Rio Mercatello: “detour impossible”

 

Aldo Bianchini

Le strade dopo l'esondazione del Rio Mercatello

SALERNO – Spesso ripeto il detto che “non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire” che, per la fattispecie di oggi, dovrei tramutare in “non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere o leggere”.

Saranno una quindicina di anni che mi affanno a mettere in evidenza la pericolosità del Rio Mercatello a causa di una deviazione forzata del letto del torrente (“detour impossible” direbbero gli americani) a circa duecento metri dalla foce.

Adesso,  a frittata servita con l’esondazione di qual he giorno fa, tutti a menar vanto con il fatidico “io l’avevo detto” ma nessuno a raccontare l’unica verità esistente e cioè la deviazione impossibile nei pressi della sua foce.

 

 

La sede del comando provinciale dei Carabinieri di Via Mauri a Salerno, a cavallo della deviazione del Rio Mercatello

Ed io qui a ripeterla per l’ennesima volta questa verità nascosta:

  • Nel corso degli anni ’80 a cavallo delle amministrazioni comunali dei sindaci Ennio D’Aniello, Renato Borrelli, Alberto Clarizia (due volte sindaco), Aniello Salzano, Nicola Visone (due volte sindaco), Vittorio Provenza e Vincenzo Giordano fu progettata e realizzata una mostruosa opera di sbarramento, con cemento armato, del letto del torrente poco prima che toccasse la proprietà del compianto ing. Ernesto Ricciardi (assessore ai lavori pubblici nella prima consiliatura di Vincenzo De Luca) per deviare il suo corso in modo tale da ricomprendere in un solo lotto i due appezzamenti di terreno che l’ingegnere possedeva sui due lati del Mercatello. Il tutto per consentire l’edificazione della struttura che ospita il comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri; nessuno, ovviamente, pensò che quello sbarramento potesse creare una “bomba ecologica” inimmaginabile che, grazie a Dio, fino ad oggi non è esplosa. Dove erano gli ambientalisti e perché nessuno ostacolò quella scelta ?  Ma questi, ovviamente, sono argomenti che non tirano, non producono voti e soprattutto i lavori in sottosuolo per le aste torrentizie e per le fogne non si vedono e, quindi, possono essere rinviati sempre, di amministrazione in amministrazione. Per buona pace di tutti. Come se nel ’54 non fosse accaduto nulla, si é proceduto nei decenni a ricoprire (tombare) buona parte delle aste torrentizie se non, in qualche caso come la Fusandola e il Mercatello, a deviarle. Il caso piú clamoroso é senza dubbio quello inerente il palazzone dove ha sede il comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri. Ma gli scienziati dell’epoca non si persero d’animo e detto fatto deviarono il corso naturale del torrente edificando nel punto di deviazione un gigantesco muro sotterraneo di cemento armato. Secondo alcuni altri scienziati, perché nel nostro Paese ci sono sempre almeno due correnti di pensiero, venne creata una specie di “bomba eco-idrogeologica” dagli esiti futuri assolutamente imprevedibili. Fortunatamente fino ad oggi non é accaduto niente, la speranza é che non accada mai niente ma la Caserma e l’intera zona circostante potrebbero essere continuamente esposte ad un rischio elevatissimo.

Cosa c’entra tutto questo con quanto avvenuto pochi giorni fa con tutti i danni provocati dall’esondazione; probabilmente niente. Ma qualcuno dovrebbe cominciare a chiedersi, prima che sia troppo tardi, se quella deviazione ha contribuito o meno alla recente esondazione facendo da tappo tra la foce e la piena proveniente dalle colline con al seguito terra, alberi, pietre e materiali pesanti.

Capisco che sono tutti concentrati sulla deviazione della Fusandola perché lì c’è un processo in corso che tira mediaticamente, ma una maggiore attenzione per la deviazione impossibile del Mercatello sarebbe oltremodo doverosa.

 

 

 

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