Rifiuti e polemiche: l’impianto mancato, parla Memoli

 

La redazione

Avv. Salvatore Memoli (commissario cittadino D.C.)

SALERNO – Riceviamo e volentieri pubblichiamo le considerazione espresse dall’avv. Salvatore Memoli (commissario cittadino della D.C.) in merito alla situazione rifiuti in città, anche a causa della mancata realizzazione del termovalorizzatore.

La Campania conosce bene che cosa sia Terra dei Fuochi. Ne soffre la gestione e ne avverte l’impari potenza delle tonnellate di balle di rifiuti accumulati che non riesce a destinare al corretto smaltimento. Non c’é una responsabilità da attribuire al presente, c’é da ricordare che qualcuno ne aveva assunto impegno di soluzione, poteva sostenere progetti utili di impianti efficienti, ricevendo finanziamenti cospicui e, tuttavia, dopo tante promesse, tutto é rimasto uguale a prima. La storia dei rifiuti riciclabili, industriali, sanitari e di ogni qualità divenne un problema per noi amministratori pubblici negli anni ottanta. Più tardi nel 1994 ero Presidente dell’Azienda del Gas, agivo in perfetta sintonia con De Luca e Mario De Biase, capii che era necessario occuparsi dei rifiuti, studiarne le destinazioni, comprenderne non soltanto i disagi ma le stesse potenzialità, verificando ipotesi di soluzioni locali. A me interessava capire che la corretta trasformazione dei rifiuti avrebbe alleggerito i problemi di gestione e, nel contempo, avrebbe restituito elementi utili alla comunità, tra cui metano, materiale edile, ferro ed ogni tipo di metallo, selezionato per specie ed utile al riciclaggio. Suggestivamente mi impressionava addirittura la selezione di oro tra i rifiuti. Ovviamente non ero mosso da posizioni ideologiche, mi interessava pragmaticamente considerare che avrei potuto immettere in rete diversi metri cubi di metano di cui avrebbe potuto fare buon uso la città, a vantaggio delle fasce sociali più deboli, soprattutto i pensionati di Salerno, di cui conoscevo le difficoltà economiche. Tra gli usi accarezzavo l’idea di angoli cittadini d’illuminazione pubblica, interamente a metano, come si verificava in molti centri italiani. Forse ero eccessivamente ingenuo, il mio ragionamento era essenziale e fortemente interessato ai grandi risultati tecnologici di cui andava fiera l’Europa. Conoscevo città europee che avevano creato un impianto di termoconversione dei rifiuti in centro, elegantemente costruiti con canoni ecologici ed ambientalisti, avvantaggiandosi di una modernità utile ed efficiente. Non ero solo a studiare il panorama tecnologico e le scelte di settore compiute da grandi città europee, con me De Luca seguiva queste innovazioni e mi incitava a concretizzare fatti. Eravamo una squadra che avrebbe potuto dare risposte importanti se non fossero intervenuti due fattori critici: ambientalismo ideologico dei signor no e una strisciante e muscolare contrapposizione politica che andava cercando i fattori negativi, le marginali questioni municipalistiche che servivano a frenare ( in attesa di capire il tornaconto). In quegli anni avevo stretto un proficuo confronto con l’ASI ed i suoi dirigenti. Insieme ragionavamo correttamente, professionalmente, concretamente, ma i buoni propositi e tante ore di confronto non ci fecero superare le difficoltà, soprattutto quando si propose l’area di Battipaglia di proprietà ASI per un eventuale insediamento. Ero diventato super dinamico nel proporre soluzioni che sarebbero state utili ad un territorio che dopo trenta anni soffre ancora di questi problemi e invia i suoi rifiuti in giro per il mondo. Allora De Luca non disponeva del ruolo politico attuale che avrebbe certamente attivato per progetti di grandi visibilità ed utilità. Oggi i nostri rifiuti raggiungono posti diversi nel mondo creando tensioni e rapporti internazionali di difficile gestione. De Luca sa stare all’altezza di queste relazioni internazionali? Gli auguro di avviare subito incontri di chiarimento e di amicizia con le autorità internazionali interessate che lo incontreranno con piacere e subito!

 

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