SALERNO: COMUNE – COOPERATIVE – MAGISTRATURA … e se le Cooperative fossero le uniche innocenti ?”

 

Aldo Bianchini

Luci e ombre sulla Salerno di notte

SALERNO – Mano a mano che il processo a carico di Nino Savastano e di Vittorio Zoccola (per la questione delle Cooperative Comunali) va avanti sono assalito da seri dubbi sulla effettiva colpevolezza di chi quelle cooperative ha gestito per decenni; e mi sovviene un altro piccolo verso del discorso di Pericle agli Ateniesi che per motivi giornalistici ho adattato alla nostra realtà:  “Un cittadino salernitano non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private, ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private. Qui a Salerno noi facciamo così” (Tucidide – 341 a.C.).

Una frase ad effetto che solo un dittatore assoluto come Pericle poteva apoditticamente pronunciare, e lo dico senza nessuna falsa allusione al monarca politico di oggi.

Un frase che, comunque, sembra delineare proprio la situazione politico-giudiziaria venutasi a creare dopo il blitz della Procura dell’11 ottobre 2021 (con avviso di garanzia anche al sindaco neo-rieletto), quando sembrava che tutto il castello del “potere politico deluchiano” dovesse frantumarsi sotto i colpi di maglio della Procura guidata da Giuseppe Borrelli.

Anche perché due giorni dopo il blitz l’ex magistrato Michelangelo Russo (protagonista assoluto della tangentopoli salernitana), esattamente il 13 ottobre 2021, pubblicava su “leCronache.it” un articolo (Cena con delitto. Di Michelangelo Russo) scritto molto verosimilmente nella giornata precedente, cioè a sole 24 ore dl fatto, e con un tempo ristrettissimo per studiare le 290 pagine dell’ordinanza del gip Gerardina Romaniello con ben 29 indagati e riuscire a trovare gli elementi per poter scrivere della cosiddetta “cena con delitto” in modo tale da non poter essere almeno sbugiardato sonoramente.

Ma è giusto, sempre a stralcio, riportare alcuni passaggi di quell’articolo scritto in pesante forma giudiziaria e con piglio ferocissimo contro il governatore, così definisce Vincenzo De Luca, che astutamente l’ex magistrato non cita mai per nome e cognome nel corpo del lungo articolo: “”Ma non può cavarsela così! La batosta è troppo grande; troppo densa la quantità nei discorsi intercettati di rinvii alla sua persona, come vertice di ogni decisione, per tentare una tattica di rinvio ad oltranza giocando la carta della marginalità del fattaccio; riconducibile cioè alla infedeltà di qualche dirigente comunale e qualche testa calda e imprudente di assessori o consiglieri, ex o attuali. La calma apparente, e il volto di pietra scolpito nel sarcasmo del sorriso, stavolta non bastano. Il Governatore, che abbiamo visto umanamente commosso al nastro del Crescent, si ricopra oggi di umano coraggio prendendo le distanze da pratiche criminali siffatte invalse da anni negli apparati amministrativi e politici a lui vicini. Non le lacrime della commozione, ma la faccia dell’ira disegni adesso il suo volto: condanni chi ha abusato della sua buona fede, se è la verità! Chieda la punizione di chi ha violato la legge, col piglio che usò per minacciare il lanciafiamme! Con la severità apprezzata dai benpensanti delle maggioranze silenziose che ebbe contro le prostitute della litoranea e i pidocchiosi ambulanti del lungomare! Si chiami fuori da ogni sospetto di complicità nel delitto che quella cena preordinava. Faccia questo subito, se vuole allontanare il sospetto che la cordata delle cooperative sia solo uno dei segmenti di un più vasto sistema cordate che in ben più corposi interessi economici ha visto una crescita esponenziale a Salerno negli ultimi anni. Denunci il malaffare, i nomi e i cognomi! E allora gli crederemo! E gli crederanno, forse, anche i Magistrati. Che sono, verosimilmente, solo all’inizio di un lungo percorso. Il Governatore faccia questo non solo per sé, ma per la sua Città! Che non può affrontare il pauroso vuoto di potere che si profila nel prossimo futuro””.

Se provate a fare i calcoli temporali vi accorgerete che l’avviso di garanzia a De Luca è stato notificato il 10 novembre 2021, cioè un mese dopo il blitz; quindi l’attacco brutale dell’ex pm può far pensare alla circostanza che l’ex magistrato il giorno 12 ottobre 2021 già sapesse dell’avviso che stava per arrivare al governatore; un avviso che andava forse sostenuto in anticipo da un attacco mediatico ben costruito, addirittura d un ex magistrato di vaglia come Russo è comunque stato.

La gente comune, che è il lettore tipo dei giornali, dimentica un piccolo particolare accaduto il 4 novembre 2021 quando sulla scena irrompe un personaggio molto importante che con una sua dichiarazione sembra quasi avallare le accuse di Russo e giustificative per il governatore non ancora sceso in campo dopo la clamorosa chiamata dell’ex pm.

Ma di questo ci occuperemo nella prossima puntata.

 

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