Battipaglia/1: movida, camorra e politica, irrompe la DNA di Roberti. Dal defunto Cosimo D’Andrea agli attuali vertici criminali. Arresti imminenti ?

 

Aldo Bianchini

 

BATTIPAGLIA – La notizia è davvero degli ultimi minuti ed anche riservatissima. Sul <<caso Battipaglia>> starebbe per intervenire direttamente, ed a testa bassa, la Procura Nazionale Antimafia guidata dall’ex procuratore di Salerno dott. Franco Roberti che proprio in questi giorni è uscito allo scoperto sulla pericolosità sociale della movida di Salerno di cui ho scritto nell’articolo pubblicato ieri proprio su questo giornale. Insomma, quasi come dire che il procuratore nazionale Roberti ha messo le mani avanti ed ha svelato i risultati di questa maxi-inchiesta sulle radici e sulle ragioni della guerra intestina attualmente in atto, attraverso il paravento delle movida, nella città di Salerno, nell’agro nocerino sarnese e nella piana del Sele, ivi compresa, ovviamente, la Città di Battipaglia. Secondo le notizie raccolte di prima mano sarebbero imminenti numerosi arresti tra politici, imprenditori e camorristi; arresti che sconvolgerebbero ancora di più il già dissestato firmamento politico battipagliese, anche se dalle indiscrezioni si intuisce che ad essere colpito non sarebbe soltanto quella città. Il quadro giudiziario inquietante di Battipaglia che prima si riteneva limitato a favori sessuali in funzione dell’ottenimento di raccomandazioni o di semplici agevolazioni tecnico-amministrative si sarebbe notevolmente aggravato sulla base della relazione che il Prefetto di Salerno Gerarda Pantalone (fonte Cronache del Salernitano del 30.04.14) avrebbe trasmesso tempo fa al ministro dell’interno Angelino Alfano e che quest’ultimo avrebbe, logicamente e rapidamente, spedito al procuratore nazionale antimafia Franco Roberti che conseguentemente avrebbe dato incarico ad una speciale commissione investigativa di accertare ed ampliare i fatti criminosi che, a questo punto, non riguarderebbero più soltanto Battipaglia (come dicevo) ma si estenderebbero anche alla città di Salerno. Vedremo quali effetti produrrà questa ennesima azione investigativa diretta ad acclarare le nuove dinamiche criminali che avrebbe preso nel mirino, per parlare di Salerno e non solo, la movida del centro storico in una sorta di resurrezione di vecchi accordi e di incartapecoriti miti criminali del passato dopo la grande pulizia effettuata con le varie azioni giudiziarie che seminarono il panico e falcidiarono le agguerrite file dei camorristi nostrani. Insomma secondo il procuratore nazionale ci troveremmo di fronte ad una <<spettacolarizzazione del fenomeno attraverso fatti omicidiari nell’ambito di una particolare pericolosità sociale nel più ampio contesto di una consorteria completamente strutturata finalizzata alla pubblica affermazione di percettibili fisionomie criminali e della propria ferocia>>. Tutto questo calza, ovviamente, a pennello con quanto sta accadendo nella piana del Sele e più specificamente nella città di Battipaglia che di quella piana è virtualmente il capoluogo di riferimento. Del resto è sufficiente rileggere attentamente la puntuale e precisa ricostruzione degli assetti politico-camorristici fatta dal collega Oreste Vassalluzzo, battipagliese doc !!,  su Cronache del Salernitano per capire come si è arrivati alle indiscrezioni sui nuovi ed eclatanti arresti che sarebbero orami imminenti a carico di politici, imprenditori e camorristi. Davvero interessante la finestra riservata alle dichiarazioni dell’ex comandante della polizia municipale che assume di essere stato esautorato in conseguenza del suo contrasto con l’Amministrazione Comunale soprattutto in merito a <<La rimozione dei veicoli affidata ai De Sarlo con procedure anomale>> (questo il titolo della finestra giornalistica in questione, ndr !!). Sul fatto si fanno precisi riferimenti all’ex presunto boss della piana Cosimo D’Andrea, ai suoi discendenti ed a possibili collusioni con soggetti riferibili al <<clan dei Casalesi>>. Ovviamente le relazioni dell’antimafia, sia essa locale o nazionale, vanno sempre prese con il beneficio dell’inventario perché sul piano ricostruttivo è molto facile accostare fatti, personaggi e circostanze ma è molto difficile dare dignità di prova provata alla stessa ricostruzione che in molti casi si avvicina più ad una ricostruzione giornalistica piuttosto che giudiziaria. Le ricostruzioni fantasiose sono all’ordine del giorno e, quindi, è necessario procedere con i piedi di piombo. Solo per fare un esempio posso affermare di conoscere personalmente e per motivi giornalistici la figlia di Cosimo D’Andrea, quella che viene citata nella relazione di cui innanzi, ma in tutta sincerità mi è sempre apparsa come una persona assolutamente al di fuori e al di sopra di ogni sospetto che, invece, sta lottando da anni per ridare almeno alla memoria del padre una patina di dignità morale che in tanti hanno contribuito a distruggere accusandolo di cose inaudite quando non poteva più difendersi. Ma su Cosimo D’Andrea, fino ad oggi, ho scritto tanto e di più; ne ho ricavato la convinzione che la sua figura viene utilizzata e  strumentalizzata a seconda delle necessità investigative come se le cose che diceva su tizio possano valere oro e quelle che diceva su caio assolutamente niente.  Un modo di fare assolutamente fuori da ogni regola di trasparenza e legalità. Alla prossima.

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