La chiesetta di San Filippo Neri a Salerno giace ignorata. Destinarla ad altri usi sconsacrandola, come è già avvenuto per il sito di Santa Apollonia, almeno sarebbe un gesto di attenzione civile.

 

 

da Antonio Cortese (docente)

 

Salendo al termine di via Camillo Sorgente, superate le scalette di parco Persichetti, la stradina chiusa é ancora chiusa alla fede o al culto o agli interessi della Sovrintendenza. Da almeno quarant’anni é già rifugio di drogati, spacciatori, coppiette adolescenti fino a risultare ora una mini discarica derelitta o rifugio per il randagismo. Possibile mai che in questa città si preferisce la musica dei Negramaro ad un gioiello storico culturale e monumentale unico a Salerno come tale complesso di San Filippo Neri? Scusandomi per la battuta forse poco assonante, rimane comunque da comunicare lo sconforto poiché oltre a passare acqua sotto i ponti durante tutti questi anni, evidentemente sarà stato sprecato pure molto sapone. A buoni intenditori poche parole e meno etichette, perché da queste piccole grandi cose si denota la corruzione di un sistema già sotto accusa ma sempre pieno di scuse. Coinvolgere e sensibilizzare associazioni come il Fai sarebbe opportuno o altrettante simili, per fare una gita domenicale nella propria stessa città, senza il bisogno di farsi una colazione a sacco per rincorrere chimere agrituristiche nei pressi di “panicuocolo”. I cucuzzoli sulla montagna sono qui, mica altrove. Basterebbe amare la propria città veramente, non solamente allo stadio Arechi. Con più interesse e attenzione, gli altri risultati ludici o del modo dello sport potranno seguire automaticamente.

 

 

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