Rally in borsa dopo le decisioni della Fed

Filippo Ispirato

Le borse in questa settimana hanno messo il turbo, tanto da arrivare ai
massimi da cinque anni a questa parte grazie alle ultime decisioni della banca
centrale americana, la Fede, che ha confermato la ferma volontà di continuare a
sostenere l’economia reale anche nei prossimi mesi attraverso una politica
monetaria espansiva.
A metà settimana il Federal Open Market Committee, l’ufficio della banca
centrale americana che elabora le decisioni di politica monetaria, ha sorpreso
i mercati mantenendo invariato il programma di espansione del proprio bilancio
in corso. Si intende proseguire con il quantitative easing, ovvero la politica
economica che intende immettere liquidità sul mercato tramite acquisto di
titoli di stato sul mercato. In tal modo, con maggiore liquidità disponibile, i
tassi di interesse si manterranno bassi evitando di bloccare la timida ripresa
economica in corso.
Gli analisti e i mercati si attendevano, al contrario, un’azione di tapering
da parte della Fed, ovvero una progressiva diminuzione degli acquisti di titoli
di stato, rallentando, di conseguenza, l’espansione monetaria in corso; un’
inversione di rotta, rispetto a quanto indicato dall’istituto lo scorso maggio,
in cui veniva annunciata la volontà di rallentare l’acquisto di titoli di
stato.
Il motivo di questa inversione di rotta è stata la volontà di orientare in
modo favorevole le aspettative dei mercati e degli investitori sul mantenimento
di bassi tassi di interesse e di non smorzare i primi segnali di ripresa delle
economie dei paesi progrediti dopo diversi anni di contrazione.
La Fed ha confermato, in sede di conferenza stampa, la propria fiducia sulla
sostenibilità dell’espansione monetaria, che dovrebbe avere impatti positivi
sia sulla crescita economica che sul mercato del lavoro, con la diminuzione del
tasso di disoccupazione.
Le decisioni della Fed sono state supportate anche dalle nuove previsioni
economiche e finanziarie aggiornate per la prima volta al 2016, che confermano
un’economia mondiale in sostanziale recupero senza revisioni al ribasso. Le
stime sul Pil mondiale nel biennio 2014-2015 si aggirano attorno al 3%.
Quanto alla fine del periodo di espansione monetaria al momento c’è ancora
incertezza sia sui tempi che sulle modalità; incertezza accentuata dall’
imminente cambio del presidente della Federal Reserve.
Dopo il ritiro di Summers, molto propenso ad un’inversione di rotta, si fa
sempre più concreta la nomina alla guida della FED di Janet Yellen, attuale
vice di Bernanke, aperta sostenitrice di una politica monetaria espansiva che
abbia come obiettivo principale la creazione di posti di lavoro e favorire la
crescita.
Cosa che di sicuro fa ben sperare i mercati finanziari e gli investitori per
il futuro e che ha spinto le borse al rialzo negli ultimi giorni

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