di Maria Luisa Perrone
Vorrei essere il tuo inizio come del giorno lo sono le mattine, vorrei dirti che è solo un vizio se pensano che tutto abbia una fine. Vorrei essere il tuo tempo, che prima insegui e poi hai perso, vorrei essere il tuo esempio perché tra noi c’è troppo di diverso. Vorrei essere i tuoi pensieri per abitare nella tua mente, vorrei percorrere i tuoi sentieri senza fermarmi, interamente. Vorrei essere il tuo corpo per insegnarti come usarlo e nel tuo mondo distorto impedirti, poi, di odiarlo. Vorrei essere la tua voce per intonarti una canzone, vorrei essere la tua croce e poi la tua consolazione. Vorrei essere la tua gioia come del pittore lo sono i colori, vorrei essere la tua noia e il più devastante dei tuoi dolori. Vorrei essere la tua pace, quella che i bambini vorrebbero sulla terra, vorrei essere il soldato che giace quando finisce la tua guerra.
Vorrei essere la macchia, che sulla tua anima non ti fa vivere. Vorrei essere come l’acqua, indispensabile per sopravvivere. Vorrei essere un frutto già maturo, che mangi immediatamente. Vorrei essere il tuo futuro o anche solo il tuo presente.
