ANCE: se riparte l’edilizia riparte lo sviluppo

Aldo Bianchini

SALERNO – Il titolo dato all’incontro con la stampa da parte dell’Ance/Salerno, degli enti paritetici (CPT – ESES – Cassa Edile – Edilsicura) e dei sindacati (Uil, Cisl, Cgil) è senza dubbio un titolo suggestivo. Corre, però, l’0bbligo di precisare che se è vero che “se riparte l’edilizia riparte lo sviluppo” è altrettanto vero che lo sviluppo non riparte solo se riparte l’edilizia, ma riparte se riparte anche l’edilizia. Scusandomi per il gioco di parole bisogna, comunque, dare atto che l’edilizia è una delle componenti più importanti per la ripartenza dello sviluppo. Nella sede dell’Ance, ieri mattina, è andata in scena soltanto il primo atto di una serie di incontri che si prefigge il raggiungimento di un obiettivo certo ed in tempi ravvicinati per superare la “crisi economica” che, arrivata da lontano, sta colpendo in maniera esponenziale il settore delle costruzioni fino al blocco degli appalti pubblici e del mercato immobiliare con l’aggravante non irrilevante dei ritardi nei pagamenti dei lavori eseguiti e della sostanziale negazione dell’accesso al credito. Come dire che dal “governo politico” si è passati in poco tempo al “governo delle banche”. Un plauso va al presidente dell’Ance di Salerno, Antonio Lombardi, per essere riuscito nella difficile impresa di mettere insieme, e con  le stesse motivazioni, i sindacati e le imprese per l’inizio di una campagna di verità nei confronti del Governo centrale, della Regione, della provincia e dei Comuni che devono ritornare a svolgere il proprio ruolo trainante per la ripartenza dello sviluppo. Il discorso partito ieri da Salerno è senza dubbio a largo raggio e coinvolge tutto il Paese. I dati sono allarmanti, la perdita di posti di lavoro altrettanto; la cosa grave è che i soldi ci sono, il problema è che non vengono spesi bene e nei tempi previsti. In questo squarcio si annidano tutte le variabili che spesso sfociano nell’illegalità lasciando spazio anche, se non soprattutto, alla malavita organizzata con tanto di colletto bianco (lavoro nero, lavoro illegale, false partite Iva, finte cooperative, ecc.). Pensare che i soldi della programmazione 2000/2006 vengono spesi nel 2013 è da se un fatto allucinante che mette in luce tutta la elefantiaca lentezza della politica. La qualità della vita a Salerno e provincia è catalogata al 97° posto, il tenore di vita al 107° posto per un reddito pro-capite pari a 14.600 euro; una discesa che non trova eguali negli ultimi quarant’anni. Nel comparto edile, a Salerno e Provincia, sono stati persi seimila posti di lavoro che arrivano a sedicimila con l’indotto; cifre veramente da capogiro che trovano radicamento nella stasi della progettualità e dei lavori pubblici con opere incompiute o mai avviate: stazione marittima, strada pisciottana, palasalerno, fondovalle calore, recupero centri storici, superstrada Salerno-Avellino, sono soltanto alcune delle opere nell’occhio del ciclone, ma l’elenco è molto più lungo. Eppure ci sono 204 milioni di euro per il dissesto idrogeologico, vari milioni per il residuo dei fondi PRO 2000/2006, per non parlare degli oltre 2 miliardi attraverso la defiscalizzazione e lo sblocco del piano città. Il presidente dell’Ance, Antonio Lombardi, non fornisce soltanto dati ma indica anche le eventuali soluzioni da adottare. Un miliardo e ottocento milioni di euro, secondo Lombardi, potrebbero essere sbloccati se solo la politica lo volesse (l’attacco è molto duro !!); basterebbe una nuova legge regionale, una progettazione di qualità, una conferenza servizi adeguata alla bisogna, attuazione dei decreti di finanziamento, gare di appalto specifiche e snelle, riattivazione dell’edilizia pubblico/privata. Il panorama pubblico è devastante, afferma Lombardi, se si pensa che su 158 comuni della provincia di Salerno soltanto 7 hanno il PUC approvato, mentre 28 sono in iter e ben 123 ne sono del tutto sprovvisti. Insomma se non si comincia da qui nessuna risoluzione sarà possibile e il settore continuerà ad affondare bloccando la crescita e lo sviluppo non solo della nostra Provincia ma dell’intero Paese. Mentre il presidente Lombardi snocciolava il suo intervento, molto sintetico e penetrante, ho pensato che da Salerno stava partendo probabilmente un modo nuovo di vedere la crescita e lo sviluppo, quasi come una vera e propria “Agenda Territoriale Ance”, buona anche per l’intero territorio nazionale, che non è di parte e che va inserita in un discorso complessivo dell’intero comparto al di là dei fatti o degli accadimenti specifici. Non è, sia chiaro, un’agenda politica o una salita in politica di chicchessia; è un contributo economico-politico da presentare lungo tutto l’arco  dell’imminente campagna elettorale come occasione vera di ripartenza da non perdere. Il monito lanciato dal presidente Lombardi, dagli enti paritetici e dai sindacati è perentorio; se nell’immediato non si porrà un argine alla situazione di degrado molte centinaia di imprese rischieranno di chiudere con la perdita di altre migliaia e migliaia di posti di lavoro. E’ proprio vero, se muore l’edilizia muore il Paese o almeno una sua parte consistente.

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