Salvatore Memoli: un uomo, una storia !! dedicata ai compagni di caviale e champagne.

Aldo Bianchini

SALERNO –  Fidanzamenti, matrimoni, separazioni, divorzi, amicizie … tutto passa attraverso FaceBook. Da oggi anche gli annunci di abbandono della politica, quella politicante e faziosa dei nostri tempi, passeranno per il grande social network. A fare da apripista, questa volta, è stato Salvatore Memoli con un messaggio chiaro ed inequivocabile: <<Tra poco lascerò la politica attiva. Dopo tanti anni si conclude un’esperienza fatta di testimonianza personale, intrecciata con esempi alti che hanno ispirato il mio agire. Tutto termina ed io non ho rimpianti>>. Non è la prima volta che “Salvatore” fa da apripista; lo ha già fatto tante volte nella sua lunga militanza politica; lo ha già fatto in passato dando ampia prova delle sue indiscusse capacità manageriali rivoltando come un calzino ben tre società miste per portarle a quegli splendori di cui “altri” hanno colto i frutti: Azienda del gas, Farmacie Comunali e Salerno Solidale. Ma Salvatore non si è’ limitato a questo. Sarebbe riduttivo il solo pensarlo. E’ stato uno dei veri protagonisti della mitizzata “Svolta di Salerno” che come una giacchetta viene tirata da una parte e dall’altra per accaparrarsene soltanto i clamorosi risultati. “La svolta” ha rappresentato per Salerno non soltanto il radicale cambiamento di un modello politico, passando dalla partitocrazia all’uomo solo al comando, ma anche il passaggio strategico ed irripetibile dalla proposizione idealistica alla strutturata managerialità in funzione della crescita economica e dell’occupazione. Salvatore Memoli ha rappresentato, forse, il punto focale di questa trasformazione della nostra realtà quotidiana cittadina. Non a caso ha scritto il libro “La svolta di Salerno” che meglio di qualsiasi altro strumento ci permette, permette a tutti, di capire che cosa è accaduto dagli anni ’80 e ’90 fino ai nostri giorni. Il libro ricostruisce la storia politica salernitana degli ultimi 30 anni  e soprattutto una storia che mancava dal panorama socio-culturale della città. Il riferimento è agli accadimenti, molti dei quali ignoti all’opinione pubblica, che hanno segnato la storia politica che va dalla “eliminazione per via giudiziaria” del laboratorio politico socialista guidato da Vincenzo Giordano ad oggi, passando per il consolidamento della “holding delle nomine” che ha mantenuto in vita il sistema di potere dell’attuale sindaco Vincenzo De Luca. “Si usciva dal portone principale dell’ex partito comunista –scrive Memoli nel libro- per rientrare nelle finestre istituzionali delle municipalizzate, delle aziende miste e dei vari consorzi”. Certo, anche Memoli con i suo altalenanti rapporti con de Luca è uscito dal portone per rientrare dalla finestra, ma lo ha fatto sempre e soltanto per amore della sua città, dando comunque prova della sue eccellenti qualità manageriali, cosa che altri non hanno neppure provato a fare. Questo De Luca lo aveva capito molto bene e, credo, abbia fatto leva sull’amore di Salvatore per Salerno per riprendere e strumentalizzare le sue qualità. Molti sono anche i retroscena legati alle singole nomine che il consigliere Memoli racconta nella ricostruzione degli eventi politici di cui è stato testimone e protagonista. Una ricostruzione che si chiude con un accorato appello “ai compagni di caviale e champagne”: “Questa è la città che ha accolto i resti mortali dell’apostolo Matteo. Questa è una città seria, non il paese dei balocchi, spiegatelo a De Luca! Ditegli anche che Salerno non l’ha creata lui e che ci sarà anche quando non sarà più sindaco!”. Sfido chiunque a dimostrare che questo non è amore per la Città; e non è’ poco.  Salvatore Memoli, avvocato e manager, con “La svolta di Salerno” non ha scritto soltanto un libro ricostruttivo della storia politica salernitana degli ultimi trent’anni, ha scritto una storia che mancava dal panorama socio-culturale della città ed anche dell’intera provincia. Il lavoro di Salvatore (consentitemi di chiamarlo per nome!!) si chiude con una frase storica pronunciata dall’avv. Lorenzo De Bello verso un emozionato Vincenzo Giordano: “Ha prevalso il diritto, sul diritto della forza”, quando insieme ascoltarono in religioso silenzio la lettura della sentenza del processo sul “trincerone ferroviario” da parte del giudice Rosa D’Apice. Quel giorno in aula c’era anche Salvatore Memoli che, da riconosciuto avversario politico di Giordano, non mancò di sottolineare che <<la giustizia, pur se in ritardo, aveva fatto giustizia dell’ingiustizia>>. Salvatore Memoli apre il suo libro con inquietanti rivelazioni sulla presenza e sulla gestione del potere del commissario Antonio Lattarulo, uomo dei servizi segreti per arrivare nel salotto della “casa bianca” di Paolo Del Mese, quando in un pomeriggio strano ed inquietante il già compromesso deputato cercò di “spingere perché la lista di Pino Acocella si unisse alla lista Insieme per Salerno, sostenuta da Memoli e da Pucci”. Questa è storia, e l’avvocato Memoli la descrive in maniera impareggiabile riuscendo a mantenere un assoluto equilibrio pur essendo stato uno dei protagonisti di quei momenti convulsi. L’amico Salvatore aveva visto giusto ed aveva intuito per tempo quello che sarebbe accaduto di lì a poco. Un pomeriggio, nel corso del commissariamento Lattarulo, nei locali di Torrione di Tv/Oggi, in mia presenza, Memoli cercò disperatamente di convincere Gioconda De Sanctis a proporsi come sindaco della città sull’onda di una coalizione che in quella situazione andava formandosi. La proposta non fu compresa e tutto andò alla deriva con la complicità di una “certa destra” che al ballottaggio (il primo nella storia di Salerno) lasciò liberi gli elettori di votare per il candidato “comunista” che entrò a Palazzo di Città la sera del 5 dicembre 1993 (tutti