DA MONS. MARTELLA, VESCOVO DI MOLFETTA, UN ESEMPIO DI VICINANZA AGLI AMMALATI

Alfonso D’Alessio

Monsignor Luigi
Martella, nato a Depressa frazione di Tricase in provincia di Lecce il 09 marzo 1948, è vescovo della diocesi di Molfetta Ruvo Giovinazzo Terlizzi dal 2001, dopo esservi stato eletto nel dicembre del 2000. E’ uno dei successori dell’indimenticato don Tonino Bello, che resse la stessa diocesi pugliese dal
1982 al 1993. Terra fortunata questa piccola diocesi di appena 442 Kmq che conta poco meno di 140.000 abitanti sparsi in 36 parrocchie. I suoi pastori mostrano sempre vicinanza agli ultimi, incarnando così l’insegnamento evangelico di Gesù che invita a vedere anche in loro il Suo volto. Molfetta si
sforza di essere quella Chiesa che don Tonino definiva “del grembiule”, nella quale non si usano i segni del potere, ma si da potere ai segni. Questa è la forza di sentimento che traspare dalla lettera che Mons. Martella. il mese scorso, ha scritto agli ammalati. Non intendo farti da maestro, tu sicuramente avresti da insegnarmi tanto dalla tua cattedra di sofferenza. Non intendo neppure consolarti; intendo solo “partecipare”. E’ la dichiarazione d’amore e di profondo rispetto che il vescovo nutre per chi è appeso con Gesù sul trono della sofferenza. Umilmente desidera condividere, si mette dalla loro parte, cerca di portare con loro la croce che, quando riesce ad essere offerta, assurge a gesto d’amore gratuito. Partecipare vuol dire stare vicino, soffrire lo stesso dolore, capire, tacere, rendersi utili. Partecipare vuol dire non abbandonare al suo destino chi è nella prova, significa condividere il dolore, aiutare a sopportarlo. Partecipare significa pregare l’unico Essere in grado di confortare veramente: Dio il Consolatore”. Un vescovo, che anche nella firma della lettera “tuo – don Gino – Vescovo” esprime la semplicità del fratello che si fa compagno di strada, non può non assicurare a questi fratelli piagati nel corpo e a volte anche nello spirito, la propria preghiera costante. Un esempio che illumina la chiesa e dal quale occorre trarre tutti forza per essere strumenti di sollievo per i fratelli ammalati.

 

One thought on “DA MONS. MARTELLA, VESCOVO DI MOLFETTA, UN ESEMPIO DI VICINANZA AGLI AMMALATI

  1. Finalmente una voce vera, priva di retorica nell’affermare, non la distaccata vicinanza alla sofferenza ma la volontà di accompagnare il malato, nel percorso di sofferenza, non solo curandolo ma prendendosene cura ed imparando da egli quanto il dolore e la dignità siano compenetrabili nell’idea di Fede,

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