SALERNO – LA FIDUCIA CONCESSA E LA TRASPARENZA NEGATA

 

 

da Alfonso Malangone

(Ali per la città)

 

Palazzo Guerra, sede del Comune di Salerno: è una casa di vetro ?

Gentile Direttore,

l’asta milionaria per la vendita di Beni del Patrimonio Disponibile è stata prorogata dal Comune al 2 Dicembre dopo aver verificato, alla sua scadenza del 18 scorso, l’assenza di qualsiasi richiesta per ciascuno dei beni offerti (fonte: Comune). In elenco, a parte il campo Volpe, con un’area di oltre 4 ettari, al prezzo di € 9.744.470, e il parcheggio lungo l’Irno, di fronte al Grande Albergo, al prezzo di € 15.780.000, sono compresi altri 22 cespiti minori, cioè terranei, box auto e terreni, tra i quali anche il locale già utilizzato come infopoint presso l’ex Sala Capitol, al prezzo di € 290.500 (fonte: Comune). L’operazione è davvero significativa, sia per l’importo complessivo, pari a € 27.009.623,18, sia perché il ricavato è destinato a migliorare la struttura finanziaria del Bilancio. Secondo le norme vigenti, i proventi dovranno essere utilizzati per nuovi investimenti ma anche, a certe condizioni, per il rimborso delle quote capitale dei mutui (fonte: leggiditalia). Così, con la riduzione dell’indebitamento, si potrebbe accelerare il riequilibrio imposto dal ricorso al decreto Aiuti e, magari, pure rivedere i recenti aumenti di canoni e tributi.

Con la proroga, appare chiara la volontà dell’Ente di ‘fare in fretta’ evitando di seguire il ‘Regolamento per l’alienazione del Patrimonio Immobiliare Comunale’ che prevede la possibilità, non l’obbligo, di tenere fino a tre gare successive, con riduzione del prezzo del 20% per ciascuna di esse, prima di arrivare alla vendita diretta al 50% del valore di stima (art. 9 c. 8). Il rinvio, a parte i valori inalterati, rende possibile la chiusura delle cessioni entro la fine dell’anno, laddove ci fossero le offerte, con la registrazione contabile degli incassi in Bilancio. La crisi in atto, le difficoltà delle famiglie a pagare i tributi e la prevedibile diminuzione delle entrate, pone esigenze di liquidità assolutamente prioritarie. Ma, non facili da soddisfare, perché la rilevazione dell’entrata presuppone l’avvenuto ‘accertamento’ del diritto a riscuotere, degli estremi del debitore e dell’importo da incassare, dopo stringenti verifiche legali e tecnici. In sostanza, le obbligazioni tra Comune e acquirente possono considerarsi definite solo con la stipula del rogito notarile e con la sua sottoscrizione. Sono gli unici adempimenti che possono autorizzare la rilevazione contabile della cessione e l’incasso del controvalore (fonte: TUEL). Se, il pagamento dovesse slittare oltre la fine dell’anno, l’accertamento effettuato autorizza l’inserimento del credito da riscuotere tra i Residui Attivi di fine esercizio.

Ciò premesso, non può essere negato che dovrebbe rattristare tutti la perdita di ricchezze comuni per fronteggiare l’esito di gestioni che hanno portato a dichiarare un disavanzo di Bilancio pesantissimo, addirittura al primo posto in Italia, per quota pro-capite, tra le Città non metropolitane (fonte: 24Ore). Come dovrebbe rattristare tutti, l’avvenuto incremento di ogni voce delle entrate per riequilibrare i conti, compreso il contributo per la mensa scolastica da parte delle famiglie con Isee a partire da 6.000 euro (fonte: Comune). I bimbi non dovrebbero soffrire divisioni, per questo. In verità, sarebbe opportuno riflettere meglio su quali soluzioni diverse e innovative, più coerenti con la struttura economica e sociale della Città, possano essere adottate per trasformare scelte di gestione di ere ‘analogiche’ in nuove scelte da era ‘digitale’. E’ evidente, comunque, che il sacrificio dei beni ‘di tutti’ può giustificarsi solo se i ricavi attesi saranno utilizzati per il contenimento dell’indebitamento finanziario. Anche perché, in verità, sembra che siano stati già venduti i ‘pezzi’ più significativi e pochi ne restino in un elenco di cui, per di più, nulla è dato sapere. Infatti, se pure è noto l’inventario dei beni del patrimonio comunale, ultimo del 2021, non si sa quali siano quelli inseriti nella lista da alienare visto che la Delibera di Giunta n. 254 del 19/07/2022 e quella di Consiglio n. 23 del 26/07/2022 non sono consultabili sull’Albo Pretorio del Comune. Non sono presenti! Salvo ogni errore. E non è tutto. Anche nel DUP, il Documento di Programmazione che ‘spiega’ le scelte strategiche e operative alla base del Bilancio di Previsione 2022, manca il dettaglio dei beni da ‘sacrificare’, malgrado sia essenziale ai fini della sua approvazione. A pag. 149, ci sono i ‘quadretti’ vuoti. I Consiglieri lo hanno rilevato? Tutto questo appare incomprensibile, ingiustificabile e pure inaccettabile. Ne soffre il rapporto di fiducia tra Istituzione e Cittadini.

C’è da aggiungere, poi, che l’analisi delle fasi per l’accertamento delle entrate da alienazioni alimenta dubbi sul pregresso. Tra i Residui Attivi del Consuntivo 2021, è presente l’importo da incassare di € 16.578.401,88 riveniente da vendite di beni del Patrimonio. Tra esse, ci sono certamente: l’immobile di via Rafastia, ex Sirti ed ex Procura, venduto – salvo errore – per € 6.283.000; il Museo del Falso di via Porta Elina, venduto – s.e. – per € 425.125; uno dei terreni adiacenti ai lidi di via Clark, venduto – s.e. – per € 651.000. Su queste tre operazioni ci sono pubbliche notizie di anomalie procedurali che impedirebbero la chiusura della fase di accertamento. Per via Rafastia, un Consigliere Comunale ha denunciato l’assenza della preliminare verifica dell’interesse culturale da parte della Soprintendenza (fonte: salernonotizie). Per il Museo del Falso, il Comune è stato condannato dal TAR ad annullare la cessione per la presenza del vincolo storico-culturale (fonte: laCittà). Per il terreno adiacente al lido Siulp, è in atto una contesa giudiziaria (fonte: laCittà). E, quindi, se non è stato perfezionato il rogito notarile: come è stato possibile eseguire la registrazione contabile delle cessioni? Sarebbe opportuno un chiarimento perché scritture inappropriate renderebbero il Bilancio non veritiero con l’obbligo di rettifica del disavanzo. In peggio, ovviamente. E, cambierebbero pure gli equilibri interni. Così, non è un eccesso chiedere trasparenza se l’unica cosa davvero certa è che le conseguenze delle attività amministrative sono tutte a carico dei cittadini. Avrebbero buon diritto ad essere informati più e meglio, magari con la pubblicazione di tutte le delibere. La trasparenza non può essere una narrazione. Deve essere una regola di vita da rispettare. Facendo salva la buona fede di tutti.

Alfonso Malangone – Ali per la Città – 23/11/2022

 

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