dovrebbero ricordarlo!!) scortato dalle bandiere rosse rette da un manipolo di gente che con la politica ed anche con il glorioso PCI non avevano nulla a che fare. La storia, dicono in tanti, si ripete; ed a Salerno si è ripetuta sedici anni dopo nel 2006 con l’appoggio dichiarato del centrodestra in favore di De Luca contro Alfonso Andria nel secondo ballottaggio della nostra storia. Una svolta lunghissima, quella di Salerno, che sembra non avere mai fine; una svolta che, però, non ha ancora restituito onore e stima sociale e politica (o almeno non l’ha restituita del tutto !!) a tutti quei personaggi che subirono l’onta dei sospetti, delle accuse e della carcerazione preventiva mitigata soltanto dalle sentenze assolutorie. Molti di essi sono morti, caduti sull’altare di una “patria cittadina” che stenta addirittura a ricordarli: Vincenzo Giordano, Franco Amatucci, Raffaele Galdi, Giovanni Giannattasio, Annibale Casilli e Cosmo Mastrandrea, soltanto per ricordarne alcuni. Ma  è stato anche l’uomo delle contestazioni eclatanti e roboanti, come ai tempi delle sfilate dinnanzi al cinema Capitol (anni 92 e 93); “Salvatore” per anni si è battuto, e si batte, sacrificandosi e rimettendoci di persona, dall’Azienda del Gas (attuale Salerno Energia) al Consorzio delle farmacie comunali, passando per Salerno Solidale, aziende che ha completamente ristrutturato e rilanciato verso i successi di oggi. Sempre per la legalità, ad ogni costo e contro tutti; un costo amarissimo che ha pagato sulla propria pelle e su quella degli affetti più cari. Non potrò mai dimenticare quando, da Presidente del Consorzio Farmacie Comunali, in diretta televisiva su Quarta Rete smascherò i brogli che in quel Consorzio (allora nascente) venivano perpetrati in danno della collettività salernitana, ma molti non capiscono. Anche in Consiglio Provinciale, dove è stato eletto per volere popolare contro ogni previsione, ha portato avanti furiose battaglie di legalità e d trasparenza ed è stato lo stratega dell’uscita indolore di Cirielli per far posto a Iannone, ma molti dimenticano. La “Città” e gli uomini che la governano, gli hanno  riconosciuto poco, molto poco. Anche per Salvatore Memoli bisogna rivedere la storia e non solo alla luce della “Svolta di Salerno”. Il suo avvicinarsi e allontanarsi da Vincenzo De Luca rimane come un’ombra, meglio sarebbe dire un rimpianto per un qualcosa che era stato pensato ed attuato solo e soltanto per amore della Città; del resto lo scrive direttamente Lui all’inizio del suo libro: <<Dedico questo libro a Salerno, perchè merita di più. Oltre alla città che amo profondamente, perchè luogo dei più cari affetti e delle più belle memorie, dedico questo lavoro a due persone che hanno inciso molto nella mia vita: l’Arcivescovo Primate di Salerno Sua Eccellenza Mons. Gaetano Pollio e mia madre, donna buona ed intelligente, Vincenza Basso Memoli. La mia scelta politica di votare il comunista De Luca mi ha messo nell’ingrata condizione di aver tradito gli insegnamenti del mio amico Vescovo Martire, mio maestro spirituale, e di mia madre, attenta conoscitrice dell’animo umano. Monsignor Gaetano Pollio fu vittima del comunismo, conobbe il carcere duro per quattro anni e fu espulso dalla Cina, soltanto perchè testimone dei valori cristiani. Mia madre mi ammoniva severamente: “Non ti fidare di De Luca: è un uomo cattivo! Non gli auguro di assistere al male ingiusto che altri possono fare ai suoi figli. A te ha fatto tanto male. Non c’è niente di più doloroso, per un genitore, di assistere impotente alle sofferenze di un figlio”. Mia madre è scomparsa per rapimento il 12 luglio 2007 senza che Vincenzo De Luca, Sindaco di Salerno, esprimesse una linea di solidarietà alla mia famiglia e men che mai a me! A loro ed ai Salernitani chiedo perdono>>. Ecco potrei chiudere con questo appello di Salvatore ma non posso, in ballo c’è la nostra antica, solida ed intaccabile amicizia che dura da una vita ed è passata attraverso molte difficoltà ma anche molti momenti bellissimi vissuti dinanzi la casa di campagna di Salvatore con “mamma Enza” che ogni domenica mattina ci portava una bella tazzina di caffè fumante; su quel piazzale eravamo in tre: io, Salvatore e Franco che purtroppo non c’è più. Come non apprezzare la grande dignità, la saldezza umana, il profondo spirito religioso, l’amore per la famiglia di cui Salvatore è portatore sincero e convinto; senza tutto questo non avrebbe potuto superare quei momenti drammatici quando molti presunti amici facevano a gara, ma solo per finta, di portargli solidarietà per poi scomparire nell’ombra agli ordini del padrone. Qualche sera dopo la scomparsa di “mamma Enza” Salvatore mi chiamò e lo raggiunsi a Cappelle; rimanemmo a lungo in silenzio, seduti l’uno di fronte all’altro, per rivedere come in un film muto tutte le scene belle organizzate e guidate da Lei, la mamma di Salvatore. Io non vado più su FB, pur essendo titolare di una pagina, e quindi la notizia che Salvatore lascia la politica l’ho letta aprendo i giornali sui quali ha conquistato tutte le prime pagine. Sorrido e penso che Salvatore, prima di lasciare la politica, dovrà dirlo ancora a me altrimenti non ci credo, non posso crederci. Lui che ha avuto la forza e la capacità di isolare il male ricevuto per trasformarlo in bene, lui che ha avuto il coraggio di scrivere “Fuori dalla clandestinità” (un documento d’inchiesta durissimo sull’occulto mondo della migrazione e dei lager di San Nicola Varco !!), non può lasciare proprio nel momento in cui il male avanza a dispetto del bene. So bene che Salvatore ha vinto spesso ma ha anche perso, ma ha vinto e ha perso sempre da solo, in silenzio, senza arroganza e con grande umiltà. E per questo la sacralità della decisione deve essere soltanto sua. Ma la politica ha bisogno di uomini come lui. Ha bisogno di uomini come te, Salvatore.

