Giovanni Novellino: un fine narratore

 

Aldo Bianchini

Nell'ordine, d sinistra: io vice sindaco Attilio Romano, il sindaco Carmine Adinolfi, lo scrittore Giovanni Novellino, il parroco don Giuseppe Puppo, il moderatore Pietro Cusati e il presidente della Pro Loco Giuseppe Viola

CASALBUONO – Ne è valsa sicuramente la pena; prima per scalare la lunga salita che porta al “castello baronale” e poi, quasi a notte fonda, per perdersi nelle stradine tra i numerosi e più che romantici vicoli ricolmi di scalinate di Casalbuono, per riconquistare alfine l’agognata autovettura dopo aver assistito ad uno spettacolo a dir poco unico.

Il tutto incastonato a meraviglia in un centro storico, perfettamente e rigorosamente tenuto anche sotto il profilo della pulizia, da un’amministrazione retta dal sindaco (Carmine Adinolfi) e dal vicesindaco (Attilio Romano, già storico sindaco e attuale presidente del GAL) che dalla piccola (in senso di sviluppo urbanistico su un territorio ristretto) Casalbuono hanno creato un affascinante ed accogliente borgo, sicuramente tra i primissimi dell’intera Regione Campania.

E nell’incantevole salone delle feste del Castello Baronale (oggi noto come Palazzo Baronale) ho assistito ad uno spettacolo che di rado mi è capitato di vedere nella mia pur lunga carriera giornalistica in giro per le tante realtà culturali che il territorio regionale riesce ad esprimere al meglio dal punto di vista dei contenuti e dell’organizzazione.

Ebbene giovedì sera, 11 agosto 2022, nel Castello Baronale di Casalbuono c’è stato tutto questo, con il valore aggiunto della presenza di un personaggio dall’alto profilo culturale e narrativo qual è il prof. Giovanni Novellino, maestro di intere generazioni di giovani casalbuonesi e valdianesi. Un personaggio che non esito minimamente a definire “fine narratore” per la maniera con cui si è virtualmente proiettato tra i numerosi spettatori, la sua gente, che pendevano letteralmente dalle sue labbra che non soltanto narravano le vicende riportate nell’ultimo suo lavoro letterario ma le rendevano visibili come immagini di una sceneggiatura ben curata e ottimamente scritta.

Una narrazione sciolta, disinvolta e accattivante che ha tenuto la platea quasi in apnea ed incollata alle proprie sedie senza respiro per oltre novanta minuti; una narrazione, opportunamente stimolata da Giuseppe Viola (presidente della Pro Loco Casalbuono) ed esternata dall’autore del libro non da ruvido e pretenzioso professore d’altri tempi, piuttosto da uomo che è parte integrante di quel popolo che vuole sentirsi raccontare la propria storia in una sorta di proiezione filmica senza tempo.

Note di storia locale: La croce dell’Annunziata – Il culto dei morti” (ed. Youcanprint di Lecce) questo il titolo dell’opera di Novellino che racconta, appunto, soltanto una piccola parte delle tante storie locali casalbuonesi; un racconto che riesce, nelle molteplici sfaccettature del viaggio a ritroso, partendo da una croce (quella dell’Annunziata) ad arrivare al culto dei morti in una congiunzione, quasi astrale, che “don Giuseppe Puppo” (parroco locale) nella sua presentazione, carica anche di senso religioso, così descrive: “L’opera del prof. Novellino non solo ristabilisce personaggi di un passato ormai lontano, ma ne tratteggia elementi di novità per i posteri. Sempre usando l’affermazione manzoniana <ai posteri l’ardua sentenza !>”.

Il tavolo dei relatori

Il momento più emozionante è’ stato registrato quando dalla platea è partito l’invito per il prof a continuare nella sua opera di ricostruzione di un passato mai dimenticato e ad allargare il suo lavoro ai tanti defunti che hanno fatto la storia casalbuonese e che ora riposano all’ombra della Croce dell’Annunziata.

La splendida ed emotivamente coinvolgente serata è stata ottimamente condotta dal noto giornalista valdianese  Pietro Cusati (segretario dell’Associazione Giornalisti Amici del Vallo di Diano) che, tra le altre cose, ha anche svelato che alcuni scritti del prof. Novellino sono depositati negli archivi della storica biblioteca del Senato della Repubblica.

Sentito, lungo, appassionato e scrosciante l’applauso che la folta platea ha voluto riservare al prof. Giovanni Novellino, un uomo del popolo, che è e rimane il loro storico ed il loro narratore preferito.

 

 

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