La casa come primo luogo di cura, i bisogni dei pazienti fragili non sono solo sanitari ma anche sociali ,le vaccinazioni domiciliari per gli oltre 1,3 milioni di anziani con severe difficoltà motorie,sono uno sprint sia pure in ritardo alla campagna vaccinale?

Dr. Pietro Cusati (giurista-giornalista)

Roma, 25 maggio 2021.I bisogni dei pazienti non sono solo sanitari ma anche sociali,la casa come primo luogo di cura,il ministero della Salute, Regioni e  la Federazione nazionale ordini professioni infermieristiche finalmente hanno  sottoscritto sia pure con notevole ritardo un protocollo d’intesa che, basandosi sulla possibilità di deroga all’esclusiva per gli infermieri dipendenti prevista nel decreto Sostegni, stabilisce  che tutti gli infermieri svolgano, con adozione di adeguato ‘Triage prevaccinale, il servizio di vaccinazione al domicilio dei soggetti più fragili  che hanno difficoltà a muoversi per raggiungere i siti vaccinali.Il  servizio  sarà organizzato dai Distretti delle Asl territorialmente competenti che provvederanno anche a fornire agli   infermieri del Ssn daranno la propria disponibilità, le dosi vaccinali anti SARS-CoV-2, farmaci, dispositivi e presidi sanitari necessari per le attività di vaccinazione e per l’intervento sui possibili eventi avversi collegati alla vaccinazione. L’emergenza sanitaria causata dalla diffusione del virus rende indispensabile e urgente la necessità di rafforzare strutturalmente la resilienza, la prossimità e la tempestività di risposta del Ssn, condividendo che la somministrazione a domicilio dei vaccini per le persone che non possono recarsi presso i siti vaccinali organizzati dalle Regioni  sia fondamentale per incrementare la copertura vaccinale della popolazione .Per gli infermieri vaccinatori che operano dopo l’orario di lavoro grazie al superamento dell’esclusiva e  al protocollo, anche a domicilio, è previsto lo stesso compenso già stabilito per le altre professioni: 6,16 euro a inoculazione. E’  previsto un successivo finanziamento aggiuntivo a integrazione del fondo sanitario nazionale, progressivamente definito sulla base dell’andamento della campagna vaccinale. Il protocollo dovrebbe far ridurre  i tempi di attesa e  di rafforzare i servizi a domicilio a vantaggio dei soggetti più fragili. Inoltre definisce la cornice nazionale e le modalità per il coinvolgimento e che dovranno essere successivamente declinate a livello regionale anche in relazione alle diverse modalità organizzative e alle caratteristiche territoriali nonché alle modalità concrete di vaccinazione della popolazione individuata. Il documento si basa sulla possibilità di deroga all’esclusiva per gli infermieri dipendenti prevista nel decreto Sostegni e allarga la platea degli assistiti anche agli over 18 per gli infermieri pediatrici. Il servizio sarà organizzato dai Distretti delle Asl territorialmente competenti che provvederanno anche a fornire a quanti dei 270.000 infermieri e infermieri pediatrici del Ssn daranno la propria disponibilità. L’accordo prevede che gli infermieri e gli infermieri pediatrici siano opportunamente formati sulla base degli specifici programmi e moduli formativi organizzati dall’Istituto superiore di sanità. La somministrazione a domicilio dei vaccini anti SARS-CoY-2 “potrà essere effettuata anche dai soli infermieri e infermieri pediatrici, previa anamnesi da parte di un medico in ordine all’ idoneità del soggetto a sottoporsi alla somministrazione vaccinale. La sottoscrizione dell’accordo con gli ordini delle professioni infermieristiche rappresenta sia pure tardivamente di accelerare sulle vaccinazioni. Sono  oltre 1,3 milioni gli anziani con severe difficoltà motorie che vivono senza aiuti. E’ necessaria una regia nazionale unica  che superi le difficoltà originate dal Titolo V della Costituzione, costituendo un modello di continuità assistenziale incentrato sulla casa. Dopo la pandemia e  sulla spinta dei fondi europei potrebbe essere il momento  adatto per concretizzarle.

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