SALERNO & RIEQUILIBRIO: prima di tassare, incassate almeno i contributi della Regione

 

da Alfonso Malangone

(coordinatore Ali per la Città)

 

Palazzo Guerra - sede del Comune di Salerno

SALERNO – La “genesi del disavanzo”, ricostruita dall’Assessora al Bilancio, dott.ssa Adinolfi, nella relazione di adesione al decreto Aiuti, merita una riflessione ulteriore, rispetto al commento di alcuni giorni addietro. I nuovi sacrifici che saranno chiesti ai cittadini, in un contesto di crisi generale e di crescita abnorme dei costi di tutto ciò che serve per vivere, impongono di approfondire le motivazioni della ‘disgrazia’ anche per individuare possibili soluzioni meno dolorose.

Secondo le considerazioni dell’Assessora, le cause sono ‘esogene’, cioè esterne, e da ricondurre ai minori incassi conseguenti alla riduzione dei trasferimenti statali dopo il federalismo fiscale del 2009. Epperò, in dieci anni, l’Ente ha programmato la sua attività con cadenze annuali e proiezioni triennali, elaborando sia i DUP, i Documenti Unici di Programmazione, sia i Bilanci di Previsione, sulla base di combinazioni finanziarie che hanno sempre assicurato la chiusura in pareggio di quei documenti, come imposto dalla Legge. E, tra le diverse variabili considerate, non è certo mancata quella dei più ridotti fondi governativi. In realtà, i veri scompensi, pure per importi considerevoli, sono intervenuti tra le previsioni iniziali delle Entrate e le risultanze finali delle chiusure annuali, così alimentando ‘buchi’ nella copertura delle spese risolti con il ricorso ai debiti finanziari. Quindi, più che a cause ‘esogene’, i 169,9milioni di euro del disavanzo sarebbero correttamente da attribuire all’insoddisfacente andamento delle Entrate tributarie ed extra-tributarie che sono state incassate, storicamente, per non più del 60-65% della previsione e per importi totali corrispondenti all’incirca a € 115milioni. A parte il 2020, davvero infelice. Questo, si legge nella serie storica almeno degli ultimi cinque Bilanci, perché sul nuovo sito del Comune non ce ne sono altri, salvo errore. In ‘cifre’, ogni anno, circa € 60milioni di entrate preventivate, auspicabilmente non ‘gonfiate’, sono diventati crediti da incassare, cioè Residui Attivi, che, dopo un decennio e al netto delle parziali riscossioni, sono arrivati al fantastico importo di € 457,3milioni di fine 2021. Su questi crediti, sarebbe stato opportuno assumere un atteggiamento di cautela, non essendone certo l’incasso. All’opposto, sembra che le spese non siano state ‘trattenute’ e che siano state impegnate tutte le somme disponibili in Bilancio pagando i fornitori con le anticipazioni di liquidità in attesa delle auspicate riscossioni. Che, invece, sono mancate. Così, è verosimile che sia questo il motivo del primo posto assegnato a Salerno, in Italia, per disavanzo pro-capite, escluse le Città Metropolitane. Un bel record. Una domanda: è possibile sia sfuggito agli Amministratori nel corso degli anni e, adesso, alla dott.ssa Adinolfi?

In ogni caso, se davvero le premesse del ‘disastro’ fossero di dieci anni fa, sarebbero ancor più ingiustificabili le tante dichiarazioni rassicuranti sulla situazione finanziaria dell’Ente. Da ultime, quella della prof.ssa Avossa, nell’autunno scorso (fonte: 8pagine), e della stessa Assessora che, fino al Consiglio del 31 Maggio scorso, ha sempre negato la presenza del pre-dissesto (fonte: laCittà), salvo cambiare idea il giorno successivo. I cittadini sono stati presi in giro?

Ora, prima di mettere le mani nelle loro tasche, sarebbe doveroso impegnarsi a incassare i crediti, come farebbe qualunque azienda, a qualsiasi livello di attività. Nel dettaglio, come già detto in altra occasione, i Residui di € 457,3milioni possono essere ripartiti in due gruppi: per attività correnti, € 358.438.430,50, e per investimenti, € 98.912.036,85. Premesso che i dati sono forniti ‘con riserva e salvo errore’, perché estrapolati da 77 pagine di dettaglio, nel primo gruppo sono presenti importi dovuti da terzi per € 110milioni di spazzatura; € 55milioni di multe; € 34milioni di IMU; € 10milioni di Tares,; € 1milione di Tosap; € 3milioni di pubblicità; € 11milioni di fitti/canoni; € 16milioni di vendite; e tanto altro ancora per € 55milioni. Sono incassi assolutamente incerti. Però, se solo si riuscisse a recuperarne il 40%, sarebbero ben € 120milioni di Entrate. Un mare di soldi. Epperò, c’è anche un gruppo incassabile al 100%. Sono i contributi per € 61.528.988,55 dovuti, nella quasi totalità, dalla Regione Campania. Tra, essi, € 600.000,00 per la cultura (anno 2015); € 903.580,64 per il turismo (anno 2017); € 309.504,46 per i giovani (dal 2017 in poi); € 5.153.491,00 per il Teatro Verdi (dal 2020); € 727.008,89 per il trasporto scolastico (dal 2019); € 5.790.061,02 per attività di integrazione (dal 2015); € 8.288.398,98 per la scuola dell’infanzia (dal 2013); € 11.519.188,15 per il disagio sociale (dal 2015); € 15.904.691,86 per pazienti e anziani (dal 2013); € 1.014.914,48 per il Premio Charlot (dal 2017); € 1.173.416,08 per luminarie (dal 2017); € 140.953,29 per Universiadi, Musei in rete e SlideDoor di Scabec; € 441.985,21 per le scuole (dal 2020); ed altro ancora, fin dal 1999. Solo per curiosità, ci sono pure € 563,00 (cinquecentosessantatre/00) del 2020 per le ‘donne colpite da alopecia’. Ma, c’è stato un provvedimento per questa pur grave fattispecie?

In totale, sommando questi contributi con il 40% degli altri residui, si arriverebbe al totale di circa € 180milioni. Si potrebbe sanare tutto! Per questo, l’adesione al decreto, dopo ripetute smentite, induce a temere che siano corrette le critiche mosse sulla ‘veridicità’ dei Bilanci e che essa sia frutto della volontà primaria di attivare lo scudo offerto dal Governo contro le responsabilità, anche patrimoniali, degli Amministratori. Se fosse, e sotto ogni riserva, la dott.ssa Adinolfi potrebbe aver offerto una ‘spiegazione’ per non riconoscere che i Residui, pure se ‘Attivi’, sono lì solo per ‘far quadrare’ i conti. Del resto, Lei stessa ne ha annullati per € 72milioni a fine 2021 (fonte: Bilancio, pag. 47).

Adesso i cittadini incolpevoli saranno chiamati a pagare. Cioè, chi ha operato, sapendo, uscirà indenne, mentre chi ha creduto, resterà bastonato. Ma, se pure è possibile che la fiducia possa essere ingannata, giammai dovrebbe essere tradita da chi, per questo, può mettere in gioco la Sua storia professionale. Sarebbe opportuno che la dott.ssa Adinolfi spiegasse alla Città se i Bilanci sono carta straccia. Grazie.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 22/06/2022

 

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