Termovalorizzatore: il prefetto Lombardi come Catenacci

Aldo Bianchini

SALERNO –  La vicenda legata alla costruzione del “termovalorizzatore” di Salerno va mano a mano assumendo i contorni dal sapore antico, molto antico. E’ la dimostrazione pratica che il malcostume esiste in ogni latitudine e longitudine del nostro benedetto Paese. L’agenzia di informazione “Agenda Politica” ha diffuso la notizia che il prefetto di Milano dott. Lombardi ha rilasciato all’impresa Daneco Impianti srl un “certificato antimafia” molto ambiguo, certificato che l’impresa avrebbe già consegnato ai “competenti” uffici della Provincia di Salerno che è la stazione appaltante. Nel documento si leggerebbe che “non esistono elementi ostativi né cause interdittive, tuttavia dalle informazioni assunte dal Gruppo Ispettivo Antimafia sono emersi alcuni elementi di contiguità familiare tra i vertici della Daneco ed alcune persone già raggiunte da interdizione antimafia emessa dalla Prefettura di Napoli”. Assolutamente imbarazzante per la Provincia di Salerno il documento rilasciato dalla Prefettura di Milano. Dopo vent’anni nulla è cambiato, da quando il prefetto di Salerno Corrado Catenacci alla richiesta del Comune di Salerno, sindaco il compianto Vincenzo Giordano, di chiarimenti sul certificato ambiguo rilasciato in favore dell’impresa di Gennaro Citarella che si era aggiudicata i lavori per la realizzazione dell’arredo urbano, rispose più o meno come Milano: “non esistono elementi ostativi né cause interdittive, pur tuttavia…..”. Allora il sindaco Giordano andò su tutte le furie, non assegnò l’appalto ed aprì una crisi istituzionale senza precedenti in danno della Prefettura, ora sarà interessante assistere alle mosse dell’on. Edmondo Cirielli perché ora come allora i lavori potrebbe anche assegnarli alla Daneco Impianti srl che , sotto la custodia del sindaco De Luca, ha già realizzato per il Comune l’impianto di compostaggio perfettamente funzionante. Sarà interessante, dicevo, vedere il comportamento di Cirielli che, al di là del fatto legale in se, dovrà dare seguito a precise scelte politiche fatte un anno fa quando per soli sette punti l’ATI Rcm-DanecoImpianti-Acmar si aggiudicò la gara per la realizzazione del termovalorizzatore battendo, contro ogni previsione, l’ATI Devitia Transfer-Lombardi. In pratica con una complicata scelta da parte della Commissione Aggiudicatrice fu scartata la Devitia-Lombardi capitanata da Antonio Lombardi che da tempo aveva abbandonato De Luca in favore di Cirielli, a tutto vantaggio della Rcm-Daneco-Acmar capitana dai  Rainone di Sarno che non sembrava politicamente molto affidabile almeno per il centro-destra essendo in quel momento ancora molto vicino al sindaco De Luca. Una vicenda assolutamente complicata e difficile da sbrogliare se si pensa alle mega inchieste giudiziarie che pendono sul capo della Daneco ad opera di varie Procure. Quella più interessante viene da Milano dove i pm Paola Pirotta e Paolo Filippini indagano su una presunta tangente di 700mila euro che Bernardino Filipponi (a.u. della Daneco Impianti) avrebbe erogato a Luigi Pelagi (capo segreteria tecnica ministero ambiente) per i lavori di bonifica della Sisal, una fabbrica chimica alle porte di Milano. C’è poi un’indagine della DIA di Salerno sull’intero “Gruppo Colucci-Pisanti” (Francesco Colucci è l’a.u. del gruppo, ndr.!!) che comprende la Daneco spa, la Daneco Impianti srl, la Latina Ambiente, la Terracina Ambiente, la Nuova Spra, la Enas Ambienti e la Colucci Appalti. La DIA di Salerno avrebbe preso le mosse sulla scorta di una relazione che Massimo Scalia (presidente prima commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo rifiuti) presentò nel 2000 ai presidenti di Camera e Senato (Luciano Violante e Nicola Mancino) in merito alla legittimità di numerosi appalti che il “gruppo” si era aggiudicato in varie parti d’Italia, tra Lombardia, Campania, Calabria, Sicilia ecc.. C’è infine l’interdittiva, come detto, della Prefettura di Napoli a carico di persone riconducibili alle varie società del gruppo. La palla, e che palla, passa nelle mani di Edmondo Cirielli che con la scelta di eliminare Antonio Lombardi ha fatto un altro grosso piacere all’avversario sindaco di Salerno infilandosi pari pari in un grosso dilemma. Senza dimenticarci, ovviamente, dello scandaloso (per non dire altro!!) balletto ministeriale e governativo delle attribuzioni delle competenze (tra Comune e Provincia!!) giunto fin sull’ingresso del salone di Palazzo Chigi in cui era riunito il Governo che sospese la seduta grazie all’intervento di Mara Carfagna che indusse prima Berlusconi e poi il ministro Maroni a sospendere la riunione per parlare con Bersani che era giunto lì tutto trafelato in compagnia di De Luca. Ed infine come non ricordare le passerelle sceniche e solo propagandistiche delle apparizioni di Elio Rainone con il sindaco De Luca a cavalcare la tigre della Salernitana Calcio. Non si può fare solo giornalismo di cronaca degli avvenimenti presenti, rischieremmo di dimenticare la storia per sempre.

 

 

 

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