Sanremo e Salerno: da Blanco a Fiorito

 

Aldo Bianchini

Gianni Fiorito

SALERNO – Sinceramente non riesco spiegarmi, eppure ho una certa età, come sia possibile che in un Paese in cui a  tutto si trova una soluzione oppure una pezza giustificativa non si riesca a smetterla di attaccare brutalmente il giovane Gianni Fiorito (presidente dell’Associazione Limen) reo, pensate un po’, di aver organizzato all’interno dei locali della Fondazione Menna una festicciola per il suo compleanno senza (probabilmente !!) dire niente a nessuno. Per quel nessuno intendo i responsabili della Fondazione, presidente dott.ssa Letizia Magaldi in testa.

Una polemica infinita e mediaticamente molto sostenuta pur di condurre una battaglia senza esclusione di colpi contro l’assessore alla trasparenza, l’ex magistrato Claudio Tringali, reo anch’egli di aver prima inserito tra i suoi stretti collaboratori il giovane Fiorito e poi di non aver speso un sola parola sulla pesante pietra dello scandalo provocato in primis dalla cazzata fatta dal ragazzo e infine di averlo ancora mantenuto nello staff.

Io davvero resto sconsolato, ma c’è qualcuno in grado di capire che siamo di fronte ad una cazzata commessa da un giovane, anche inesperto di pratiche politiche, che da qualche anno a questa parte sta dimostrando con i fatti di essere in gamba e molto capace in settori, quale ad esempio la tecnologia applicata all’amministrazione, che fino a poco tempo fa non era neppure arrivata sotto i portici del Comune.

A Sanremo assistiamo addirittura al fattaccio di un giovane cantante che sfascia il palco dell’Ariston e tutti, o quasi, pronti a dire che in fin dei conti si è trattato soltanto di una cazzata commessa da un giovane; e il “reato” commesso da Gianni Fiorito cos’è, non è una cazzata.

Sulla vicenda, come da par suo, si è speso anche l’altro ex magistrato, Michelangelo Russo, che nella sua personale guerra contro Tringali non trova occasione migliore che sparare a zero contro Fiorito per colpire ancora una volta il suo ex collega e già sessantottino come lui.

Roba da terzo mondo poi il maldestro tentativo di colpevolizzare di nuovo Fiorito per il fatto che la sua Associazione poteva utilizzare gli spazi della Fondazione e le altre associazioni no. E qui spunta finanche quello che secondo alcuni passerà alla storia come il capolavoro della Magaldi, ovvero la geniale idea di un bando pubblico per garantire a tutte le associazioni (purtroppo ce ne sono tantissime delle quali molte a sfondo produttivo di piccolo potere personale !!) parità di accesso agli spazi sociali. Un fatto normalissimo che doveva essere concretizzato da tempo e che qualcuno vorrebbe farlo passare come un capolavoro storico. Ma dove viviamo !!

Nessuno, però, ha rimarcato che questo innanzitutto non è un problema di Fiorito e neppure di Tringali che è stato per poco tempo presidente della Fondazione e non padre padrone come scrive Russo; ma non è neanche colpa della Magaldi; è un problema che viene da lontano e investe anche il Comune.

Quindi nessuna ovazione da stadio di fronte all’idea storica della Magaldi che, al pari di Tringali, poteva pensarci anche prima di allargare alle altre associazioni.

E Gianni Fiorito ? Sicuramente va punito per la cazzata che ha fatto (nulla a che vedere con quella di Blanco fatta in eurovisione davanti  a decine di milioni di telespettatori) ma dopo la punizione, se possibile anche simbolica, va decisamente lasciato in pace per consentire alla sua associazione di continuare ad usufruire degli spazi sociali, semmai a parità delle altre.

La violenza contro Fiorito, dicevo, mi ha stupito; ma nessuno si azzarda a mettere il dito nella piaga, facendo nomi e cognomi, delle tante altre associazioni salernitane che godono di spazi molto privilegiati nel silenzio assoluto; e questo grazie ai favoritismi politici che vengono da lontano.

 

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