Tribunale Sala C.: la politica valdianese come … “a capezza man ‘o zengar”

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Doveva essere un incontro costruttivo, soprattutto per capire se il Tribunale di Sala Consilina riaprirà i suoi battenti; è finita con una delusione totale tra spiccati personalismi che non portano acqua al mulino della causa comune. Non c’è niente da fare la politica del Vallo di Diano dimostra ancora una volta di non sapersi rialzare neppure di fronte ad un problema come il Tribunale e di non essere capace di spronare, al di là dei colori, le sue due migliori potenzialità (Matera e Pellegrino) e si incarta con quegli squallidi giochetti di paese, gli uni contro gli altri armati.

Doveva essere un venerdì produttivo, quello del 14 luglio scorso presso l’aula consiliare del Comune di Sala C., si è rivelato invece alla stregua di una sceneggiata napoletana:  “Porte chiuse … no aperte, vietato fare domande … invece si, vietato fare fotografie e riprese video … invece si, i giornalisti fuori non solo dall’aula consiliare ma addirittura dal palazzo (questo mi è stato ingiunto con fare autoritario da un signore di mezza età qualificatosi come “ufficiale giudiziario”) perché la riunione era segreta (quasi come una setta massonica) ed a porte chiuse. Incredibile, quasi come se nell’aula si dovesse discutere dello stupro di gruppo di una minorenne anziché del destino del tribunale. Insomma giornalisti prima bistrattati e poi recuperati, anche se soltanto in parte; una stampa locale che (sebbene raggruppata in due distinte associazioni ben costruite) va ancora avanti senza una linea comune, almeno nel rapporto con la politica e le istituzioni territoriali. Insomma ognuno, come i politici, va liberamente a briglie sciolte.

“A capezza man ‘o zengar” non per denigrare quella fascia di cittadini ancora vittima della residenza instabile, piuttosto per evidenziare l’instabilità e la poco concretezza della politica locale che avrebbe bisogno di un capo per prendere la capezza, ma non lo vuole. Ci sono troppi capetti.

Qualcuno, quando è arrivato in sala il consigliere regionale Matera, si è chiesto il perché dell’assenza di Pellegrino. Semplice, non era stato invitato. Il sindaco di Sala C., per spegnere le polemiche, avrebbe detto che non ha invitato lui il consigliere regionale Matera (che si sarebbe quindi presentato autonomamente) e neppure i tre parlamentari presenti (De Luca, Iannone e D’Alessio), i quali sarebbero stati invitati dall’avv. Paladino che muovendosi come se avesse una specifica delega  ha scritto addirittura una lettera al direttore del centro per l’impiego dr. Vanni Ritorto per istruirlo sulla proprietà dei locali ex tribunale che adesso devono essere svuotati. E Paladino, che persona seria è, non si sarebbe mai infilato in un discorso complesso e controverso senza avere alcun titolo per farlo, tranne quello di “già assessore provinciale” e di presidente di alcune associazioni.

Per una politica oculata dovrebbe essere abbastanza semplice chiamare a se i due consiglieri regionali (votati rispettivamente dal 50% degli elettori valdianesi) e delegarli come rappresentanti territoriali per la difficile battaglia del tribunale. Dovrebbe funzionare così, ma nel Vallo accade che ogni politico pensa di essere il migliore e di poter dialogare per proprio conto, attraverso le proprie amicizie, con le autorità centrali, in un profluvio di parole e di carte senza senso. Ecco perché la riapertura del Tribunale di Sala Consilina rimarrà ancora a lungo nei sogni di tutti.

 

 

One thought on “Tribunale Sala C.: la politica valdianese come … “a capezza man ‘o zengar”

  1. IL TRIBUNALE DI SALA CONSILINA NON DOVEVA ESSERE SOPPRRESSO nell’ambito della disastrosa riforma Severino. sulla riapertura di alcuni dei 31 Tribunali soppressi da dieci anni ,il Ministro della Giustizia On. Carlo Nordio ha ufficialmente confermato alla camera dei deputati: «È all’esame la possibile riapertura di sedi giudiziarie già soppresse», spiegando di ritenere «giustificata la preoccupazione della riduzione della giustizia di prossimità» e la sua adesione «all’idea di rivedere queste disposizioni». «Il governo ha prorogato l’avvio della soppressione dei tribunali dell’Abruzzo e delle sezioni distaccate isolane ed è all’esame la possibile riapertura di sedi giudiziarie già soppresse, anche come eventuale rimodulazione delle relative competenze territoriali».Il sottosegretario alla Giustizia, Andrea Delmastro ha confermato che «C’è la chiara volontà del Governo di rivedere complessivamente l’infausta revisione della geografia giudiziaria, una riforma che ha fatto arretrare lo Stato in uno di quegli ambiti in cui non può e non deve arretrare, che è la Giustizia. La chiusura di sedi di uffici giudiziari non ha provocato «Risparmi di costi, che non si sono visti, la migliore qualità non si è vista».Un provvedimento che ha sortito esattamente l’effetto contrario: allontanare lo Stato dai territori colpiti e dilatare dei tempi della Giustizia», ha detto il Senatore Ernesto Rapani, componente della commissione Giustizia del Senato. Per prima la Campania, per il Tribunale di Sala Consilina, ha approvato all’unanimità una legge e successivamente le regioni Abruzzo, Calabria, Toscana e Lombardia sono disposte a farsi carico delle spese di gestione e di manutenzione.

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