Angellara Home/9: i segreti del processo, depositato l’appello

Aldo Bianchini

SALERNO – Nella precedente puntata di questa storia, quella pubblicata il 2 ottobre scorso, avevo anticipato che in questa avrei svelato due intriganti particolari. Il primo che ha toccato il cuore ma non la professionalità di Maria Teresa Belmonte, presidente del collegio giudicante che ha condannato Pierro, Lanzara e Sullutrone; il secondo attiene ad un giuramento che dovrebbe toccare il cuore dell’attuale arcivescovo Luigi Moretti.  Dicevo del cuore della dottoressa Maria Teresa Belmonte ed è proprio di quest’aspetto che intendo parlare. Tanti ani fa c’era una ragazzina che frequentava la piscina Vigor (compresa nel complesso del Villaggio San Giuseppe), parlo dei tempi di Ernesto Galdi e di Franco Ferrigno, tempi eroici per l’attività sportiva natatoria dell’intera città di Salerno, e non solo. L’aspirante nuotatrice era una delle più assidue ed anche delle più brave, ascoltava i consigli degli istruttori con grande attenzione ed umiltà, spesso notava la figura imponente e quasi ascetica di un sacerdote (don Comincio !!) che andava su e giù per l’impianto sportivo per controllare che tutto filasse liscio, una figura che incuteva timore e rispetto e che al tempo stesso trasmetteva sicurezza; quella ragazzina si chiamava Maria Teresa Belmonte. Prometteva sul piano sportivo ed anche bene, poi gli studi la strapparono presto alla passione del nuoto per proiettarla nella vita e nella società con ben altra valenza ed importanza. Mai e poi mai in quei giorni felici e spensierati del nuoto avrebbe pensato che un giorno avrebbe vissuto un’altra scena: lei seduta sullo scranno principale di un tribunale e davanti a lei come imputato proprio quella figura emblematica, quasi ascetica, del sacerdote “don Comincio”; lei per giudicare e lui per difendersi. A parti radicalmente invertite. Una scena lontana migliaia di anni luce da quella della piscina dove il personaggio preminente era quel personaggio con la tonaca nera che andava avanti e indietro, un personaggio che sembrava quasi irraggiungibile per una ragazzina alle prese con un impegno sportivo. Come è strana la vita, è bella anche per  questo. Ma cosa avrà provato Maria Teresa Belmonte, nel suo ruolo di presidente di un collegio giudicante, quando con i colleghi Fabio Zunica e Marilena Albarano in camera di consiglio ha dovuto mettere nero su bianco e sentenziare la condanna di “don Comincio” e di Mons. Pierro, l’uomo che ha resistito a qualsiasi tentazione e non ha svenduto il suo migliore collaboratore. Di certo le sensazioni emotive, innegabili, non hanno avuto il sopravvento sull’assoluto rispetto della legge che la Belmonte ha sempre e comunque dimostrato di avere. E  probabilmente mentre in aula leggeva la sentenza il suo pensiero andava ai giorni spensierati della Vigor, una piscina modesta nelle dimensioni ma enorme negli effetti benefici prodotti su intere generazioni di giovani, molti dei quali oggi ormai adulti governano la vita pubblica salernitana. Di questa piscina ritornerò a parlare prossimamente. L’altra particolarità di cui volevo parlarvi riguarda un giuramento, quello fatto da un sant’uomo come Mons. Gaetano Pollio che nel 1975 rifiutò di vendere tutto l’impianto del Villaggio San Giuseppe alla Guardia di Finanza che andava alla disperata ricerca di spazi, poi trovati nei pressi dell’ex Marzotto. Quella stessa Guardia di Finanza che, la mattina del 15 luglio 2008 con il maggiore Mazzotta e il tenente Mendella agli ordini del pm Roberto Penna, sequestrò e sigillò l’Angellara Home. Com’è strana la vita !!  In ballo c’erano ben 19 miliardi di vecchie lire e Pollio disse: “Non posso alienare un bene che è costato tanti sacrifici al mio predecessore Mons. Demetrio Moscato. L’ho giurato e io mantengo i giuramenti”.  Intanto l’iter processuale, dopo la sentenza di primo grado, continua. Pochi giorni fa i collegi difensivi di Mons. Gerardo Pierro, di don Comincio Lanzara e di Giovanni Sullutrone hanno depositato i motivi di appello presso la cancelleria della Corte di Appello di Salerno. Dalle prime indiscrezioni si è appreso che i difensori hanno messo l’accento su un unico importante aspetto della vicenda giudiziaria: “Un processo basato sul nulla”. Alla prossima.

 

One thought on “Angellara Home/9: i segreti del processo, depositato l’appello

  1. Dott. Bianchini, lasciate senza fiato per la capacità di cambiamento di casacca che avete e apprezzabile se non fosse cosi di basso profilo.
    Saluti. Giulio

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