Baldi connection/3: la giustizia che vorrei

 

Aldo Bianchini

SALERNO – Adesso verranno fuori “dominus – attentati – ricatti – minacce – pentiti” come nel migliore copione brutalmente tirate fuori da “intercettazioni sospette” se non proprio manipolate. E’ successo, sta accadendo ed accadrà ancora, niente di nuovo all’orizzonte. E chi più ne ha più ne metta, con tutta la stampa che sbava in attesa delle veline, una più intrigante dell’altra. Probabilmente fra qualche giorno verranno fuori anche telefonate che con l’inchiesta “non ci azzeccano” proprio niente e che probabilmente ci daranno anche un lettura nuova dell’inchiesta stessa. Nei primi due-tre giorni si è parlato molto degli uomini dell’indagine, poco, anzi pochissimo delle donne, tranne la fantomatica infermiera (33 anni, invalida al 100%,e, forse, anche di bella presenza !!); probabilmente nei prossimi giorni si affacceranno sul proscenio anche le donne degli uomini dell’indagine: mogli, madri, fidanzate, amanti, figlie, nipoti. Niente di più difficile che scopriremo anche un nuovo volto della moglie di Giovanni Baldi, signora di classe nell’aspetto e nei fatti, e leggeremo che la stessa, ad esempio, quando si mette al telefono diventa come (sempre per esempio) “Lady Mastella” che minaccia di sputare in faccia i suoi interlocutori. Insomma può accadere di tutto e di più, tanto le veline sulle intercettazioni sono lì e sono sempre le stesse, già filtrate e sapientemente elaborate per poter essere pubblicizzate da una stampa che non aspetta altro. Salvo poi a vedersi, in quanto questa parte delle sbobinature non verrà mai distrutta come è accaduto in alcuni casi clamorosi che hanno riguardato uomini e donne della sinistra, anche a Salerno. Ma queste cose le dimenticano facilmente tutti, giornalisti compresi. I titoli giornalistici del secondo giorno sono tutti un programma: si va da “I raccomandati di Giovanni Baldi” per Metropolis, al più duro “Baldi: bufera sull’Inps” e anche “Ecco il sistema Baldi – I ruoli di tutti gli indagati” di Cronache del salernitano, o meglio “Minacce al consigliere Monetta <attento, puoi saltare in aria>” de Il Mattino, per arrivare al moderato “Truffa Inps, l’inchiesta – giovane fa l’infermiera – ma è una (falsa) invalida” del Corriere del Mezzogiorno per finire all’eclatante “Baldi incastrato dalle telefonate – testimoni e intercettazioni” de La Città; ne aspetto, però, altri e forse ancora più pesanti nei prossimi giorni. Ma questo, lo dico mestamente, ogni personaggio politico se lo deve anche aspettare se, in partenza, ha scelto di fidarsi e di confidarsi con giornali e giornalisti che hanno pensato sempre e soltanto al loro interesse. Ma in questo servizio ho deciso di chiarire qual è la giustizia che vorrei. Ebbene navigando su internet, alla voce “Vincenzo De Luca – wikipedia” ho scoperto in fondo, ma proprio in fondo, alla sua pagina di storia passata e recente il seguente post che pubblico in maniera assolutamente integrale: <<Il 21 aprile 2011 è firmata dal procuratore capo di Salerno Franco Roberti la richiesta di rinvio a giudizio per peculato per il sindaco De Luca, Alberto Di Lorenzo e Domenico Barletta. Resa pubblica la notizia, in quanto momentaneamente secretata dallo stesso Roberti per non influenzare l’imminente votazione, solo a seguito delle elezioni comunali, l’udienza preliminare è fissata all’8 novembre. La vicenda risale al tempo in cui il sindaco era stato nominato commissario straordinario per la costruzione del termovalorizzatore di Salerno in relazione alla grave emergenza rifiuti di Napoli del 2008. Il pm Roberto Penna contesta, dunque, la nomina a project manager dell’ingegnere del comune Alberto Di Lorenzo, carica non prevista dall’ordinamento legislativo italiano. Nel novembre 2011 il gup Franco Orio dispone, sui richiesta dei legali dei tre imputati, il giudizio immediato. Il sindaco De Luca, infatti, si difende da tale accusa affermando che la figura di project manager, a cui sono dedicati numerosi congressi internazionali, è ampiamente utilizzata sia a livello locale che nazionale>>. Una scoperta davvero molto piacevole; pensate un po’ per Salerno è passato un magistrato, un alto magistrato, che ha avuto la capacità personale e professionale di fermarsi un attimo prima di eclatare la notizia della richiesta di rinvio a giudizio del sindaco in carica Vincenzo De Luca che avrebbe certamente sconvolto, se non inquinata e travisata, la campagna elettorale in pieno svolgimento. Una campagna elettorale che vedeva lo stesso sindaco De Luca di nuovo candidato per un ennesimo mandato popolare. Veramente una notizia stupenda, questa è la giustizia che mi piace, questi sono i magistrati che mi piacciono, complimenti all’ex procuratore capo Franco Roberti che oggi siede, meritatamente, sullo scranno nazionale più alto per la lotta alla mafia. Lo stesso metro sarebbe auspicabile venisse applicato per tutti gli altri personaggi politici (lo dicevo anche ieri !!) prima di arrivare al clamore degli arresti ed al tintinnio delle manette. Quella di Roberti è la giustizia che vorrei.

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