CARDIOCHIRURGIA: Pro IESU, dopo Greco e Manzo arriva anche Salzano

 

La redazione

La squadra del prof. Severino Iesu

SALERNO – Nuova puntata della querelle, brutta e spocchiosa, sulle sorti della Torre del Cuore onore e vanto no tanto di Salerno, quanto in assoluto e non astrattamente del prof. Giuseppe Di Benedetto.

Dopo la lettera inviata dall’ex magistrato Alfredo Greco e dal giornalista emerito Antonio Manzo al giornale Le Cronache (diretto da Tommaso D’Angelo) arriva anche la lettera del prof. Aniello Salzano (già sindaco di Salerno e già docente universitario, nonchè allo stato commissario cittadino dell’UdC, una carica che non gli restituisce la dovuta credibilità):

Ritengo che a nessuno sia sfuggita la lettera appello con la quale Antonio Manzo, grande penna del giornalismo italiano, e Alfredo Greco, valente e famoso magistrato, tra l’altro persone a me molto care, cui sono legato da rapporti di antica amicizia, sono intervenuti nel dibattito sul “destino, prossimo e futuro, della divisione di Cardiochirurgia dell’ospedale Ruggi, diretta dal primario Severino Iesu”. Il quotidiano Le Cronache infatti ha portato a conoscenza dell’opinione pubblica la volontà del prof Iesu di lasciare a Settembre il nostro ospedale. E bene ha fatto il quotidiano diretto da Tommaso D’Angelo a divulgare la notizia, che come era prevedibile ha destato grande scalpore in città, e non solo.

le motivazioni il prof. Iesu non le ha esplicitate e quindi  non sono note, mentre sono più che note le preoccupazioni di tantissimi cittadini in ansia per le sorti della Cariochirurgia salernitana che rischia di perdere una vera eccellenza, apprezzata in tutto il nostro Paese sin dai tempi del professore Giuseppe Di Benedetto.

Antonio manzo e Alfredo Greco con la lettera appello, oltre che esprimere preoccupazione e tutta la loro solidarietà e riconoscenza al Primario Iesu, hanno voluto attribuirsi “la pretesa di essere voce degli <invisibili> che non hanno uno strumento ed una voce per esporli”. Inoltre hanno ritenuto opportuno lanciare un messaggio per invitare ad una riflessione pubblica i cittadini, che hanno il sacrosanto diritto di difendere una struttura ad alta specializzazione e di usufruire di una Sanità all’altezza di un Paese civile.

Ho incontrato una sola volta il prof Iesu e a me, che pure ignoro la cardiochirurgia, sono apparse subito in tutta la sua evidenza la professionalità del luminare, la semplicità della chiarezza espositiva dei problemi più complessi, le capacità organizzative e le doti manageriali. Ma soprattutto l’umanità, l’umiltà e l’amabilità che per il paziente diventano un vero e proprio supporto psicologico.

Prof. Aniello Salzano

Dal momento che la città di Salerno, la sua Sanità, l’Ospedale Ruggi d’Aragona, non possono assolutamente permettersi la perdita nel settore della Cardiochirurgia di un’eccellenza che tutti, proprio tutti, in Italia le riconoscono, mi permetto molto sommessamente di suggerire al Direttore generale Enzo D’Amato di convocare il primario Iesu, invitandolo a recedere dai suoi propositi di abbandono. Il dr D’Amato, che è persona particolarmente sensibile “alla voce degli invisibili”, alle richieste e ai bisogni dei cittadini, capisce meglio degli altri quanto poi sarebbe complicato e difficile sopperire al vuoto che verrebbe a crearsi e soprattutto sostituire il cardiochirurgo Iesu. Del resto il Direttore generale conosce benissimo anche i costi che la nostra regione ogni anno deve sopportare per la mobilità passiva in ambito sanitario. I nostri pazienti che vanno a curarsi al Nord non fanno altro che arricchire gli ospedali e a finanziare le strutture ospedaliere di quelle Regioni a scapito di quelle del Sud.

Evitiamo quindi di continuare a farci ancora del male da soli e a procurare ulteriori guasti alla nostra già malandata Sanità.  F.to: Aniello Salzano – Commissario cittadino UdC

NOTA: Ci riserviamo, ovviamente, un doveroso approfondimento sul contenuto delle due lettere perché le stesse che toccano le corde di una certa sensibilità si espongono, purtroppo, ad alcune critiche oggettive in quanto sono carenti di alcuni elementi essenziali per avere il quadro completo e reale di quanto fin qui avvenuto dopo il pensionamento di Di Benedetto risalente al maggio del 2015.

 

 

 

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