PD: lo scandalo del 2009

Aldo Bianchini

SALERNO – Tutti ricorderanno che il 15 luglio del 2009, davanti al Polo Nautico di Salerno, andò in scena, anzi in sceneggiata tragicomica, uno dei momenti più bui della politica deluchiana degli ultimi due decenni. Il fatto. I giovani iscritti al PD dovevano procedere alla celebrazione del congresso regionale per la nomina della varie cariche. Alcuni di essi furono letteralmente aggrediti fisicamente davanti al Polo Nautico e non potettero raggiungere la sede del seggio elettorale per esprimere liberamente il proprio voto. Quel giorno dovemmo registrare un atto di assurda violenza fisica e di vero e proprio attentato alla democrazia interna di un partito che, invece, a queste cose è fermamente legato e che per queste cose farebbe battaglie inaudite. Ma a Salerno, purtroppo, andò in scena un’altra commedia e dagli spunti anche drammatici. Il segretario regionale Michele Grimaldi, il segretario provinciale Vincenzo Pedace insieme a Gaetano Di Maio, Rosario Falcone, Anna Ravile, Massimiliano Cataldo, Dario Pappi e Donatella Savino furono presi a sberleffi, a calci ed anche a pugni da un gruppo di scalmanati (dipendenti di una società mista espressione del comune di Salerno !!) che non avevano nulla a che fare con l’espressione democratica dei “giovani democratici”. Su tutti i giornali ho letto i nomi dei 14 aggressori, su questo quotidiano non li leggerete perché sarebbe una pubblicità gratuita per soggetti che, al di là del processo, hanno già abbondantemente disonorato Salerno e le sue istituzioni democratiche. Capisco che, forse, intendevano fare un piacere a qualcuno che non gradiva la “calata dei napoletani” su Salerno, ma la democrazia ha dei principi che vanno sempre e comunque rispettati. Del resto per capire che quei 14 non avevano nulla a che fare con lo splendido movimento giovanile del PD basta guardare la loro età media: 40 anni e sei mesi. Tutta gente, quindi, già abbondantemente decotta e disposta a tutto pur di dimostrare una “fasulla fedeltà” verso qualcuno che, probabilmente, non l’aveva neppure richiesta. Se poi leggete, sugli altri giornali, i nomi dei 14 sotto processo capirete da soli di quali personaggi stiamo parlando. Qualche giorno fa, infatti, è iniziato il processo ed i 14 sono finiti tutti alla sbarra per il reato cumulativo di “attentato ai diritti politici in concorso” e per alcuni “aggravato per avere impedito con violenza e minacce lo svolgimento del congresso”. Mi fa davvero piacere che, a distanza, di tre anni dai fattacci tutti gli aggrediti si siano costituiti parte civile. La querelle era nata perché la segreteria regionale del PD aveva annullato l’elezione già avvenuta in precedenza, di una candidata dichiaratamente filodeluchiana, per presunti brogli elettorali. Da qui la contestazione al momento delle nuove elezioni, sempre democratiche, e la prova di forza con schiaffi, calci e pugni. Una vergognosa pagina. Addirittura il gruppo aggressore durante i tafferugli, per sedare i quali dovette intervenire la Polizia di Stato, issarono anche il vessillo della Salernitana Calcio che nulla c’entrava con quell’assise democratica. Una pagina veramente vergognosa anche per chi, nei giorni successivi, cercò di giustificare se non di minimizzare i gravi fatti accaduti. Ora tocca al tribunale, tocca alla giustizia degli uomini “fare giustizia”. Almeno per quanto mi riguarda, la giustizia della coscienza ha già condannato, e da tempo, quei 14 aggressori.

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