PD SALERNO. Tutto pronto. Una nuova farsa tra primarie, tesseramenti e luoghi comuni.

 

Antonio Citera
Ci risiamo amici, il Pd di via Manzo riapre i battenti , comincia lo show di Nicola Landolfi e del suo staff che, come al solito si veste da “umile” per rimanere attaccato alla poltrona. “Per unire” questo lo slogan usato, presentato dallo stesso Landolfi nel corso di una conferenza stampa confezionata e preparata nei minimi particolari, migliaia di telefonate, centinaia di persone invitate, le solite facce i soliti colonnelli del partito che, hanno fatto da cornice alle parole subdole del Segretario provinciale uscente. Unire gli adepti intorno al tavolo dei regali, un triennio appena trascorso viziato da clientelismi e taciti intrallazzi che, hanno ingrassato la pancia dei soliti noti. Intrighi e passioni insomma, tutto ben organizzato e ben camuffato dietro ideali di vecchio stampo scolpiti nello sguardo di pietra di Vincenzo De Luca che dalla sua stanza di Palazzo di Città muove i fili e conduce il gioco. Nessuna chance per gli altri candidati, Vincenzo Pedace di fede Vaccariana e Sergio Annunziata di presunta fede Renziana. Nei circoli cittadini si aprono le porte ai congressi che in teoria dovrebbero rinnovare ma, in pratica rimoduleranno il vecchio e fidato organigramma. Un meccanismo collaudato, un circolo vizioso che si avvale di un sistema di tesseramenti pilotato. Poi toccherà alle “primarie”, uno strumento di pura democrazia se fatto con i dovuti criteri di correttezza e di buon senso,ma nel nostro caso, un meccanismo di collusione e di veicolazione dei voti. Un vero e proprio campo minato,dove vige la legge del più forte, dove a votare non sono le persone ma, i segretari di circolo o i mandatari della segreteria di Salerno. Ecco dunque che con questo sistema niente e nessuno potrà mai scalfire la poltrona di Landolfi e il potere assoluto del sindaco vice ministro. Questo lo hanno capito tutti, perfino il Consigliere Regionale Donato Pica che, dopo una lunga militanza nell’area Letta – Vaccaro, ha deciso gioco forza maggiore di aderire alla corte di De Luca giustificandosi con una scusa banale quanto ridicola, ripromettendo vendetta per i responsabili della chiusura del tribunale di Sala Consilina, prendendosela con il Governo e con i suoi amici di sempre, al punto di non volere la loro presenza nel Vallo di Diano. Ennesima farsa, la sua affiliazione sa di costrizione, di inchino a De Luca per aver saputo negli anni costruirsi una fortezza inespugnabile che, specialmente nel Vallo di Diano ha la sua roccaforte di voti. Chi non è con lui è suo nemico. Oggi Pica  rivendica la delusione e il rammarico poi, acquisito secondo lui il risultato di unire il Diano intorno al nome di Landolfi, se la ride a braccetto con Simone Valiante. In conclusione possiamo dire che non tutti i mali vengono per nuocere e,se davvero si vuol voltare pagina bisognerebbe avere gli attributi di dire basta e denunciare gli abusi, far controllare le tessere una per una e, verificare se al nome sopra scritto, corrisponde una persona consenziente o un semplice cittadino ignaro di far parte del PD. “NIENTE CAMBIA SE” tutto questo non sarà fatto.

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