Parapoti: la “pasionaria” è tornata

Aldo Bianchini

SALERNO – I gradi se li era guadagnati sul campo, poi come spesso accade quando le lotte sono troppo “fondamentaliste” li aveva persi strada facendo, fino al punto di non essere più rieletta neppure per il Consiglio Comunale di Montecorvino Pugliano dove era stata anche vicesindaco all’epoca della grande battaglia. Parlo di Rosetta Sproviero, detta la pasionaria, e della discarica a cielo aperto di Parapoti che tenne con il fiato sospeso tutto il mondo politico nostrano e non solo. La pasionaria era irriducibilmente sulle barricate, giorno dopo giorno, poi venne la chiusura definitiva non solo della discarica ma anche delle polemiche che con essa si erano trascinate per qualche anno. La Sproviero tentò di uscire dal “guscio comunale” di Montecorvino Pugliano ma la sortita non fu delle più felici e l’astro politico nascente subito si spense e della pasionaria non si seppe più nulla. Almeno fino a qualche settimana fa quando, d’improvviso, il cosiddetto “percolato” (gioia e dolore per ambientalisti e tecnici)  ha ricominciato a scorrere verso ”il torrenteTrauso” per poi proseguire il cammino verso il mare. Ed ecco di nuovo apparire “la pasionaria” seduta su scomode sedioline insieme ad altre compagne di viaggio in piena campagna elettorale. Peccato che i tempi siano stati calcolati male, se il percolato avesse ripreso la sua corsa dissennata e devastante vero il Trauso e verso il mare forse per la Sproviero si sarebbero aperte, chissà !!, anche le porte del Parlamento. Peccato, un vero peccato non vederla seduta sugli scranni di Montecitorio al posto di qualche bella addormentata, ma si sa i partiti scelgono soltanto i fedelissimi e non chi conduce battaglie civili in nome e per conto del popolo, soltanto del popolo. Ma “Rosetta” ha sempre fatto e fa semplicemente il suo dovere, così come lo ha fatto al primo allarme della fuoriuscita di percolato; sarebbero già partite cinque segnalazioni all’Autorità Giudiziaria dopo il sequestro dell’area effettuato dai Carabinieri invocati dalla pasionaria: Giuseppe Corona (commissario Bacino Sa/2) e quattro dirigenti Roberto Infante, Maurizio Buccella, Francesco Manfredi e Angelo Napoli. La questione è di estrema serietà; l’assessore regionale all’ambiente, Giovanni Romano, avanza addirittura dei dubbi su una possibile manipolazione della camorra dietro il percolato e già diverse ditte sarebbero pronte ad intervenire nell’opera di bonifica dietro lauti compensi. Ci sono in ballo già 5milioni di euro stanziati qualche mese fa dalla regione per la definitiva bonifica del sito; cinque milioni che tardano ad arrivare e che sotto la spinta della fuoriuscita del percolato i vari iter burocratici potrebbero essere velocizzati con la caduta inevitabile dei paletti legali di tutte le procedure di gara necessarie per l’aggiudicazione dei lavori. I Carabinieri indagano anche su questo possibile tentativo di intromissione della malavita organizzata. Ma non è finita qui e mentre la Sproviero è lì, ferma sulla sua sediolina a presidiare l’area della discarica, memore delle furiose battaglie combattute dal 2000 fino al 2007 con grandissimi sacrifici, qualcuno sussurra che potrebbe anche trattarsi di una “manipolazione elettorale” contro il centro destra che da poco tempo controlla il variegato e pericolosissimo “mondo dei rifiuti”. Vedremo, soltanto il tempo ci dirà, forse, la verità.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *