Salerno e medicina: il medico senza gambe

Aldo Bianchini
SALERNO – Sarò anche un inguaribile romantico ma,a mio modesto avviso, ci sono due uomini politici che superano di una spanna tutti gli altri. Parlo ovviamente di casa nostra. I due uomini sono Carmelo Conte e Ciriaco De Mita. Peccato che non abbiano mai trovato un punto d’incontro e se le siano suonate, sempre, di santa ragione. Tutto il territorio extranapoletano ne avrebbe guadagnato in dimensione e spessore politico, sociale, economico e culturale. Detto questo vado subito al titolo di questo approfondimento. Perché la medicina (intendo la facoltà universitaria) a Salerno stenta a decollare e perché l’attuale Ministro dell’Università non ha firmato il decreto istitutivo della facoltà? Lo ha spiegato in maniera dettagliatissima, utilizzando un linguaggio assolutamente comprensibile, come del resto ha sempre fatto nella sua lunga carriera politica spezzata brutalmente da una magistratura che non perseguiva un disegno di giustizia. Insomma Carmelo Conte ha detto a chiare lettere che a fronte dell’ottimo lavoro svolto dal rettore Pasquino c’è stato un pessimo lavoro del direttore generale dell’azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona, Attilio Bianchi, che si è mosso su obsoleti schemi organizzativi per rispondere meglio alle esigenze politiche e per (questo lo aggiungo io…!!) meglio conservare il suo posto ad onta dei cambiamenti radicali dei governi regionali e provinciali. Insomma, come dire, che Attilio Bianchi ha badato più ad accontentare i diktat politici attraverso la sistemazione di primari, aiuti, medici, infermieri e personale di servizio che a creare i presupposti di una “facoltà di medicina” integrata senza copiare il modello, ormai superato, dei policlinici napoletani. “Sicchè si potrebbe verificare il caso di un medico che si laurei senza avere mai assistito a un intervento su un arto traumatizzato” scrive Conte nel suo approfondimento  (vedasi La Città del 29 gennaio 2012) mettendo in rilievo il caso reale dell’ortopedia salernitana cui sono stati assegnati dieci posti letto per la didattica e l’attività elettiva, esclusa la traumatologia che è stata riservata al primario ospedaliero. Come dire, in altre parole, che uno studente potrà frequentare soltanto una parte del reparto senza mai avere la possibilità di entrare nell’altra e toccare con mano un arto traumatizzato prima dell’intervento e, semmai, partecipare all’intervento stesso. Ma a Salerno, almeno per il reparto retto dall’ottimo Tonino Valente, e questo Conte non lo dice, c’è un problema in più. In pratica il lungimirante primario Valente, forse di sua iniziativa, ha già cambiato la denominazione del reparto chiamandolo in forma più moderna “ortotraumatologia” che in pratica è la fusione delle due branche in questione. Il rimescolamento delle due branche, come è più giusto che sia, produrrà probabilmente nuove ed inattese difficoltà e in pratica potrebbe trovarsi favorito l’altro reparto che, forse per un gap anche di natura professionale, non ha partorito la nuova tecnologia che, invece, ha portato avanti il dr Valente. In pratica uno studente di medicina rischia di essere più facilmente avviato nell’altro reparto e rimanere senza gambe (come dice Conte) che approdare in quello più moderno ed efficiente che in poco tempo è diventato onore e vanto del nostro ospedale cittadino. La colpa di chi è? Del direttore generale Attilio Bianchi, ovviamente, che sembra non aver retto il passo di alcuni primari (Di Benedetto e Valente tra i tanti!!) per assicurare il dominio politico sulle nomine e sull’assegnazione dei posti letto che la politica ha squallidamente ripartito grazie alla sua permanenza, da anni, ai vertici dell’azienda. Oltretutto in termini di costi l’aver creato una struttura didattica simile ai policlinici produrrà una spesa insostenibile da parte dell’azienda ed anche del Ministero. Il sogno di avere una reale “facoltà di medicina” a Salerno forse sfumerà, dopo le prime inutili lauree, per sempre sotto i colpi della crisi economica e della cattiva gestione amministrativa ed organizzativa. Il contratto di Bianchi scade il 26 febbraio prossimo, speriamo in meglio.

2 thoughts on “Salerno e medicina: il medico senza gambe

  1. Scusi Bianchini,
    lei che è così attento e sagace, sa dirmi il commissario dell’Asl Bortolotto che fine ha fatto. Come mai lei, appunto così attento e sagace, non se lo è ancora chiesto
    Grazie
    Carlo Peluso

  2. Leggo da tempo questo giornale, conosco Bianchini (l’ho detto più volte) e credo che non risponderà all’incauto Carlo Peluso il quale verosimilmente non legge sempre questo giornale. Se lo avesse fatto avrebbe scooperto che Bianchini il giorno 9 gennaio scorso è stato il primo a svelare che Botroletti era “fuggito” in Patagonia e che il suo commissariato era a rischio. Soltanto diversi giorni dopo la notizia anticipata da Bianchini fu ripresa prima da Il Mattino e poi dagli altri giornali. Se il bravo Carlo vuole può trovare ancora l’articolo nell’archivio del rrgiornale con molta facilità. Grazie dell’attenzione.

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