ANNO DELLA FEDE, OCCASIONE PER RITROVARSI

Alfonso D’Alessio

Benedetto XVI ha indetto e aperto l’Anno della Fede. C’è un rischio che anche noi cattolici corriamo, quello di ritenere tutto scontato. Ora se questo sentire è grave in generale per ogni uomo, ed è causa tra le principali del degrado cui versa l’organizzazione sociale, per noi cattolici rappresenta un pericolo dalle sfaccettature ancora più subdole. Lo stravolgimento del rapporto che abbiamo con Dio, la tragedia per la quale non riteniamo più di sforzarci di piacere a Lui, ma semmai di sottoporLo al nostro giudizio, la tentazione di ritenerci non strumenti ma artefici principali dell’evangelizzazione, tutto questo rende in modo evidente la necessità di riflettere approfonditamente sulla Fede. Altro che scontatezza, è un’urgenza improrogabile pure nell’ottica del relativismo che sta rendendo un deserto il tempo contemporaneo. “In questi decenni è avanzata una «desertificazione» spirituale. Che cosa significasse una vita, un mondo senza Dio, al tempo del Concilio lo si poteva già sapere da alcune pagine tragiche della storia, ma ora purtroppo lo vediamo ogni giorno intorno a noi. E’ il vuoto che si è diffuso. Ma è proprio a partire dall’esperienza di questo deserto, da questo vuoto che possiamo nuovamente scoprire la gioia di credere, la sua importanza vitale per noi uomini e donne. Nel deserto si riscopre il valore di ciò che è essenziale per vivere; così nel mondo contemporaneo sono innumerevoli i segni, spesso espressi in forma implicita o negativa, della sete di Dio, del senso ultimo della vita. E nel deserto c’è bisogno soprattutto di persone di fede che, con la loro stessa vita, indicano la via verso la Terra promessa e così tengono desta la speranza. La fede vissuta apre il cuore alla Grazia di Dio che libera dal pessimismo. Oggi più che mai evangelizzare vuol dire testimoniare una vita nuova, trasformata da Dio, e così indicare la strada”. Sono queste le parole dell’omelia del Papa durante l’apertura dell’anno della Fede. Una voce di speranza, una strada per uscire dal torpore, una chiesa chiamata a non essere catacombale, così come la si vorrebbe ridurre, ma testimone dell’unica Via di salvezza. La fede come dice sempre Monsignor Luigi Moretti, arcivescovo di Salerno Campagna Acerno, serve a rendere più bella la vita. Se così non l’avvertissimo vorrebbe dire che siamo sulla strada sbagliata. L’anno della Fede ci aiuterà a tornare su quella retta.

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