Le sfide per un mondo sostenibile verso RIO+20

Le sfide per un mondo sostenibile verso RIO+20

 

 

Domenico Mastrovita

Il 30 marzo a Roma,  Achim
Steiner, sottosegretario generale dell’Onu e direttore esecutivo dell’Unep (Programma ambiente delle Nazioni Unite), durante l’Aurelio Peccei Lecture, (una conferenza annuale, organizzata dal Wwf e dalla Fondazioni Peccei in collaborazione con Unicredit, dedicata al vertice mondiale di RIO +20 sullo
sviluppo sostenibile)  ha sostenuto che il Mondo sta viaggiando ad una velocità superiore alla nostra capacità di reazione; inoltre ha aggiunto che in 200 anni di rivoluzione industriale
l’umanità è riuscita a cambiare le condizioni del Pianeta, concludendo che queste alterazioni in meno di 50 anni porteranno a far sparire i 2/3 degli esseri viventi che attualmente popolano gli oceani. Il direttore dell’Unep ha anche sostenuto che 1/3 della popolazione mondiale si ritroverà in breve a vivere in aree con seri problemi legati all’insufficienza idrica.Un ecosistema si evolve, perpetuando il suo equilibrio dinamico, se viene utilizzato nel modo corretto, da tutti gli esseri viventi che lo
popolano e ne sono parte. Tale legge non è diversa per gli esseri umani. Le forme sociali adottate dall’uomo restano stabili fin quando le risorse di base sono disponibili e accessibili.La società antropica, nella sua globalità, è connessa indistricabilmente con l’ambiente e con l’uso delle sue risorse. Quando nel 1973 ci si rese conto che le fonti di energia erano limitate, i mercati vennero scossi da forti ripercussioni dovute al rialzo del prezzo del greggio. Le società che ne risentirono maggiormente furono quelle che non controllavano
direttamente le sorgenti di energia petrolifera. In quel caso, chi avesse tenuto a disposizione un’ampia varietà di alternative meglio avrebbe risposto alla crisi. Si desume quindi che le società più diversificate meglio reggono all’impatto con le crisi proprio perché suddividono le responsabilità di sostentamento utilizzando bene le risorse di cui dispongono.Quella che oggi viene chiamata gestione “ottimale” dell’ambiente
rende il Pianeta affidabile per quanto riguarda lo sviluppo ma dall’altra parte lo rende insicuro soprattutto per i più poveri.La prima conferenza di Rio, nel 1992, tenuta dalle Nazioni Unite, aveva sottolineato il diritto che i Paesi hanno di poter disporre pienamente della biodiversità. Al momento però quest’obiettivo è alquanto lontano poiché viene imposto un controllo delle risorse genetiche attraverso l’utilizzo industriale dei brevetti. Le politiche del brevetto sono riuscite, in tal modo, ad assoggettare la materia vita al brevetto sulla vita. Quindi a molti
agricoltori viene preclusa addirittura la possibilità di selezionare in maniera autonoma le sementi che dipenderebbero altresì dall’industria sementiera. Dulcis in fundo, la risemina delle nuove generazioni di piante vegetali ottenuta dai semi ibridi sarebbe imprevedibile, in quanto i semi ibridi che vengono ricavati incrociando tra di loro 2 linee pure originano piante instabili e rischiose per la risemina.Le società così come si stanno strutturando vanno incontro a condizioni di stress estremo; ciò è reso ancora più evidente in quelle comunità umane che sono già obbligate a sfruttare in modo irrazionale le poche risorse di cui ancora dispongono ed è ovvio, che queste si esauriscano più velocemente, poiché l’ecosistema non è in grado di riprodurle alla stessa velocità con cui vengono consumate.Le soluzioni sono difficili da trovare poiché occorre ritrovare equilibrio se non si vuole aumentare il rischio di un tanto perpetuato collasso finale ed è a questo punto importante sottolineare come la biodiversità non si possa ricreare nemmeno attraverso l’industria dei brevetti.Gli scompensi di un sistema tutto impostato sulla speculazione sono evidenti. Questa rotta deve essere cambiata, ma per farlo occorrerà neutralizzare la speculazione in campo alimentare e implementare la cultura dello scambio; non è possibile speculare sull’alimentazione, sulla pelle dei più deboli e sull’ambiente.

5 thoughts on “Le sfide per un mondo sostenibile verso RIO+20

  1. E’ incredibile quanto il potere economico pesi su tutto, arrivi a condizionare anche la biodiversità e quindi la vita di tutti gli esseri viventi.. Urge correre al riparo…e senza tentennamenti!

  2. Potere alle idee, alla libertà di pensiero e spazio a tematiche come questa, ad articoli che dicano e trattino temi universali.
    Il mondo dovrebbe fermarsi un attimo e…Riflettere.

    Buona Pasqua

  3. Comincio a pensare che Freud avesse torto nell’affermare che nell’uomo sia più forte l’istinto alla vita rispetto a quello di distruzione! Come spiegare altrimenti certe scelte illogiche e dannose per l’uomo stesso?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *