Elezioni regionali 2020: Il voto a Salerno città e il “sistema di potere geocentrico deluchiano”

 

Aldo Bianchini

Luciano Provenza (avvocato - scrittore)

SALERNO – Un paio di giorni fa questo giornale, con convinta disponibilità ha pubblicato un approfondimento inviato dall’avvocato giornalista Luciano Provenza che, in maniera impareggiabile e con tratto di penna molto pungente, ha evidenziato i pregi e i difetti del “voto bulgaro” che la Città di Salerno ha tributato al suo migliore “figlio adottivo”: Vincenzo De Luca.

Consentitemi solo qualche appunto prima di inserirvi nell’approfondimento di Provenza; per prima cosa va evidenziato che la città di Salerno dando il 75,08 % dei consensi al suo figlio adottivo ha quasi pareggiato l’intera regione del Veneto che ha dato a Luca Zaia addirittura il 76,08%; per seconda cosa che De Luca, ormai a tutti gli effetti cittadino salernitano, è necessariamente un figlio adottivo perchè viene dalla Basilicata essendo nato a Ruvo del Monte in provincia di Potenza; per terza ed ultima cosa che il famigerato “voto bulgaro” si registra sia negli schieramenti di sinistra che in quelli di destra, quindi è da attribuire essenzialmente all’uomo che lo identifica e non tanto agli elettori che vanno assolti e liberati dal fardello dell’ipotetica assenza di cervello pensante.

Percentuali di consensi assolutamente impressionante ma anche pericolosa; sento spesso dire quando vince la destra che le alte percentuali sono determinate anche dalla malavita organizzata; la stessa cosa dovrebbe accadere per la sinistra; probabilmente è una ipotesi peregrina che andrebbe tutta dimostrata nei fatti. Quando la gente vota non appartiene ad alcuna specifica categoria sociale.

La grande maggioranza degli elettori, invece, ragiona comunque con la propria testa e va rispettata quando in maniera bulgara (si fa per dire !!) sceglie un “uomo solo al comando” sul quale riversare un consenso straordinariamente alto.

A Salerno da ben 27 anni governa un solo uomo, nel Veneto da oltre 15 anni governa un solo uomo; non credo proprio che i salernitani siano meno pensanti dei veneti e che i veneti siano più pecoroni dei salernitani; se si ragiona su questo si può anche salutare lo straordinario successo come la vittoria di “un genio della politica” che l’ha studiata, interpretata e asservita al suo personalissimo modello operativo che in gergo politico si chiama “sistema di potere geocentrico deluchiano”.

Ma ritorniamo all’approfondimento dell’ottimo avvocato Luciano Provenza che nella prima parte del suo scritto ha detto che: “Il voto plebiscitario della città di Salerno per Vincenzo De Luca evidenzia l’amore viscerale che i cittadini nutrono per il Governatore. Il 75,08 per cento l’ha preferito a Stefano Caldoro. Una percentuale bulgara, segno della fiducia incondizionata dei cittadini verso Vincenzo De Luca. Quando sulla scheda elettorale c’è il suo nome, gli elettori salernitani restano ipnotizzati e appongono la croce quasi in modo automatico, come se non esistessero alternative. Quando c’è lui non c’è partita! Il dato recente assume ancor di più un valore significativo se si pensa alle politiche del 2018, che punirono fortemente il centro sx a beneficio dei 5 Stelle. Dopo appena due anni i pentastellati nella nostra città passano ad una percentuale irrisoria: appena il 6,19 per cento. Questo dato deve far riflettere anche sugli esiti del referendum. Infatti la vittoria del SI con il 69,09% dei voti non può essere attribuita ai 5 Stelle, che in città hanno avuto appena il 6,19%”.

Ed ha continuato scrivendo che: “Salerno storicamente è stata sempre una città di destra e probabilmente l’unico uomo che ha incarnato gli ideali e i valori della destra sociale è stato proprio Lui, Vincenzo De Luca. In realtà, chi lo conosce bene, sa che il Governatore ha una personalità ed un modus agendi che poco si addicono ad una sinistra moderata, anzi talvolta la Sua personalità sembra rievocare il decisionismo di Benito Mussolini”.

Riflessioni molto argute, quelle di Provenza, che richiamano in un certo senso la vera storia di questi ultimi 27 anni nel corso dei quali Vincenzo De Luca ha avuto la capacità di ammaliare nell’ordine: Nino Colucci e Enzo De Masi (prima MSI e poi Alleanza Nazionale), Enzo Fasano (prima Alleanza nazionale e ora Forza Italia), Edmondo Cirielli (prima MSI, poi Alleanza Nazionale, infine Forza Italia e Fratelli d’Italia) e non buon ultimo l’ex viceministro Nicola Cosentino (detto Nick l’Americano) che fu determinante per la vittoria di De Luca nelle amministrative del 2006.

Insomma, cosa dire, un uomo che è capace di “assemblare” simili accordi merita i consensi bulgari di cui è stato destinatario unico e legittimo.

 

 

 

 

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