I potenti e il cinema.

Si sa che la politica, sia nel cinema che nella televisione, può essere tanto fondamentale nella realizzazione delle opere audiovisive per denunciare le criticità della società, come dimostrano i film di Elio Petri e di Francesco Rosi, quanto può essere devastante con atti burocratici e anche nel saper rovinare le reputazioni di attori, di sceneggiatori o di registi con atti di boicottaggio, come nel caso della documentarista Cecilia Mangini dopo l’uscita del documentario «Essere donne» del 1965, incentrato sulla condizione femminile nell’Italia del boom economico e che attualmente è considerato il primo vero documentario femminista italiano.
Tuttavia anche i politici hanno avuto modo di ritagliarsi una parte o apparire in uno sceneggiato della Rai, come nel caso di Carlo Calenda, attuale leader di “Azione” ed ex Ministro dello sviluppo economico, che recitò nel 1984 la parte di Enrico Bottini nella miniserie «Cuore» diretta dal nonno Luigi Comencini, trasposizione dell’omonimo libro di Edmondo De Amicis. L’anno prima fu la volta del “Divo” Giulio Andreotti che apparì nei panni di sé stesso nella pellicola «Il tassinaro» diretto ed interpretato da Alberto Sordi, nei panni di un tassista che riceve clienti importanti e non solo nella sua auto gialla.
Facendo un ulteriore passo indietro, il film del 1972 «Sbatti il mostro in prima pagina» di Marco Bellocchio, si apre con un comizio composto da democristiani, missini e monarchici nella quale è presente un oratore dai capelli lunghi e dalla barba folta: l’oratore in questione non è altro che un giovane Ignazio La Russa, futuro senatore e Ministro della difesa.
Di recente, nel 2020, l’ex Governatore della Puglia Nichi Vendola, ha partecipato al film «Tolo Tolo» di Checco Zalone, interpretando sé stesso e mandando a quel paese, con linguaggio poco edulcorato, il protagonista interpretato dallo stesso Zalone.

Dott. Vincenzo Mele

 

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