata Leonardo, mi chiedo come non si sia pensato proprio nel PNRR di destinare almeno una quota sostanziosa delle risorse impegnate nel campo ferroviario per scommettere sulla reinvenzione del treno, industrializzando le ricerche compiute, documentate scientificamente, brevettate nel Mezzogiorno (Università dell’Aquila) sulla levitazione magnetica.

Se qualcuno si prende la briga di andare su RAI Play e cerca Superquark del 29 agosto 2013 troverà la rappresentazione dell’UAQ4, il treno italiano a levitazione magnetica, che è mille volte superiore all’Hyperloop, il filmetto con due persone sorridenti racchiuse in una capsula che sfreccia in un tubo a 1000 km. orari. E’ il prodotto di Gabriele Gresta, forse allievo di Elon Musk (quello della Tesla), che si è lanciato in una costosa campagna pubblicitaria per eccitare investitori pubblici e privati su un progetto che ha tutte le stimmate della bufala.Il treno reinventato in Italia e per il mondo potrebbe essere prodotto pressoché tutto nel Mezzogiorno: a Taranto per le carrozze, realizzabili in fibra al carbonio, utilizzando l’impianto nato per la produzione delle fusoliere del Boeing 787, il cui carico di lavoro è molto diminuito, a Foggia per particolari di varia dimensione e a Napoli nello stabilimento Ansaldo, oggi di proprietà dell’Hitachi, per tutta la parte meccanica.

Vi sottopongo un’ultima riflessione e riguarda la produzione di energia.

Mi chiedo perché mai non si sono indicati montanti finanziari per incentivare la nascita di comunità energetiche, in forza della delibera ARERA 318/2020/R/EEL, che attua quanto già previsto dal decreto Milleproroghe, ovvero il decreto legge n. 162 del 30/12/2019, e successiva legge di conversione n. 8 del 28/02/2020.

Anche in questo campo il Mezzogiorno è avanti per la genialità di taluni suoi ricercatori che hanno studiato e brevettato sistemi di captazione dell’energia solare basati su inseguitori solari capaci di movimentare pannelli fotovoltaici a doppia faccia, con rendimenti superiori del 60% rispetto quelli attualmente in uso con l’ulteriore vantaggio che consentono l’utilizzo del terreno sottostante.

La mia opinione è che il Movimento debba costruirsi su obiettivi di breve/medio termine, puntuali e comprensibili, intorno ai quali crescano ricerca, competenze, reti d’imprese, modelli organizzativi efficienti e mobilitazione sociale consapevole e diffusa; il tutto guidato dalla volontà di tracciare da oggi il percorso per lo sviluppo sostenibile e per il taglio drastico dei divari economici e sociali cresciuti a dismisura negli ultimi 30/40 anni.”

 

One thought on “ENZO MATTINA:nasce il Movimento Mezzogiorno Federato; è vitale per tutte le istituzioni rappresentative delle regioni meridionali

  1. FEDERARE IL MEZZOGIORNO!Il Movimento per il Mezzogiorno Federato (Mmf), è nato su ispirazione dell’ex ministro Claudio Signorile, mette insieme una serie di associazioni accomunate dall’intento di dar vita a un soggetto unitario nella convinzione comune che se il Sud vuole cominciare a contare nei processi decisionali del Paese deve “federare i propri poteri, le proprie Regioni, costruendo un progetto organico che coinvolga tutto il territorio e l’intero spaccato della società civile”. Stiamo vivendo una fase storica decisiva per il SUD,in questo contesto il Mezzogiorno deve ridurre le diseguaglianze territoriali, sociali, economiche, che attentano ai fondamentali diritti di cittadinanza delle sue popolazioni e ne impediscono livelli adeguati di qualità della vita, un’unica strada ha da percorrere: quella di unire i propri poteri, le proprie istituzioni regionali per una iniziativa comunitaria che coinvolga tutti i territori, l’intero spaccato della società civile in una sorta di macroregione che sia capace di utilizzare tutti i fattori culturali, sociali ed economici, allo stato inoperosi per mancanza di infrastrutture materiali ed immateriali, per deficienza politica ed organizzativa.
    1) l’alta velocità vera da Salerno a Reggio Calabria e Catania, all’interno della quale va collocata la realizzazione del ponte sullo stretto di Messina. Si tratterebbe di un’opera capace di lanciare il Sud quale piattaforma logistica del Mediterraneo e di rafforzare l’offerta complessiva dell’intero Paese, rendendolo più forte economicamente e politicamente;
    2) il completamento e la messa in funzione della rete delle ZES, principale strumento con la piattaforma logistica per creare una parte importante di quei 3 milioni di posti di lavoro indispensabili perché il Mezzogiorno riprenda il suo processo di crescita; 3) la soluzione della grave crisi delle aree industriali di Taranto, Gioia Tauro e Termini Imerese che, in collegamento con i loro grandi porti, si prestano a diventare alfieri di una transizione ecologica e tecnologica e di una nuova economia circolare;4) la riqualificazione dell’area metropolitana di Napoli, in particolare della parte orientale e del polo petrolchimico con l’interramento della ferrovia per Salerno, restituendo così alla città l’affaccio a mare.

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