Tribunale: arrivano i nuovi padroni

 

 Antonio Citera

SALERNO – Nella giornata di oggi, il Procuratore  di Lagonegro Vittorio Russo accompagnato dalla scorta arriverà a Sala Consilina in via Tressanti e prenderà definitivamente possesso del nuovo assetto Giudiziario sancito dal decreto mangia tribunali. A nulla sono servite le barricate che da giorni si  sono consumate davanti al Tribunale di Sala Consilina, oggi è un nuovo giorno, un giorno da ricordare, la fine della giustizia nel Vallo di Diano sancita da una politica che per l’ennesima volta ci ha umiliato e deriso.  Già dalla data odierna, il personale in servizio presso l’ex Tribunale di Sala Consilina dovrà recarsi in terra lucana per mettersi al servizio dei nuovi padroni, nella giornata di lunedì, il Procuratore Capo di Sala Consilina  Barile e i suoi due sostituti Sessa e Rinaldi, dovranno chinarsi al volere del Procuratore Capo di Lagonegro. Queste sono le regole sancite dal Decreto 155/2012 e, questi sono gli accordi che le parti in causa hanno  siglato in un’incontro avvenuto nei giorni scorsi. Per quanto riguarda la documentazione, i  fascicoli, gli arredamenti e tutto il resto, saranno caricati già da oggi sui mezzi che avranno rotta Lagonegro. Qui finisce la storia nota e rinomata di un presidio di Giustizia all’avanguardia, a costo zero per lo Stato che, viene soppresso da quella spending review  mai giustificata. Uno scempio alla luce del sole direbbe qualcuno, una presa in giro di chi dietro le quinte muove i fili, quella politica con le lacrime da coccodrillo sempre pronte  che, ha mangiato la dignità di un intero Comprensorio e ora fa finta di piangere sulla bara del morto. Un accorpamento anomalo gestito dal malaffare  di chi il nostro territorio lo conosce bene e, lo considera terra di conquista, terra di voti, terra di clientelismo diffuso, terra da comprare e vendere al miglior offerente. Questa in breve la storia del Vallo di Diano ridotto a colabrodo da quei personaggi che da 20 anni l’hanno gestito, rendendolo arido e senza speranza per chi volesse per amor di patria vivere i suoi giorni nella sua terra. Oggi qualcuno cerca di arrampicarsi sui vetri, discolpandosi e rendendosi eroe dell’incompiuto, oramai è troppo tardi, il dado è tratto, la sconfitta è pesante e difficile da digerire. La giustizia varca il confine lucano, si defila e svanisce dietro quelle montagne rocciose che da sempre ci hanno osservato, aspettando l’attimo fuggente per strapparci di mano un diritto sacrosanto, questo oggi, domani toccherà alla sanità e via cantando, fino a  catapultarci nell’oblio del ridicolo che ci vede e ci vedrà elemosinare fino all’ultimo la speranza di un mondo migliore a misura di cittadino.

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