Il leader saggio

Alfonso D’Alessio

Oggi assistiamo impotenti al sovvertimento della comprensione di molte figure. Una tra queste è quella del leader. Chi è costui per la mentalità comune? Un furbo, uno che riesce a carpire consensi, uno che in qualunque schieramento militi si distingue per l’autoritarismo. E’ uno che amministra il potere in modo clientelare e che generalmente decanta il proprio operato criticando sempre quello altrui, anche quando ha il medesimo comportamento per se stesso giustificato. Questo è ciò che a cui spesso assistiamo, ma esiste un’altra figura di leader, è colui che rispetta le regole e le persone, ha una visione strategica senza deleghe in bianco, sa riconoscere i propri errori e valutare con onestà la sconfitta, è in grado di esprimere un‘idea di futuro e, su questa, coagulare il cuore e le menti di coloro che lo seguono. Questo dovrebbe essere il leader moderno, adatto a gestire situazioni complesse nella società della globalizzazione. E, soprattutto, è un leader del “noi” e non dell’io. Fantasia? Forse allo stato attuale si! Ma si può cambiare, basterebbe poco. Occorrerebbe infatti uscire dall’atteggiamento comprensivo nei confronti dei furbetti, da quella strana invidia che fa in modo che mentre si critica ci si lamenta per non essere allo stesso posto e avere le medesime opportunità. In particolare dovremmo avere la capacità di distinguere il fumo dalla sostanza, di capire che non conta l’apparenza ma l’essere, in poche parole di constatare se le parole vanno al vento oppure si concretizzano. All’inizio avremmo tante amare sorprese, ma forse potremmo iniziare ad avere veri leader.

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