Dissequestro Parco Fuenti

 vania de maio (da Sen. Enzo Fasano)

All’indomani della sentenza del tribunale di Salerno che ha dissequestrato il Parco del Fuenti sono in tanti a complimentarsi con la famiglia Mazzitelli, proprietaria dell’area dove un tempo sorgeva l’Amalfitana Hotel, abbattuto nel 1999, per avere vinto la battaglia giudiziaria. Ma quando la Guardia di Finanza il 30 settembre 2010 sequestrò l’intera area per una presunta speculazione edilizia, in verità pochi, anzi, pochissimi, espressero agli imprenditori solidarietà per l’accusa infamante di abuso edilizio. Il sotttoscritto fu uno dei pochi che, convinto dell’esattezza dell’iter amministrativo seguito dai Mazzitelli per il restauro del paesaggio dell’area e la realizzazione del Parco del Fuenti, rivolse un’interrogazione urgente alla Presidenza del Consiglio ed al Ministro dell’Ambiente per sollecitare chiarimenti in merito, in quanto “questo provvedimento arriva a quasi cinque anni di distanza dal rilascio del permesso di costruire su quell’area e che nel frattempo in tutti questi anni i lavori sono stati sottoposti all’attenzione ed al parere delle istituzioni locali oltre che alle autorità competenti”.  Così recitava la mia interrogazione. La sentenza di lunedì scorso, che assolve l’architetto Maria Teresa Mazzitelli, il titolare della ditta esecutrice dei lavori ingegnere Alberto de Flammineis, il progettista ingegnere Massimo Adinolfi,  l’architetto Olindo Manzione, responsabile dell’ufficio tecnico del comune di Vietri sul Mare,  perché il fatto non sussiste, ha dato ragione anche a chi, politicamente, aveva fin da subito chiesto lumi in merito al sequestro. “Mi era apparso fin da subito strano che  la nuova struttura, frutto di un progetto di riqualificazione dell’area trasparente, partecipato e che aveva  ottenuto l’approvazione di oltre 20 enti pubblici, fosse abusiva.  Ora la magistratura ha fatto chiarezza, agli imprenditori  che hanno dovuto attendere inutilmente quattro anni, e perdere anche una notevole quantità di risorse, tocca solo  rimboccarsi le maniche e riprendere i lavori lì dove erano stati interrotti. In questi tempi di crisi economica che attanaglia il paese, il Fuenti, diventato parco, ancora una volta riporterà nuova economia nel nostro territorio”.

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