Zone sismiche, vulcaniche e dissesto idrogeologico

vania de maio (da ordine ingegneri)

SALERNO – La Campania è il posto più vulcanico del mondo, con quattro zone a rischio: Roccamonfina, Vesuvio, Campi Flegrei e Ischia, dui cui quella del Vesuvio è la più minacciosa (per via della grande bocca), ma quella flegrea è la più pericolosa perché le bocche si possono formare ovunque in un’area più vasta e in qualsiasi momento. Sul terreno vulcanico si innesta il rischio sismico. Le aree a rischio sono: Sarno, Quindici, la Costiera Amalfitana, Nocera, Gragnano e Avellino. Sono dati illustrati dall’assessore alla Protezione civile della Regione Campania Edoardo Cosenza, intervenuto al Convegno sul tema: “Gli ingegneri nella difesa del territorio e del rischio sismico” che si è tenuto questa mattina all’hotel Mediterranea di Salerno. Oltre 300 professionisti da ogni parte della Campania hanno partecipato alla giornata di studi organizzata dall’Ordine degli Ingegneri della provincia di Salerno presieduto da Michele Brigante, con gli altri quattro Ordini della Campania e il  Consiglio nazionale degli Ingegneri per cui è intervenuto il Presidente Armando Zambrano. Cosenza ha toccato tutte le zone a rischio della regione: Ischia, problema sottovalutato perché il suo bellissimo porto è una bocca vulcanica; l’Appennino, Napoli, le isole sono zone sismogenetiche; l’ultimo terremoto, quello del 29 dicembre nel beneventano-sannio, classificato in zona 1, calcolato su un periodo di ritorno di 47-50 anni, in una zona dove non esistono edifici precedenti al 1700 a testimonianza della violenza distruttiva del terremoto del 1688; la zona rossa intorno al Vesuvio arriva a Scafati in provincia di Salerno. La Costiera Amalfitana è il posto più pericoloso del mondo per colate di fango, perché il flusso piroclastico dell’eruzione pliniana (che arrivò in Costiera) diventa liquido in presenza di piogge molto lunghe. Ne è un piccolissimo esempio Atrani, dove sulla sabbia oggi si cammina proprio sul materiale piroclastico dell’eruzione del Vesuvio.  Il fiume Sarno è assolutamente inadeguato dal punto di vista della portata d’acqua. Va messo in sicurezza con vasche d’espansione in cui l’acqua arriva e poi si immette di nuovo nel fiume con un ritardo di una o due ore. In caso di eruzione, la cenere lo intaserebbe e provocherebbe un problema di dissesto idrogeologico di dimensioni gigantesche nell’Agro nocerino sarnese.

Vittime

Dal 1900 il 24,65% delle vittime per frane si ha in Campania.

La Regione

Sarà finanziato, con 50mila euro, il nucleo di protezione civile regionale.

Tra qualche giorno parte il bando per i piani di emergenza dei Comuni (da fare o da migliorare) per 15 milioni (a partire da 15mila euro per ogni Comune). Le linee guida sono già pubblicate

Sono partiti i presidi territoriali a coppie di un ingegnere e un geologo in collegamento con i sindaci.

Importante la lezione del professore Renato Sparacio, che ha illustrato le più moderne tecniche di costruzione in difesa dai terremoti e dalle calamità, premettendo che ci sono quattro fattori che inducono all’ottimismo: le nuove tecnologie e i nuovi materiali; i programmi e i piani di semplificazione; le esperienze in itinere dei professionisti; la normativa.

Il professore Sparacio ha ricevuto la riproduzione del didramma d’argento simbolo di Nuceria Alfaterna dalle mani del Presidente dell’Archeoclub omonimo Antonio Pecoraro.

Il Presidente del Consiglio Nazionale degli Ingegneri Armando Zambrano ha parlato di condivisione del problema con colleghi e  popolazione, di responsabilità dei professionisti, di normativa e di necessità di fermare il consumo del territorio privilegiando, nel redigere i piani urbanistici, la ristrutturazione, la riqualificazione, il restauro, il riuso: “In Italia ogni cinque anni c’è un terremoto – ha detto – Oltre 21 milioni di abitanti viovono in zona a rischio sismico, per mettere in sicurezza il Paese servirebbero 53 miliardi di euro”.

“L’aspetto positivo che oggi vogliamo evidenziare – ha concluso il Presidente Michele Brigante – è nella tecnica di difesa. Questa deve essere adeguata e l’ingegneria e la scienza offrono le tecniche e le tecnologie per mitigare gli effetti di un potenziale e probabile sisma.  A volte il livello di sicurezza si può migliorare con poco, con accorgimenti sapienti, con metodo progettuale e costruttivo, con intelligenti scelte dei materiali e delle zone di intervento.

Ed il miglioramento si può anche accrescere ulteriormente con adeguate manutenzioni, con interventi periodici di controllo, con la verifica dell’efficienza delle capacità prestazionali dei materiali”.

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