Vallo di Diano. Petrolio si petrolio no: da Renzi potrebbe arrivare il via libera alle trivellazioni.

 

 

Antonio Citera

 

VALLO di DIANO – Dal Governo un possibile via libera alle “trivellazioni senza permesso”. A rischio le oasi felici del Vallo di Diano da sempre ambite mete delle multinazionali del petrolio.Una storia che si ripete da anni oramai. Il Vallo di Diano è ricco di petrolio, il suo sottosuolo fa da eco alle voglie spietate di tanti petrolieri assetati di oro nero. “Monte Cavallo” prima, “Tardiano” poi,  due esplicite richieste di sondaggi che negli ultimi anni hanno tenuto col fiato sospeso migliaia di cittadini della valle del Diano, richieste rispedite al mittente dalla forza di istituzioni e soprattutto di persone comuni che hanno fatto delle vere e proprie barricate a difesa dell’integrità del comprensorio. Ma tutto ciò non basta, le multinazionali del petrolio sono sempre in agguato e, appostate nella vicina Basilicata resa “terra di nisciuno” fanno una  corte ostinata e senza tregua ai giacimenti del sottosuolo del Vallo di Diano. Oggi, dopo il CdM dello scorso 29 agosto, le possibilità che le trivellazioni prendano forma sono un rischio concreto. Renzi e la sua equipe vogliono trivellare tutto, senza il permesso dei territori, una decisione che imbarazza e mette in serio pericolo l’ armonia territoriale e soprattutto la salute dei cittadini del Vallo di Diano. Il Premier rottamatore sta per ottenere un risultato per certi versi impensabile fino a poco tempo fa, potrebbe entro breve riuscire a sbloccare gli investimenti per avviare l’estrazione di idrocarburi sul territorio nazionale e (oltretutto) senza che le Regioni possano mettersi di traverso sui nuovi progetti. È quanto emerge dal Decreto Sblocca-Italia uscito dal Consiglio dei ministri di venerdì scorso , anche se qualche dubbio sull’effettiva portata del testo rimane, visti i molti nodi da sciogliere dovuti ai numerosi rimandi del tipo: “si attende altro testo”, o “in attesa di valutazione”. Su molte parti, in ogni caso, c’è pieno assenso: è il caso dell’articolo 44, secondo cui “le attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi e quelle di stoccaggio sotterraneo di gas naturale rivestono carattere di interesse strategico e sono di pubblica utilità, urgenti e indifferibili”. Lo Stato si riprenderebbe dunque i pieni poteri in materia energetica, non più affidata alla competenza concorrente Stato-regioni. Lo Sblocca-Italia punta in effetti a superare i veti delle Regioni per gli investimenti delle compagnie e a velocizzare gli iter autorizzativi. Secondo le stime di Nomisma Energia ci sono 15 miliardi di investimenti potenziali che potrebbero garantire all’erario almeno 1 miliardo di maggiori entrate all’anno fra imposte e royalties. Lo stesso Renzi non ha fatto mistero del suo obiettivo, dichiarando in conferenza stampa che “è assurdo continuare a importare, invece di estrarre il petrolio nel sottosuolo di Basilicata, zone limitrofe e Sicilia”. I progetti, ha poi precisato, verranno studiati “ovviamente con il coinvolgimento delle Regioni”. Ma la decisione finale sarà comunque del Governo.

One thought on “Vallo di Diano. Petrolio si petrolio no: da Renzi potrebbe arrivare il via libera alle trivellazioni.

  1. la sovranità appartiene al popolo il quale non sapendone cosa farne ha creduto bene di cederla a dei dittatori.
    i quali pensano ai soldi e se questo comporta morte e distruzione per popoli e ambiente “che siano considerati effetti collaterali accettabili” e tutti in riga allineati e coperti ad applaudire la voce del padrone

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