5 thoughts on “Salvatore Memoli: un uomo, una storia !! dedicata ai compagni di caviale e champagne.

  1. Egregio dott. Bianchini,
    la Sua è amicizia vera nei confronti di Salvatore Memoli e si vede. Lei ragiona e scrive, in questo caso, con il cuore e si vede…
    Premetto che non conosco Memoli, non conosco la Sua storia, e quindi non mi permetto di giudicare.
    Però mi scuserà se ritengo davvero troppo considerare “la conquista della Presidenza del Consorzio Farmaceutico” come un passo fatto “per servire la città”.
    Infatti ricordo a me stessa che Salvatore Memoli eletto consigliere provinciale in opposizione a Cirielli ed al centrodestra, passò con Cirielli ottenendo subito la presidenza del Consorzio Farmaceutico.
    Questi sono i fatti e la storia insegna che “il servizio alla città” si effettua svolgendo il proprio ruolo elettivo, anche magari nella parte opposta a quella in cui si è stati eletti, ma rimanendo semplici eletti non avendo in cambio “incarico lautamente retribuito e di prestigio”.
    E Lei sa, come me, che L’on.le Cirielli di acquisti ” a carico del bilancio pubblico” ne ha fatti parecchi: ” Ferrazzano, Santocchio, Memoli, Arena, etc. docet”.
    Ad maiora

