La fortuna di chiamarsi “Bennet”

 

Aldo Bianchini

Vincenzo Bennet, nuovo amministratore di Salerno Pulita

SALERNO – Non c’è niente da fare, è il momento dei “Bennet”, da Salerno a Tel Aviv impera la dinastia bennettiana.

Più o meno nelle stesse ore in cui da Israele arrivava la clamorosa notizia dello scavallamento a destra, ancora più di quanto già esisteva, del governo Israeliano dopo le inutili elezioni politiche (quattro in due anni) che aveva ridato una maggioranza relativa, ma risicata, al partito di Benjamin Netanyahu che per dodici anni ha gestito le sorti di Israele in uno scacchiere mondiale davvero molto difficile.

Ebbene anche Salerno ha risposto alla grande, tanto per non sfigurare nei confronti di Benjamin, ha sfoderato un Bennet, che per carità non è assolutamente paragonabile a quello medio orientale, anche perché è stato chiamato alla guida di una società mista “Salerno Pulita” che pur essendo la più grossa mista di Salerno ed anche la più prolifica (almeno sulla carta) non può certamente essere accostata ad un Paese come quello che in queste ultime settimane ha scosso l’intero medio oriente finanche con la guerra calda.

Ho fatto questo accostamento, irriguardoso ma non dico per chi, sulla base del fatto che sia il nostro amato Vincenzo Bennet che l’odiato Naftali Bennet potrebbero avere un comune denominatore che in politica vale moltissimo: uscire dalla finestra ed entrare dal portone principale.

Questo hanno fatto i due Bennet nel corso della loro rispettiva carriera politico-amministrativa, passando con una certa agilità da partito a partito e da incarico importante ad incarico prestigioso.

E’ vero che Vincenzo Bennet ha sostituito soltanto un modesto Antonio Ferraro (anch’egli investito da più incarichi di un certo peso), mentre Naftali Bennet ha dovuto far fuori il mitico Benjamin Netanyahu, ma la partita in ballo, fatte le dovute percentualizzazioni, presenta obiettivi di grande visibilità nel mondo politico.

Vincenzo Bennet, commercialista di vaglia, è anche un manager di sicuro successo; per lui non è stato mai ipotizzato il salto della quaglia perché le sue giravolte sono state sempre considerate come un voler mettere a disposizione della comunità la sua grande e riconosciuta professionalità.

E’ apparso per la prima volta sulla scena politica salernitana al seguito dell’ex socialista Tonino Cuomo quando quest’ultimo era segretario provinciale di Forza Italia; in breve Bennet divenne un punto inamovibile tra i forzisti di Cuomo e controllore indefettibile di tutte le correnti berlusconiane; un controllo quasi asfissiante che portò, naturalmente, ad inenarrabili dissidi interni con la successiva scissione tra Mara Carfagna e Edmondo Cirielli quando ormai Tonino Cuomo era scomparso nei flutti delle congiure per riapparire nelle file del PD.

Naftali Bennet, nuovo premier israeliano

Come del resto è accaduto anche per Bennet che, dopo alcuni passaggi delicati ed un lungo silenzio, è ricomparso nelle file del PD di Mercato San Severino con ruoli anche amministrativi comunale.

E adesso, essendo divenuto un punto inamovibile del PD (come lo fu per Forza Italia), eccolo alla testa di una delle società miste più corpose della storia della città con migliaia di dipendenti e con incassi stratosferici sempre che Bennet riesca a rimettere in sesto una macchina esattoriale priva di ogni logica strategica.

Riuscirà il bravo Vincenzo Bennet a garantire il PD per giustificarne la scelta ?, la risposta l’avremo fra qualche mese con possibilità di revisione dopo le elezioni autunnali. Per il momento sia lui che il suo partito di attuale appartenenza possono dormire sonni tranquilli, Vincenzo ha la fortuna di chiamarsi Bennet, e di questi tempi è quanto dire.

 

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