  2. Mi piace l’intervento di “Algida” (peccato non sapere chi sia !!, ma questi sono i misteri del web e ci dobbiamo adeguare …) perchè mi da la possibilità di ricordare a me stessom, prima ancora che alla stessa Algida, che Salvatore Memoli ha davvero servito la comunità, e non se stesso. Per quanto attiene il “Consorzio Farmaceutico”, difatti, ha avuto la possibilità di amministrarlo sia da destra che da sinistra avendo ricevuto anni fa la nomina di Vincenzo De Luca per fondarlo ed avviarlo e poi, dopo oltre un decennio, la nomina da Cirielli per guidarlo. In entrambi i casi Memoli ha agito da manager puro ed è’ stato subdolamente messo in difficoltà da tutti e due, vale a dire che non sono stati graditi i suoi atteggiamenti di “assoluta indipendenza” dal <> nella gestione di una partecipata di così alto interesse pubblico. Ha ragione Algida quando dice che Cirielli ha fatto acquisti a carico del bilancio pubblico, ma quelli di Cirielli sicuramente impallidiscono al confronto di quelli fatti da De Luca … eppure la magistratura utilizza sempre, comunque e sfrontatamente una <>. Grazie a questo giornale che ci consente di dibattere temi cosìimportanti. Un saluto ad Algida.

  3. Gentile dott. Pozzuoli,
    concordo pienamente con Lei quando afferma che “Cirielli e De Luca ” uguali sono, anzi aggiungo io che De Luca è peggio dal punto di vista delle clientele ….. e ribadisco che il mio non è un giudizio sulla persona Memoli perchè non lo conosco e quindi non mi permetto di giudicare….
    Dico solo che il Dott. Memoli è passato da sx a dx e subito dopo ha ricoperto il ruolo di Presidente del Consorzio Farmaceutico a maggioranza di Dx, ruolo che senza passaggio non avrebbe più ricoperto.
    Questo fatto, credo inequivocabile, non mi induce a pensare che ” sia stato al servizio della città”.
    Che poi il Dott. Memoli sia professionista capace, onesto, indefesso, etc. etc. non lo metto in dubbio così come credo che Lei non possa mettere in dubbio che queste doti il Dott. Memoli le abbia potuto dimostrare solo grazie “alla politica” e molte volte, o quasi sempre, la politica non sceglie per meriti oggettivi ma per appartenenza o per capacità ELETTORALI.
    Ricambio il saluto

  4. Gentile Dott. Pozzuoli,
    integro la mia considerazione precedente affermando che per quanto mi riguarda sono profondamente convinta che non esiste una magistratura di sx o di destra, esiste una sola magistratura: corporativa, non equilibrata, protesa ad acquisire sempre più visibilità e potere….. Ma se questo è possibile occorre ringraziare ancora una volta la classe politica che vigliaccamente subisce e mai ha avuto il coraggio di riformare davvero la giustizia… preferendo invece venire a patti, lisciarla, etc. etc.. senza comprendere che ” i serpenti se non gli schiacci la testa non muoiono e poi prima o poi ti mordono”…
    Peraltro sono stata sempre convinta che solo chi ” non ha mai avuto a che fare con un magistrato (civile, penale, contabile, amministrativo) può solidarizzare con essi, può “girotondare”, etc. etc…. Purtroppo però la situazione è questa e con essa bisogna fare i conti… magari evitando di dire, quando si incorre in un’indagine, ” ho fiducia nella giustizia”.
    No, in Italia, se incorri in un’indagine ” ti devi preoccupare e non devi avere fiducia” perchè non puoi sapere, anche se veramente innocente, come andrà a finire….

  5. Parla ancora questo memoli che sta in politica da trentanni prima Dc poi sostenitore di De Luca poi eletto grazie a deLuca nel 2009 poi sostenitore di Cirielli e Ferrazzano se non sbaglio costui non è stato indagato nella banca ???

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